I sindaci a Piantedosi: il governo non blocchi l’accoglienza diffusa

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Foto: Unsplash.com

Nelle loro comunità il Sistema accoglienza integrazione-Sai da tempo sta dimostrando di essere un modello virtuoso. La Rete dei Piccoli comuni del welcome-Pcw dal 2016 promuove nei territori delle aree interne – con un metodo di welfare olistico descritto nel proprio Manifesto – il sistema dell’accoglienza diffuso delle persone migranti in una logica di superamento del mainstream della “coperta corta” per gli italiani a vantaggio degli “stranieri che arrivano”. L’accoglienza diffusa a governance pubblica, dunque, non è uno “strumento” di accoglienza, ma un “metodo”, quello del welfare community, dove la collaborazione fra ente locale, terzo settore e cittadinanza si attivano insieme e creano coesione sociale e sviluppo territoriale.

Ecco perché, di fronte all’atteggiamento politico assunto dal governo italiano in tema di (non)accoglienza delle persone migranti la Rete Pcw non poteva tacere.

Durante un incontro nella sede della Associazione nazionale comuni italiani-Anci Sicilia, a Palermo, i sindaci siciliani aderenti alla Rete Pcw hanno espresso forte preoccupazione per il ritardo dell’emanazione dei decreti con i quali il Governo dovrebbe consentire la prosecuzione dei progetti comunali di accoglienza diffusa.

In Italia sono 8.600, infatti, i posti nei Sai, compresi quelli per i Minori stranieri non accompagnati-Msna, per i quali oltre 200 Comuni italiani titolari hanno presentato domanda di prosecuzione entro lo scorso maggio e sono ancora in attesa di una risposta. A questi si aggiungono gli oltre 4mila posti Sai finanziati tra agosto e settembre 2022 per far fronte alle esigenze di accoglienza determinatesi a seguito dei conflitti in Afghanistan e Ucraina, con scadenza alla fine del 2023, dei quali non si hanno informazioni circa la possibile prosecuzione, nonostante le richieste ufficiali presentate anche dall’Anci nazionale (qui un approfondimento)...

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