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Nobel Alternativo: premiati attivisti del disarmo, protezione delle foreste e del clima
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Il 'Right Livelihood Award' noto anche come "Premio Nobel Alternativo", è stato assegnato quest'anno a un medico e tre attivisti impegnati sul fronte del disarmo nucleare, della protezione delle foreste pluviali e del riscaldamento climatico.
I vincitori annunciati ieri a Stoccolma sono la dottoressa australiana Catherine Hamlin impegnata da 50 anni in Etiopia per curare le donne affette da fistula ostetrica; il pacifista neozelandese Alyn Ware, cofondatore del gruppo "Parlamentari per la non-proliferazione nucleare" (PNND), è stato premiato per il suo impegno pluridecennale a favore del disarmo; il biologo congolese René Ngongo ha denunciato, senza timore delle minacce che riceve, operazioni di sfruttamento di risorse economiche che rischiano di distruggere le foreste pluviali del suo paese con conseguenze negative sull'equilibrio climatico globale. L'Honorary Award è stato assegnato allo scienziato canadese David Suzuki per aver incoraggiato "un uso responsabile della scienza" e cercato di accrescere la consapevolezza sull'emergenza clima.
Particolare soddisfazione è stata espressa da Greenpeace Africa, per l'assegnazione del premio al suo consigliere politico René Ngongo per il suo impegno nella protezione delle foreste e della giustizia sociale nella Repubblica democratica del Congo (RDC). Ngongo, che oggi ha 48 anni, nel 1996 ha fondato l’Ocean (Organisation concertée des écologistes et amis de la nature) per dare voce e sotegno alla società civile congolese nella lotta contro la distruzione delle foreste. Laureato all’Università degli Studi di Kisangani, è un rinomato ecologista, ambientalista e difensore dei diritti umani. Ngongo è anche un esperto sugli effetti della distruzione ambientale nella foresta di Basin nel Congo. Inoltre, ha lavorato a lungo con le comunità forestali informandole dei loro diritti in materia di protezione delle foreste e conservazione ambientale.
La collaborazione di Renè Ngongo con Greenpeace è cominciata nel 2004. È stato scelto per gestire l’apertura del primo ufficio di Greenpeace a Kinshasa. Da allora Ngongo ha continuato a fare pressioni su governi e organizzazioni internazionali per garantire trasparenza in materia di riforme forestali. "La ricca biodiversità delle nostre foreste - ha commentato Ngongo - potrebbe benissimo aiutare noi e i nostri figli ad adattarsi ai cambiamenti climatici, speriamo che questo premio possa contribuire ad una maggiore attenzione alla problema". Il bacino del Congo contiene la seconda foresta pluviale più grande al mondo dopo l'Amazzonia.
Felicitandosi per il premio a Ngongo, il direttore esecutivo di Greenpeace International Gerd Leipold ha dichiarato: "Mentre ci auguriamo che il presidente Obama trasformi il Nobel per la pace in azioni concrete per la protezione del clima in occasione della Conferenza internazionale sul clima di Copenhagen, è gente come Rene Ngongo che ha già iniziato il lavoro maggiore. Persone come René sono veri leader ed è bello sapere che almeno un autentico eroe del clima sarà premiato in Scandinavia a dicembre".
Il premio 'Right Livelihood Award' è stato creato nel 1980 dal filantropo tedesco-svedese Jakob von Uexkull per "onorare e sostenere quanti offrono risposte pratiche ed esemplari alle sfide più urgenti cui siamo confrontati oggi". Il riconoscimento, che non è legato in alcun modo ai Premi Nobel, viene consegnato nel corso di una cerimonia a Stoccolma, in Svezia, il 2 dicembre 2009, tre giorni prima dell'inizio dei negoziati delle Nazioni Unite a Copenhagen, fondamentali per affrontare la questione climatica.
La deforestazione è una delle maggiori cause del rilascio di gas serra nell'atmosfera - spiega Greenpeace. Le foreste del pianeta preservano nel suolo un'enorme quantità di carbonio, stimabile intorno ai 500 miliardi di tonnellate, di cui gran parte si trova nelle foreste pluviali tropicali. Questa immensa quantità di carbonio supera l'intera massa dei carburanti bruciati in tutto il mondo negli ultimi cento anni.
Il prossimo dicembre i governanti del mondo si incontreranno alla Conferenza internazionale sul clima di Copenhagen per concordare un efficace patto sul clima. Il 20% delle emissioni di gas serra (GHG) viene causato proprio dalla deforestazione in aree come l'Amazzonia, l'Indonesia o le antiche foreste africane. Greenpeace chiede che la comunità internazionale si accordi per fermare la deforestazione tropicale entro il 2015 promuovendo il progresso locale basato sulle alternative allo sviluppo industriale. [GB]