L’Albania tra Covid-19 e fake news

Stampa

Foto: Unsplash.com

Anche in Albania il numero dei contagi comincia a salire. Certo, la proporzione è diversa visto che la popolazione non arriva a 3 milioni. Ma, a dire la verità, si rimane un po’ stupiti passeggiando per le strade di Tirana. La gente sembra essere molto serena, persino rilassata. 

“Perché non hai la mascherina?” chiediamo a un bambino sui 10 anni che sale sull’ascensore insieme a noi. Alza le spalle, “mi dà fastidio”. Un bambino madido di sudore dopo una bella partita a nascondino può, al limite, essere capito. Comprendere le ragioni degli adulti, invece, è più difficile. 

Entro in un grande panificio sulla via centrale di un quartiere molto popolato. Le tre signore che stanno servendo i clienti hanno la mascherina sotto il mento. Eppure lavorano a contatto con le persone tutto il giorno. Lo stesso discorso vale per i venditori di frutta e verdura lungo le strade, la signora che lavora nel negozio di telefonia, le commesse alla cassa del supermercato, quelli che lavorano alla pompa di benzina e i camerieri dei bar. Quando la mascherina non è completamente sotto il mento, è comunque abbassata sotto il naso. 

Mi sposto verso il centro. Mi hanno detto che lì sono più propensi a portare il dispositivo. È vero. Ci sono più persone che indossano la mascherina (correttamente). Mi sembra che siano soprattutto anziani. Comunque sia, l’impressione non cambia granché: la maggioranza delle persone che incontro non porta la mascherina in modo appropriato. E poi c’è gente che proprio non ce l’ha. Nemmeno sugli autobus più affollati. Nemmeno se il governo ha stabilito l’uso obbligatorio della mascherina anche all’esterno da quasi un mese. Il Premier albanese non aveva specificato quale fosse l’importo delle multe, ma aveva precisato che sarebbero state addebitate direttamente sulla bolletta della luce. La gente però non sembra preoccuparsene. 

Recentemente è apparso un interessante articolo sulla testata Report.al (qui la versione in inglese per Balkan Insight) che potrebbe fornirci qualche elemento per una chiave di lettura alternativa. Il pezzo denuncia l’enorme diffusione in Albania di fake news riguardo il Covid-19, soprattutto a causa delle bufale pubblicate sui social. I principali media albanesi sono stati i primi a cadere nella trappola delle falsità, diffondendole a loro volta e diventando loro stessi fonte di disinformazione per i cittadini

Il fenomeno delle fake è esploso in tutto il mondo ma pare che qui in Albania le teorie complottiste abbiano trovato un terreno molto fertile. Le informazioni false o fuorvianti vengono messe in circolazione a colpi di click ad una velocità incredibile. Il risultato è che la gente è ancora più disorientata, anzi disinformata, e non capisce a chi e a cosa deve credere. 

A marzo, quando anche l’Albania era in pieno lockdown, si è diffusa una teoria che arrivava proprio dall’Italia, basata sulle dichiarazioni di Stefano Montanari. Il 71enne bolognese con laurea in farmacia, ma che viene presentato come “nanopatologo”, affermava che “le persone sane non subiscono assolutamente nessun danno da questo virus” e che “la mortalità̀ da virus è bassissima, probabilmente addirittura inesistente”. Insomma, questa persona contestava le misure estreme che erano state messe in atto, giudicandole non necessarie. L’intervista era stata pubblicata sul canale YouTube di Byoblu (blog di “controinformazione” di Claudio Messora, ex consulente della comunicazione dei M5S).

L’azienda NewsGuard ha segnalato che il sito di Montanari e Byoblu diffondono informazioni false e infondate riguardo la salute e la pandemia da coronavirus. YouTube ha oscurato questa e altre interviste di Montanari alcuni giorni dopo la pubblicazione. Ma nel frattempo il video aveva raggiunto più di 1.800.000 visualizzazioni.

Il giornale Balkan Insight ha monitorato il numero di reazioni agli articoli sul coronavirus pubblicati su Facebook dai media albanesi più importanti da gennaio a ottobre. Delle migliaia di pezzi, i 20 articoli attendibili più diffusi hanno ricevuto soltanto il 28% di reazioni in più rispetto ai 20 fake più diffusi. Di questi primi 20 articoli fuorvianti, 5 citano le dichiarazioni di Montanari, totalizzando ben 27.365 reazioni. 

Il caso di Montanari ovviamente non è isolato. La lista dei presunti esperti che danno informazioni false è lunga. I pareri di questi personaggi sull’origine e sull’esistenza di SARS-CoV-2, sul trattamento e sulla cura, sugli effetti della malattia, sulle misure preventive hanno avuto in Albania un riscontro in termine di condivisioni e commenti impressionante. Un capitolo a parte potrebbe essere aperto solo sulla questione – diventata una voragine! – delle teorie complottiste sui vaccini e sui loro effetti.

