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Pacchetto sicurezza: appelli alla 'disobbedienza civile' e 'no al rimpatrio illegale'
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A seguito dell' approvazione la scorsa settimana da parte del Senato delle diverse misure del "pacchetto sicurezza" (il Disegno di legge n. 773) - che è passato ora in esame alla Camera - l'associazione 'Operazione Colomba' propone con una petizione onlinedi esporsi in prima persona con "un atto di disobbedienza civile" dichiarando pubblicamente la propria contrarietà al decreto sicurezza attraverso l'impegno a contrastarne gli effetti in caso di approvazione. "Sappiamo che in momenti come questi non è facile uscire dal silenzio e dallo sconforto- scrive l'associazione. Invitiamo medici, insegnanti, sindaci, amministratori e cittadini a dichiarare pubblicamente la propria obiezione di coscienza alle norme discriminanti del decreto sicurezza".
In concreto 'Operazione Colomba' invita a contribuire a raccogliere la somma corrispondente all'aumento di spesa per rinnovare il permesso di soggiorno per una persona immigrata; sostenere nelle forme possibili i medici che si rifiuteranno di denunciare gli immigrati irregolari; contribuire a sostenere operai, elettricisti ed idraulici che saranno disposti a prezzo solidale a rendere abitabili le case di immigrati; e a rendersi disponibile a collaborare con chi, associazioni e privati, sostiene il peso dell'accoglienza e della solidarietà e si impegna per il superamento delle discriminazioni nella scuola, nel lavoro, nella sanità, con chi è immigrato in Italia.
Il testo approvato dal Senato oltre a dare la possibilità ai medici di denunciare i clandestini che si rivolgono per cure alle strutture sanitarie pubbliche, prevede il carcere fino a quattro anni per i clandestini che rimangono sul territorio nazionale nonostante l'espulsione e fissa da 80 a 200 euro la tassa per il permesso di soggiorno. Aspetti, questi ultimi, sui quali nei giorni scorsi erano intervenute diverse associazioni cattoliche che hanno fortemente criticato il "pacchetto sicurezza". Non sono passate invece ieri al Senato - ma potrebbero essere reintrodotte dalla Camera misure similari - le proposte governative che miravano a portare estendere a 18 mesi - rispetto agli attuali 60 giorni - il periodo di trattenimento nei 'Centri di identificazione' degli immigrati irregolari.
Amnesty Italia ha lanciato l'azione di pressione su "Lampedusa: migranti a rischio di rimpatrio illegale" richiamando l'obbligo per l'Italia di non rimpatriare nessuno nei paesi in cui le persone potrebbero essere a rischio di subire torture o altri maltrattamenti. "Secondo una dichiarazione rilasciata dall'UNHCR il 9 gennaio - evidenzia Amnesty - "ai richiedenti asilo deve essere permesso di sbarcare in un posto sicuro dove possano ricevere informazioni sui loro diritti e avere una reale opportunità di formulare una domanda di asilo che venga valutata in base ad una procedura equa. Rimandare indietro i rifugiati in paesi dove non possono ottenere un'effettiva protezione, potrebbe rappresentare una violazione degli obblighi internazionali presi dagli Stati di rispettare il principio del non-refoulement (non respingimento)".
Continua intanto l'appello online di Medici Senza Frontiere e di altre 50 associazioni direttamente impegnate nella tutela della salute dei migranti sul "Divieto di segnalazione: siamo medici e infermieri, non spie" per chiedere al Parlamento di respingere l'emendamento - approvato al Senato - che elimina il principio finora in vigore di non segnalazione alle autorità per gli immigrati irregolari che si rivolgono a una struttura sanitaria. [GB]