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Trasparenza e progressività, tassare si può
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Foto: Unsplash.com
Nel mondo e in Italia le disuguaglianze crescono. Per affrontarle serve tornare a un’imposizione fortemente progressiva sui redditi e tassare la ricchezza finanziaria e immobiliare. Un’agenda economica di equità, che potrebbe diventare un programma politico.
Oxfam ha pubblicato il rapporto internazionale, “Inequality, Inc.” con una prefazione di Bernie Sanders: “Nella storia umana non è mai successo che così pochi abbiano posseduto così tanto. Nella storia umana non abbiamo mai visto una classe di miliardari con un potere politico così grande”. Dall’inizio del decennio, i cinque uomini più ricchi del mondo hanno più che raddoppiato la propria ricchezza, mentre il 60% dell’umanità è diventata più povera. Negli ultimi anni la pandemia, le guerre, l’inflazione, la crisi climatica hanno aggravato le distanze “non tanto tra i ricchi e i poveri, quanto tra i pochi oligarchi e la grande maggioranza”.
E Oxfam Italia ha pubblicato il rapporto “Disuguaglianza: il potere a servizio di pochi” sulle disparità di casa nostra e sugli effetti del primo anno del governo Meloni: estensione del modello “flat tax”, sconti fiscali ai redditi immobiliari e finanziari, strizzate d’occhio all’evasione, minori sostegni ai più poveri: insomma, “una riforma fiscale all’insegna dell’iniquità”.
Qualche giorno fa è arrivata anche la Banca d’Italia, che ha pubblicato i “Conti distributivi della ricchezza delle famiglie” che mostrano come quasi metà della ricchezza del paese sia nella mani del 5% più ricco, mentre alla metà più povera degli italiani resta appena l’8% della ricchezza finanziaria e immobiliare.
Possiamo fare qualcosa? Nell’anno delle elezioni europee c’è “Tax the rich”, un’Iniziativa dei cittadini europei – lanciata tra gli altri da Thomas Piketty – che punta a raccoglie un milione di firme entro il settembre 2024 per un’imposta europea sui grandi patrimoni per finanziare la riduzione delle disuguaglianze. E “Tax the rich. Le politiche per l’eguaglianza”, è l’ebook di Sbilanciamoci!, curato da Paolo Andruccioli, con le proposte di 40 esperti su come realizzare queste politiche.
Uno studio appena pubblicato dalla Scuola Sant’Anna e dall’Università di Milano Bicocca ha ricalcolato la distribuzione dei redditi e del carico fiscale complessivo (imposte dirette, indirette e contributi sociali). Chi guadagna meno di 15 mila euro l’anno (il 30% più povero degli italiani) paga il 40% di tasse; il carico fiscale sale progressivamente al 50% per chi guadagna fino a 60 mila euro (la soglia del 10% più ricco), ma poi scende. Chi guadagna oltre 82 mila euro, il 5% più ricco degli italiani – che ha metà del reddito proveniente da rendite finanziarie e immobiliari, meno tassate dei redditi da lavoro – finisce per pagare il 36% di tasse, meno degli italiani più poveri. Fermare questi trasferimenti, attraverso il sistema fiscale, dai redditi medio-bassi ai super-ricchi è una priorità elementare per l’agenda politica...