Molte di queste speculazioni (chiamiamole così) sono state prese all’estero, tradotte in albanese e lanciate sui social, Facebook su tutti. Alcune fake però sono state confezionate in casa. 

Durante il lockdown, ad esempio, è circolata la notizia che coloro i quali avessero denunciato la morte di un parente a causa del coronavirus avrebbero potuto usufruire di servizi gratuiti delle pompe funebri. A mettere in giro questa voce sarebbe stato un ingegnere di Tirana, tale Sazan Guri, convinto, per altro, che l’intera faccenda del Covid sia una fake. Buon per lui, se non fosse che la voce sui servizi gratuiti ha ricevuto 2.300 reazioni solo su Facebook. 

Purtroppo, parte della responsabilità è attribuibile al governo e al Ministero della Salute. Alcuni osservatori hanno evidenziato la mancanza di trasparenza da parte delle istituzioni riguardo la pandemia, fattore che ha causato, almeno in parte, maggiore disinformazione.

Talvolta, le istituzioni hanno gestito male la comunicazione dei dati. Un esempio è quanto avvenuto ad agosto, quando è arrivata la notizia che i dati sui tamponi pubblici e privati erano stati mescolati. In quel periodo molto persone (soprattutto lavoratori stagionali) erano in procinto di partire e, avendo l’obbligo di dimostrare di essere negativi allo Stato di destinazione, avevano eseguito il tampone. In questi casi il test veniva fatto solo nei laboratori privati autorizzati e a pagamento. È evidente che queste persone si sono sottoposte al tampone per l’esigenza di partire e non perché manifestassero sintomi, cosa che invece riguarda quelli che si sottopongono al tampone nelle strutture pubbliche. 

Il 18 di agosto il Ministero della Salute – criticato per avere fatto pochi tamponi, circa 500 al giorno – ha dichiarato di avere eseguito quasi 1000 tamponi in un giorno. Ovviamente il balzo non è passato inosservato ai giornalisti. Dopo qualche giorno, il Ministero ha dovuto ammettere che il numero comprendeva anche quelli svolti nei laboratori privati. 

A quel punto, molti esperti hanno segnalato le criticità di questo approccio, in quanto non fornirebbe un quadro reale della diffusione del virus. Le ragioni per cui le persone si sottopongono ai tamponi a pagamento è diversa da quelle per cui le persone si rivolgono alle istituzioni pubbliche. A dimostrarlo è anche l’incidenza di positivi nei test effettuati privatamente, che è inferiore rispetto ai dati dei test nelle strutture pubbliche. Il Ministero si è difeso, argomentando che i dati sono comunque interconnessi. 

Qui non viene messa in dubbio la veridicità dei dati, ma in che modo si sia scelto di comunicarli. Va da sé che la percezione dei cittadini dipende anche da questo.

Dal canto loro, i media albanesi sembrano essere più preoccupati dei like sui social che del loro dovere di fare fact-checking,cioè di controllare che una notizia corrisponda ai fatti. Insomma, qui in Albania c’è una doppia emergenza da combattere: quella del Covid-19 e quella della disinformazione. 

Perché le bufale e il virus hanno in comune la stessa capacità di nuocere le persone. 

Maddalena D'Aquilio

Laureata in filosofia all'Università di Trento, sono un'avida lettrice e una ricercatrice di storie da ascoltare e da raccontare. Viaggiatrice indomita, sono sempre "sospesa fra voglie alternate di andare e restare" (come cantava Guccini), così appena posso metto insieme la mia piccola valigia e parto… finora ho viaggiato in Europa e in America Latina e ho vissuto a Malta, Albania e Australia, ma non vedo l'ora di scoprire nuove terre e nuove culture. Amo la diversità in tutte le sue forme. Scrivere è la mia passione e quando lo faccio vado a dormire soddisfatta. Così scrivo sempre e a proposito di tutto. Nel resto del tempo faccio workout e cerco di stare nella natura il più possibile. Odio le ingiustizie e sogno un futuro green.

Ultime notizie

La Sicilia ha sete

18 Settembre 2025
La Sicilia ha sete, e non da poco tempo. (Rita Cantalino)

L’inizio dell’offensiva terrestre israeliana e l’esodo di massa da Gaza City

17 Settembre 2025
Israele conferma che l’offensiva ha provocato un esodo senza precedenti. (Giacomo Cioni)

Dossier/ Materie prime critiche (4)

17 Settembre 2025
Oltre a quelli ambientali, l’estrazione di minerali critici comporta una serie di impatti diretti sulla vita di diversi gruppi vulnerabili. (Rita Cantalino)

Il blocco del porto di Trieste

16 Settembre 2025
Il blocco del porto di Trieste contro le armi per Israele e per l’applicazione del Trattato di pace. La mobilitazione di USB. (Laura Tussi)

L’E-Mobility in stallo?

15 Settembre 2025
La mobilità elettrica potrebbe scaricarsi: colpa di costi, filiere e infrastrutture. (Alessandro Graziadei)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad