SOS HUMANITY continua a salvare vite nel Mediterraneo...

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Foto: Raphael Schumacher di SOS Humanity 

Nelle scorse settimane avevamo intervistato SaraProtection officer a bordo della nave di ricerca e soccorso Humanity 1 dell’organizzazione non governativa SOS Humanity. La scorsa notte la nave della ong ha effettuato due nuovi soccorsi, ma il porto sicuro assegnato dalle autorità italiane è Genova, a 1300 chilometri di distanza dal luogo dell'ultimo soccorso.

La scorsa notte la nave non governativa di ricerca e soccorso Humanity 1 ha effettuato due soccorsi di fila in acque internazionali. In totale sono state salvate 88 persone in difficoltà in mare, tra cui diverse donne, bambini e minori non accompagnati. 

L'equipaggio ha ricevuto per la prima volta informazioni su un'imbarcazione in pericolo alla deriva via radio dall'aereo Frontex Sparrow 1. Durante la navigazione verso l'ultima posizione nota di questo caso di emergenza, l'equipaggio ha individuato un'imbarcazione in legno a due piani sovraffollata con 48 persone a bordo. Intorno alle 21:00 CET, il soccorso è stato completato e tutti i 48 sopravvissuti sono stati portati a bordo in sicurezza. 

Intorno alle 22:00 CET, l'equipaggio ha effettuato il soccorso dell'imbarcazione in pericolo che aveva cercato in precedenza. Si trattava di un'imbarcazione metallica, non idonea e sovraffollata, con 40 persone a bordo. L'imbarcazione era stata riparata dal vento da una petroliera che è rimasta in attesa fino all'arrivo della Humanity 1. I sopravvissuti hanno riferito di essere partiti da un'altra imbarcazione. I sopravvissuti hanno raccontato di essere partiti da Sfax, in Tunisia. Hanno anche riferito che una persona è caduta in mare ed è annegata prima che l'Humanity 1 potesse raggiungerli.

In stretto coordinamento con il Centro di coordinamento del soccorso marittimo di Roma, l'equipaggio dell'Humanity 1 ha cercato per tutta la notte un terzo caso di soccorso che coinvolgeva circa 58 persone, segnalato dalla linea di emergenza Alarm Phone, ma senza successo.  

Il porto sicuro assegnato dalle autorità italiane è Genova, a 1300 chilometri di distanza dal luogo dell'ultimo soccorso. Ciò richiede una navigazione inutilmente lunga per portare i sopravvissuti in sicurezza a terra. Ancora una volta, le autorità italiane accettano consapevolmente gli oneri e i rischi connessi al benessere delle 88 persone soccorse in mare. 

 Da Sos-humanity.org

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