Niamey dice no a Washington

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Foto: Unsplash.com

La giunta militare a capo del Niger ha revocato, con effetto immediato, gli accordi presi militari con gli Stati Uniti. La notizia è stata data dal portavoce e colonnello nigerino, Amadou Abdramane. Il patto fra il Niger e gli Stati Uniti prevedeva una stretta collaborazione e dava la possibilità ai soldati statunitensi di operare e mantenere nel target i terroristi e permetteva inoltre ai militari americani la permanenza sul suolo nigerino: lo Stato africano è una zona cruciale della regione del Sahel per gli interessi militari targati Usa. Gioca un ruolo importantissimo e ha al proprio interno una grande base aerea americana ad Agadez, a 920 km dalla capitale Niamey: Air Base 201. Il costo della struttura supera i 100 milioni di dollari ed è usata dal 2018 per sorvegliare e neutralizzare le minacce terroriste.

La decisione – che è un duro colpo per gli americani -, è stata presa dopo la visita in Niger avvenuta a marzo 2024, da parte dell’Assistente del segretario di Stato degli Stati Uniti per gli Affari Africani, Molly Phee e il generale Michael Langley. Amadou Abdramane ha parlato in una rete televisiva locale. Ha sostenuto che gli Stati Uniti non hanno seguito i protocolli diplomatici e che il Niger non è stato informato della data di arrivo, oltre che della composizione della delegazione d’oltreoceano. L’oggetto dell’incontro è stato sicuramente un nervo scoperto: la transizione democratica dopo il colpo di Stato del luglio 2023.

La cooperazione militare è stata, ovviamente, l’altro oggetto di discussione. Sul tavolo diplomatico, sono state giudicate le scelte del Niger sulle alleanze da intraprendere per la lotta contro i terroristi che spadroneggiano nella nazione africana: membri affiliati ad Al-Qaeda e all’Isis. Abdramane ha condannato l’intento minaccioso della delegazione e ha accusato questa di mettere a rischio la sovranità del popolo nigerino e la libertà decisionale dei suoi vertici.

Il colpo di Stato avvenuto nel luglio del 2023, ha visto la deposizione dell’allora presidente della Repubblica Mohamed Bazoum da parte della giunta militare, guidata da Abdourahamane Tchiani. Proprio come accaduto in precedenza nei Paesi vicini, Mali e Burkina Faso, anche in questo caso dopo il rovesciamento del governo, l’egemonia francese non è mai stata accettata del tutto, quindi c’è stato un taglio netto e, come conseguenza, le forze francesi sono state mandate via. Questo susseguirsi di movimenti diplomatici e conflitti latenti ha avvicinato, senza grandi sorprese, l’altra grande protagonista sul suolo africano: la Russia. È di gennaio 2024 la notizia riportata dall’agenzia Reuters sull’incontro avvenuto fra il Vice Ministro della Difesa russo Yunus Bek-Yevkurov, che si è visto con il Ministro della Difesa nigerino Salifu Modi. “Entrambe le parti coinvolte, ritengono fondamentale la collaborazione russo-nigerina nell’ambito della difesa della nazione; la cooperazione verrà intensificata per poter ristabilire gli equilibri nella regione”, ha dichiarato Salifu Modi.

Dopo il colpo di Stato e il crescente sentimento anti- francese, sono stati revocati tanti accordi che legavano il Niger all’Unione Europea, lasciando tante domande e tanti dubbi all’Occidente sull’avanzata russa  nel continente. Come riporta il  Washington Post, Molly Phee, che era presente nella delegazione statunitense in visita pochi giorni fa, ha detto di aver enfatizzato l’importanza della transizione verso la democrazia in Niger. Ha dichiarato che gli aiuti americani saranno sospesi finché questo non avverrà. Il Governo nigerino si è rifiutato, ad oggi, di mettere giù una data per le nuove elezioni. L’ultimo Presidente eletto democraticamente è stato Mohamed Bazoum che ad oggi è ancora agli arresti.

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