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Pacchetto sicurezza: incomprensibile e grave blindare il voto con la fiducia
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Ieri il Consiglio dei Ministri ha autorizzato la fiducia sul "Disegno di legge sulla sicurezza" (Ddl 2180) all'esame della Camera. "E' incomprensibile la chiusura al confronto da parte del Governo sul tema dell'immigrazione" - ha commentato il presidente delle Acli, Andrea Olivero. "E' vero che sono stati corretti, per giunta parzialmente, i passaggi che imponevano l'obbligo di denuncia ai presidi e al personale sanitario, ma restano aperte questioni ugualmente gravi che riguardano l'iscrizione anagrafica dei minori, il diritto al matrimonio, i ricongiungimenti familiari, per non parlare delle ronde e del prolungamento della permanenza degli stranieri nei Centri di identificazione per l'espulsione".
"Esiste una coscienza politica trasversale - ha continuato Olivero - che si è già espressa con il voto e con iniziative pubbliche per una profonda revisione del 'pacchetto sicurezza' del Governo, con particolare riferimento alle misure che riguardano l'ingresso e il soggiorno dei cittadini stranieri in Italia. La società civile, le associazioni impegnate nel sociale, le organizzazioni cattoliche e di ispirazione cristiana hanno chiesto modifiche e proposto emendamenti puntuali su aspetti del disegno di legge ritenuti di particolare gravità, incontrando consensi e conferme nelle forze politiche e nei singoli deputati dell'opposizione e della stessa maggioranza".
Nelle scorse settimane il presidente delle Acli aveva invitato i cento parlamentari che avevano chiesto al Presidente del Consiglio, per ragioni di coscienza, di non porre la fiducia sul ddl sicurezza e presentato proposte di emendamenti solo in parte accolte a "far valere le proprie ragioni anche di fronte a un voto di fiducia, facendo se necessario ricorso, di fronte all'impossibilità di una discussione in aula, allo strumento dell'obiezione di coscienza". "Sono sicuro - aveva aggiunto - che i deputati del Pdl che hanno espresso il loro dissenso con una lettera aperta al Presidente del Consiglio sapranno far valere le ragioni della coscienza su quelle di opportunità politica". "Ma mi auguro - aveva concluso Olivero - che il Governo non compia questa scelta, che sarebbe grave oltre che rischiosa".
Nettamente contrarie al "pacchetto sicurezza" anche le altre organizzazioni che aderiscono alla Campagna contro il razzismo "Non aver paura" tra cui Antigone, Arci, Unhcr, Sant'Egidio, Caritas Save the Children. In un incontro allargato, sono state già prospettate, come contromisure, il referendum abrogativo e una legge di iniziativa popolare - riporta Aprile online. In particolare le organizzazioni di tutela dei diritti umani - tra cui Amnesty, Msf, Asgi, Cir, Save the Children e Simm - hanno espresso "profonda preoccupazione" per l'introduzione del reato di ingresso e soggiorno illegale previsto dell'articolo 21 del disegno di legge in discussione e si "appellano ai parlamentari affinché stralcino l'art. 21 del ddl 2180 o esprimano voto contrario". L'Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) con un comunicato (in .pdf) ha espresso numerose critiche in particolare sulll’obbligo per il cittadino straniero di esibire il permesso di soggiorno in sede di richiesta di provvedimenti inerenti agli atti di stato civile o all'accesso a pubblici servizi.
Anche la rappresentante italiana dell’Unhcr (l'Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati), Laura Boldrini, ha criticato il disegno di legge che "avalla il concetto che i migranti sono una minaccia" e contiene "norme pensate in prospettiva anti-immigrazione" come ad esempio l’istituzione delle ronde. "La gestione dell'immigrazione - sottolinea la Boldrini all'agenzia Misna - non può tradursi in misure che rendono la vita del migrante ancora più difficile. Le politiche di immigrazione dovrebbero andare al di là dei problemi di sicurezza per sviluppare l'inclusione e l'inserimento sociale". Secondo Unhcr, sono diverse le norme inaccettabili. È il caso dell'introduzione del reato di "clandestinità", che "intacca il principio di uguaglianza e non discriminazione di fronte alla legge", ma anche dell’estensione del possibile periodo di soggiorno nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie).
Il 'Pacchetto Sicurezza' era stato illustrato quasi un anno fa, il 21 maggio 2008, dal ministro dell'Interno Maroni nel corso di una conferenza stampa che ha fatto seguito al primo Consiglio dei ministri del IV Governo Berlusconi riunito, in via straordinaria, nella prefettura di Napoli. [GB]