Tre cose vuole il campo

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Foto: Unsplash.com

L’Alleanza Clima Lavoro e la giusta transizione nel settore agroalimentare. Con un evento a Roma, lo scorso 25 giugno, si è avviato un dibattito e un percorso di riflessione sul tema della sostenibilità ambientale e sociale in agricoltura. Serve, innanzitutto, un nuovo paradigma agroecologico.

Un vecchio proverbio recita: “Tre cose vuole il campo: buon lavoratore, buon seme, buon tempo”. Tanta saggezza non sembra però ispirare i paradigmi e le pratiche del nostro sistema economico e produttivo in agricoltura, piuttosto impermeabile alle questioni relative alla sicurezza e dignità del lavoro, alla qualità e sostenibilità del cibo, al contrasto e mitigamento del cambiamento climatico. Di tutto questo si è discusso nel corso dell’evento co-promosso da Alleanza Clima Lavoro con Fondazione Metes e FLAI-CGIL, intitolato “La giusta transizione per un settore agroalimentare sostenibile” e tenutosi lo scorso 25 giugno a Roma.

Un appuntamento che ha rappresentato peraltro la prima tappa di un percorso di allargamento dei confini dell’Alleanza Clima Lavoro dai temi della mobilità e dei trasporti alle sfide e ai problemi della giusta transizione nei sistemi e nelle politiche agroalimentari. Inoltre, l’incontro è stato l’occasione per presentare l’ultimo numero su questi temi della Rivista AE–Agricoltura, Alimentazione, Economia, Ecologia della FLAI-CGIL, al cui interno compaiono i contributi di alcune tra le realtà promotrici dell’Alleanza Clima Lavoro: oltre alla stessa FLAI-CGIL, anche Sbilanciamoci!, Legambiente e WWF.

Ad aprire i lavori Tina Balì, Presidente della Fondazione Metes, che ha evidenziato il ruolo positivo dell’Alleanza Clima Lavoro nel “coltivare” il dialogo tra mondo sindacale e mondo ambientalista sulla giusta transizione, per poi parlare delle disuguaglianze e dello sfruttamento delle risorse ambientali e sociali su cui si basa il nostro modo di fare economia e impresa. Ad esempio, oggi il 10% più ricco della popolazione mondiale è responsabile della metà delle emissioni globali di CO2 e, secondo l’ILO, il 70% della forza lavoro mondiale sarà esposto a rischi per la salute legati a caldo eccessivo, eventi climatici estremi, uso di fertilizzanti...

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