La Conferenza sullo stato dell’Unione (Europea) 2023

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Firenze “caput Europa” la scorsa settimana. Dal 4 al 6 maggio si è, infatti, tenuto nel prestigioso Istituto Universitario Europeo (EUI), sito nel capoluogo toscano, il consueto vertice annuale dell’Unione europea incentrato in una analisi delle sue condizioni: una riflessione sul modello del discorso ben più noto oltre-oceanico a stelle e strisce, di cui riprende anche il nome “lo stato dell’Unione”, e realizzata all’alba della Giornata dell’Europa del 9 maggio.

Giunta alla sua dodicesima edizione e con un copione ben affinato di riflessioni di alto livello, dibattito transnazionale e tentativo di intessere connessioni, in primis tra gli accademici dell’EUI e i politici europei, la Conferenza sullo stato dell’Unione (State of Union 2023 #SOU2023) non ha mancato l’appuntamento come vertice di alto livello potendo annoverare più di 12mila partecipanti di ben 120 Stati, con 135 relatori e oltre 1680 giornalisti accreditati. Tema oggetto di riflessione: “Costruire l’Europa in tempi di incertezza”. Un incontro che ha funto da bilancio per un’Unione Europea che ha dovuto far fronte alle recenti crisi: dalla pandemia di Covid-19 alle conseguenze della guerra in Ucraina a seguito dell’invasione russa.

Il discorso di apertura all’edizione 2023 del SOU è affidato ad Antonio Tajani, attuale vice presidente del Consiglio dei ministri e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ma soprattutto ex presidente del Parlamento Europeo dal 2017 al 2019, che ai microfoni dei media aggiunge “A volte l’Europa si concentra su piccoli problemi ma non è in grado di affrontare le grandi sfide. Perché l’Italia ha posto il tema della migrazione? Perché è un tema che riguarda tutti, non solo l’Italia.” Nei panel emerge chiaramente che la questione migratoria e la mancanza di una politica sulla difesa europea sono alcuni dei temi divisivi tra gli Stati membri. Lo slogan di Tajani "più idee, più proposte, più partecipazione” richiama alla necessità di ricercare una chiara (e forte) identità europea, auspicabile ma disattesa puntualmente dinanzi alla fatica di raggiungere una quadra sulle decisioni reali dell’UE da assumere ogni giorno.

Presenti al meeting anche Josep Borrell, Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, e il Commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, chiamato a parlare di una economia europea più verde e più equa. Se Borrell chiede un aumento delle capacità di difesa e di produzione industriale bellica dell’UE non solo per dare sostegno all’Ucraina ma anche per rafforzare i propri confini dinanzi alla possibile minaccia russa, perfino a fronte di una contrazione delle spese per i servizi sociali, la ricetta di Gentiloni, ovvero la ricetta dell’UE, vede ampi investimenti nella transizione digitale e green senza però tagliare le spese sociali dell’Unione che “hanno consentito ai cittadini europei di superare in maniera piuttosto efficace la crisi sanitaria ed economica collegata alla pandemia di Covid-19”.

Molti gli interventi. Molta la carne al fuoco. Ma poca la sostanza. A giustificativo, il fatto che questo tipo di evento dia solo spazio a formulazioni generali e di ampio respiro, almeno nei discorsi ufficiali. Negli incontri a margine dell’evento non ci è dato da sapere.

Sempre a margine del SOU ha creato polemica sui media, probabilmente più della stessa Conferenza, l’atteggiamento ambiguo e volutamente intimidatorio della Polizia italiana. Intervenuta nel corso della scorsa settimana al campus della European University Institute per ragioni di ovvia sicurezza in considerazione delle personalità di alto livello presenti per la Conferenza. In una lettera aperta scritta dai dottorandi e dai ricercatori dell’EUI e datata 4 maggio si legge della “ferma condanna per l’identificazione razziale e per le molestie immotivate e ripetute subite nel campus”. Il lungo appello, sottoscritto da oltre 500 accademici, descrive nel dettaglio l’increscioso accaduto, fatto di richiesta ossessiva di documenti, di contestazione degli stessi, di eliminazione di volantini critici nei confronti di alcuni politici presenti, di allontanamento dagli spazi pubblici della sede universitaria. Insomma intimidazione e anche evidente razzismo nella scelta dei giovani sottoposti a controllo: non c’è che dire sul bel biglietto da visita mostrato dal governo italiano dinanzi all’Europa. Per l’ennesima volta.

Dalla Conferenza sullo stato dell’Unione (Europea) 2023 ci si porta via la consapevolezza diffusa che i tempi incerti non sono finiti e ciò deve indurre a lavorare meglio sotto la bandiera blu a 12 stelle per attivare nuovi strumenti di intervento e nuove modalità di comunicazione e di coinvolgimento dei cittadini.

Miriam Rossi

Miriam Rossi (Viterbo, 1981). Dottoressa di ricerca in Storia delle Relazioni e delle Organizzazioni Internazionali, è esperta di diritti umani, ONU e politica internazionale. Dopo 10 anni nel mondo della ricerca e altrettanti nel settore della cooperazione internazionale (e aver imparato a fare formazione, progettazione e comunicazione), attualmente opera all'interno dell'Università degli studi di Trento per il più ampio trasferimento della conoscenza e del sapere scientifico.

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