Scuola. Le classi di accoglienza

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Immagine: Unsplash.com

La scuola e la popolazione multiculturale.  In molte scuole e istituti e nei relativi quartieri di riferimento si registra un’elevata presenza di popolazione di origine "altra" e di cittadini provenienti da tutto il mondo. L’obiettivo di base è la trasformazione delle pratiche educative della classe di benvenuto, di classi adibite all’accoglienza e al dialogo ossia all’insegnamento e apprendimento soprattutto linguistico, affinché permettano l’inserimento delle proposte teoriche e pratiche dell’educazione per una cittadinanza globale, al fine di offrire un’accoglienza completa alla popolazione studentesca immigrata.

Le classi di accoglienza sono uno spazio privilegiato indispensabile per questo lavoro di educazione per una cittadinanza globale. Ciò comporta la realizzazione di un’accoglienza multipla.

Un’accoglienza affettiva, che aiuta a esprimere i propri sentimenti in maniera adeguata attraverso l’elaborazione di un discorso descrittivo e interpretativo dell’esperienza migratoria personale. L’educazione all’affettività per rafforzare la sicurezza e la fiducia verso le aspettative positive, tanto scolastiche quanto sociali, che aiuti a formulare un progetto di vita portatore di senso nel nuovo contesto di accoglienza.

Un’appartenenza identitaria che facilita il riconoscimento reciproco, complementare e dialogico tra varie identità sia quella di accoglienza e quella di provenienza, al fine di rafforzare lo spirito critico al momento di valorizzare le diverse identità in gioco, comprendendo e vivendo con rispetto la realtà multiculturale della scuola del quartiere. 

Un’identità linguistica con un apprendimento funzionale, significativo e dialogico della lingua, che permetta l’apprendimento della seconda lingua dalla prospettiva del bilinguismo additivo, per sfruttare le abilità linguistiche che l’educando già possiede, e focalizzata nel provare a accelerare l’acquisizione di conoscenze anziché compensare deficienze, considerando che abbia, come riferimento ultimo della pratica didattica, i bisogni degli studenti e non le loro competenze. E ancora un’accoglienza relativa alla cittadinanza che permetta la formazione di persone coscienti della complessità del mondo e del loro ruolo come cittadine e cittadini con diritti e doveri, che rispettino e valorizzino le diversità, che conoscano e si interessino alle relazioni e dinamiche economiche, sociali, culturali, tecnologiche e ambientali che muovono il mondo. Persone che partecipino, si impegnino e contribuiscano a livello locale e globale per realizzare un mondo più equo e sostenibile.

Il lavoro e la pratica in educazione per una cittadinanza globale a partire dalla classe di accoglienza è una sfida complessa che non si esaurisce in un anno scolastico. Piuttosto si tratta di un processo di trasformazione progressiva del lavoro degli insegnanti, un processo circolare nel quale la riflessione teorica deve poggiare su alcune proposte didattiche che saranno sottoposte nuovamente a una valutazione teorica, per continuare così e alimentare il processo. Proposte didattiche che portano l’insegnante a rifiutare alcuni materiali e adattarne e adottarne altri, e crearli quando non esistono.

Una innovativa didattica pluriculturale che conduca gli studenti a aprire spazi per l’affettività e per l'espressione dei sentimenti. Una educazione della complessità incentrata nel facilitare i ragazzi a esprimere verbalmente il proprio processo migratorio. Ad aiutare gli studenti a impadronirsi del loro nuovo quartiere, della loro nuova città e a vivere in maniera personale la complementarità dell’identità e del contesto multiculturale. Siamo ancora lontani dall’orizzonte ambizioso che si pone globalmente l’universo scuola. Proviamo a lavorare nel segno dell’educazione per la cittadinanza globale nelle classi di accoglienza. Ma non è importante solo l’orizzonte che ci si pone, ma è fondamentale anche l’avanzare nel cammino che a quell’orizzonte permette di avvicinare il mondo della scuola.

Tutti gli articoli di Laura Tussi sono sul sito PeaceLink.it in collaborazione con Fabrizio Cracolici.

Laura Tussi

Docente, giornalista e scrittrice, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Coordinamento Italia Campagna Internazionale ICAN - Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale, collabora con diverse riviste telematiche tra cui PressenzaPeacelinkIldialogoUnimondo, AgoraVox ed ha ricevuto il premio per l'impegno civile nel 70esimo Anniversario della Liberazione M.E.I. - Meeting Etichette Indipendenti, Associazione Arci Ponti di Memoria e Comune di Milano. Autrice dei libri: Sacro (EMI 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2009), Il pensiero delle differenze(Aracne 2011), Educazione e pace (Mimesis 2012), Un racconto di vita partigiana - con Fabrizio Cracolici, presidente ANPI Nova Milanese (Mimesis 2012), Dare senso al tempo-Il Decalogo oggi. Un cammino di libertà (Paoline 2012), Il dialogo per la pace. Pedagogia della Resistenza contro ogni razzismo (Mimesis 2014), Giovanni Pesce. Per non dimenticare (Mimesis 2015) con i contributi di Vittorio Agnoletto, Daniele Biacchessi, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Ketty Carraffa, Antifascismo e Nonviolenza (Mimesis 2017), con Alfonso Navarra, Adelmo Cervi, Alessandro Marescotti.  Collabora con diverse riviste di settore, tra cui: "Scuola e didattica" - Editrice La Scuola, "Mosaico di Pace", "GAIA" - Ecoistituto del Veneto Alex Langer, "Rivista Anarchica". Promotrice del progetto per non dimenticare delle Città di Nova Milanese e Bolzano www.lageredeportazione.org e del progetto Arci Ponti di memoria www.pontidimemoria.it. Qui il suo canale video.

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