Una Controfinanziaria da favola

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Foto: Picpedia.org

Il 29 dicembre scorso l’attività parlamentare ha chiuso il 2023 con l’approvazione della manovra di bilancio per il nuovo annoLa finanziaria è, dunque, legge e, tra le diverse misure economiche, compaiono facilitazioni all’accensione dei mutui per la prima casa, contributi light per alcune categorie di soggetti, sostegno al welfare aziendale, rinvio dell’introduzione di nuove tasse (sugar tax e plastic tax), misure a favore del settore cinematografico, rincaro di alcune imposte tra cui le accise sui tabacchi. 

Sui contenuti della manovra, Unimondo ha intervistato Giulio Marcon, portavoce della Campagna Sbilanciamoci, che dal 1999 riunisce 51 organizzazioni e reti della società civile italiana impegnate a costruire un’economia fondata su principi di giustizia economica e sociale, sostenibilità ambientale, pace e solidarietà, formulata in una vera e propria “Controfinanziaria”.

Il giudizio negativo sulla finanziaria del governo Meloni è netto: “È una legge di bilancio ingiusta, che favorisce i privilegiati, che aggrava la situazione dei poveri e dei disagiatiche incoraggia l’evasione fiscale, che accentua la precarizzazione del mercato del lavoro, che dà solo le briciole a sanità, istruzione e welfare e che non dà risposte al dramma del lavoro, delle diseguaglianze e alla necessità di costruire un nuovo modello di sviluppo e accelerare la transizione ecologica nel nostro paese”. In una sintesi di 2 pagine word, le organizzazioni parte di Sbilanciamoci hanno in particolare criticato l’estensione della flat tax al 15% ai redditi fino a 85mila euro, distorcendo il principio di progressività della tassazione iscritto nella Costituzione e rappresentando una misura tutta a favore dei redditi medio-alti. La rottamazione delle cartelle fiscali sotto i 1000 euro, indiscriminatamente per tutte le fasce di reddito, e l’assenza di misure di rilievo contro l’evasione fiscale sono altri due tasselli che strizzano l’occhio a un ben definito ceto elettorale. Di certo non ai dati di un’Italia che, secondo fonti del Ministero delle Finanze, nel triennio 2018-2020 registra un gap complessivo di mancate entrate tributarie di circa 96,3 miliardi di euro. 

La riduzione della platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza, il definanziamento del sistema sanitario pubblico nazionale, dell’istruzione pubblica e delle risorse per garantire il diritto alla casa rappresentano tutti elementi di attacco alla legislazione sociale di lotta alla povertà, anche educativa. L’ulteriore riduzione dell’8% dei fondi alla cooperazione internazionale, con buona pace dell’impegno internazionale ONU di raggiungere entro il 2030 un contributo pari allo 0,7% del PIL, lo stanziamento di ulteriori fondi per i centri di trattenimento e rimpatrio dei migranti, l’aumento delle spese militari e la riduzione di quelli per il servizio civile sono tutte scelte criticabili.

Sbilanciamoci non si limita a criticare. Da anni formula un Rapporto con una previsione di spesa pubblica che favorisca i diritti, la pace e l’ambiente, previsioni di entrate e di uscite che per il 2024 ammontano a 53.806,5 milioni di euro. Le entrate, in primis, sono garantite da un fisco e una finanza che tocca soprattutto i ceti più agiati: si propongono l’introduzione di una imposta patrimoniale, di tasse più elevate sui beni di lusso, di una imposta di successione e di un aumento dell’imposizione fiscale per redditi superiori ai 100mila euro, chiaramente a fronte della cancellazione totale della flat tax. Anche la depenalizzazione del consumo di stupefacenti è calcolata in una entrata pari a 700 milioni di euro, mediante la diminuzione dei costi sanitari legati agli effetti delle sostanze contraffatte e soprattutto la riduzione dei costi di detenzione per il mancato perseguimento penale del reato. 

Con le entrate generate è possibile finanziare l’edilizia scolastica (1.000 milioni di euro) e i livelli essenziali delle prestazioni. “Gratuità dell’università e del trasporto pubblico per gli studenti ma anche il sostegno all’università, alle residenze e alle mense universitarie”, spiega Marcon, “sono essenziali per un Paese che guarda al futuro. Inoltre, chiediamo l’introduzione di un reddito di formazione che consenta agli studenti di concentrarsi negli studi senza doversi preoccupare del proprio sostentamento”. Di fatto oggi le borse di studio offerte dagli Atenei italiani sono scarse ed esiste una discriminazione di opportunità tra gli studenti che hanno una famiglia alle spalle che può permettersi il mantenimento agli studi e gli studenti che sono obbligati ad affiancare allo studio lavori saltuari per mantenersi. Una discriminazione ingiusta a cui si potrebbe porre rimedio investendo. E ancora, entrate date da una riduzione delle spese militari (nel complesso 5.050 milioni di euro) a beneficio di investimenti nel servizio civile (189 milioni), nella cooperazione internazionale (1.000 milioni) e nel varo di una missione pubblica di ricerca e soccorso in mare (1.000 milioni). Lezione dall’epidemia di Covid-19 appresa: finanziamento alla sanità pubblica pari al 7% del PIL, circa 10.000 milioni di euro

E dal mondo delle favole di un reale Welfare e di uno Stato civile è tutto.

Miriam Rossi

Miriam Rossi (Viterbo, 1981). Dottoressa di ricerca in Storia delle Relazioni e delle Organizzazioni Internazionali, è esperta di diritti umani, ONU e politica internazionale. Dopo 10 anni nel mondo della ricerca e altrettanti nel settore della cooperazione internazionale (e aver imparato a fare formazione, progettazione e comunicazione), attualmente opera all'interno dell'Università degli studi di Trento per il più ampio trasferimento della conoscenza e del sapere scientifico.

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