La guerra e la pace secondo Trump e Harris

Stampa

Foto: Unsplash.com

Mentre si avvicina la data in cui sapremo il nome del prossimo presidente degli Stati Uniti, il Mondo intero si interroga su quale sarà la politica estera che ne seguirà, e, tema scottante, quali diverse strategie militari si prospettano in caso di vittoria di  Donald Trump o di Kamala Harris. Al di là dei proclami elettorali, cerchiamo di analizzare quali siano le logiche che ispirano l’azione dei due contendenti.

di Maurizio Sacchi

Innanzitutto, una tradizione che viene da lontano divide repubblicani e democratici.  I primi, i seguaci del Grand old party, hanno da due secoli propugnato una visione isolazionista del loro Paese, seguendo in un certo modo la cosiddetta “dottrina Monroe”, dal nome del quinto Presidente degli Usa. Dettata con l’intento di tenere fuori dalle Americhe le ingerenze delle potenze europee, agli inizi del’900 fu reinterpretata da intellettuali e legislatori in chiave multilaterale e anti-interventista nelle guerre fuori dal Nuovo mondo. A questa visione, che ha un’apparenza neutralista e pacifista, si aggiungeva però una risoluta difesa degli “interessi americani”, anche fuori e molto lontano dalle Americhe. Si trattava, allora e adesso, principalmente di interessi  economici. Un esempio sono le due guerre del Golfo, dove le risorse petrolifere dell’Irak e del Kuwait hanno giocato un ruolo principale.  Come vediamo più avanti, molti aspetti di questo atteggiamento sono evidenti anche nell’approccio di Donald Trump.

Per i democratici, la tradizione li vede orientati, specie dal ‘900, a difendere il ruolo, vero o immaginato, degli Usa come paladini e difensori della democrazia a livello globale. E quindi portati  a sostenere o partecipare quei conflitti nei quali individuano uno o più dei contendenti come “amici della democrazia”. Fu F. D. Roosevelt, democratico, a decidere di entrare nella Seconda guerra mondiale, e J. F. Kennedy a inviare le prime truppe americane in Vietnam. Queste linee guida hanno visto molte eccezioni e casi ambigui; ma tuttora rappresentano uno strumento utile per tentare di prevedere quali sorti toccheranno ai Paesi del mondo nei due scenari alternativi che si aprono fra pochi giorni...

Segue su Atlanteguerre.it

Ultime notizie

Cosa vogliono gli africani dalla COP30

09 Novembre 2025
Invece di continuare ad aspettare gli aiuti, l'Africa sta cercando di mobilitare investimenti nella sua transizione verde. (Other News)

I Partigiani della Pace

08 Novembre 2025
I Partigiani della Pace: testimoni e costruttori di un futuro possibile. (Laura Tussi)

Il Punto - Tra isole, frontiere e assedi il Mondo resta in equilibrio instabile

07 Novembre 2025
Viviamo in un Mondo in cui la pace è un intervallo e la guerra una condizione. (Raffaele Crocco)

Le foreste europee catturano poca anidride carbonica

06 Novembre 2025
Le foreste d’Europa possono ancora costituire un pilastro della neutralità climatica? (Alessandro Graziadei)

Dossier/I portuali contro le guerre nel mondo. In Grecia e Slovenia (2)

05 Novembre 2025
Dalla Slovenia alla Grecia, anche nei porti della penisola balcanica i portuali si oppongono. (Linda Maggiori)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad