Solo le Regioni ricche cureranno

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Fotro: Unsplash.com

La pandemia Covid-19 è stata rinominata sindemia per sottolineare che non ha colpito affatto tutti allo stesso modo ma è stata più grave per quelle categorie sociali che soffrivano di altre patologie, per mancanza di prevenzione e cure precoci. Ecco, con l’autonomia differenziata, grazie alla quale solo le regioni ricche del Nord potranno fornire cure adeguate, saranno di nuovo le fasce popolari più disagiate a subire le conseguenze peggiori. Per la cronaca, l’aspettativa di vita alla nascita nella Provincia autonoma di Trento è di 84 anni, in Campania 81…

Finalmente, le intenzioni sono state svelate: il Servizio Sanitario Nazionale doveva essere smantellato e la pandemia ha rappresentato un’occasione propizia per procedere in tal senso. L’approvazione dell’autonomia differenziata da parte della Camera dei Deputati fa sì che le entrate finanziarie saranno raccolte e utilizzate esclusivamente all’interno della stessa regione, non più distribuite a livello nazionale. In sintesi, solo le Regioni ricche saranno in grado di fornire cure adeguate,mentre le altre saranno lasciate a se stesse. Di fatto, il Sud diventerà un mero cliente del Nord. Questo processo porterà a un aumento delle disuguaglianze sociali e sanitarie nel paese, con conseguente incremento della mortalità per tutte le cause, come già accade negli Stati Uniti.

Le risorse necessarie per l’assistenza sanitaria dipenderanno dalla capacità fiscale specifica di ogni territorio, piuttosto che dalle effettive esigenze sanitarie della popolazione, e mancherà un meccanismo che tenga conto del principio di solidarietà, elemento essenziale per un paese realmente democratico, e che possa minimamente mitigare e prevenire le disuguaglianze. “Senza criteri veramente solidali e centralizzati, considerando tutte le debolezze mostrate dalle regioni nella gestione della pandemia da Covid, le risorse pubbliche per i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), ovvero le entrate regionali e le integrazioni statali, non saranno in grado di soddisfare i bisogni sanitari differenziali della popolazione”, dice Pina Onotri, Segretaria Generale del Sindacato Medici Italiani (SMI).

Il rischio evidente è che non possa essere garantito l’accesso uniforme alle prestazioni sanitarie e alla tutela della salute in tutto il Paese, contravvenendo a quanto previsto dall’articolo 32 della Costituzione. La decisione politica di affidare il contrasto alla sindemia a 23 diversi centri di potere regionale e provinciale è stato il vero segnale che nulla sarebbe cambiato e che tutti i soggetti politici erano e sono per il disegno pluridecennale di smantellamento del Servizio Sanitario Nazionale così come lo abbiamo conosciuto e così come era il più aderente possibile al dettato costituzionale.

La pandemia Covid-19 è stata rinominata sindemia da Horton, il caporedattore di The Lancet, per sottolineare che Sars-cov2 non colpiva tutti allo stesso modo ma la malattia sarebbe stata più grave per quelle categorie sociali che soffrivano di altre patologie, per mancanza di prevenzione e cure precoci, quelle categorie che contribuiscono a mantenere la mortalità elevata nonostante siamo in una fase endemica, quelle categorie che soffriranno maggiormente le conseguenze di questa riforma. Saranno le fasce popolari più disagiate a pagare i costi di questalegge radicalmente iniqua, così come hanno pagato più pesantemente le conseguenze della gestione della sindemia...

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