Gli Hitler d’Africa

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I criminali africani hanno un nome ed un volto. Metà di questi diavoli sono presenti nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo; non casualmente in una delle aree più ricche del pianeta con miniere di coltan, rame, oro, diamanti. Qualcuno di questi assassini si trova già dietro le sbarre. Conosciamoli da vicino. Bosco Ntaganda, classe 1973, detto Terminator per la sua ferocia è il primo ad esser stato condannato dal tribunale Internazionale. Sorriso aperto è stato capace delle ferocie più inaudite: stupri di massa, arruolamento bambini soldato, sterminio di gruppi etnici. Deve ancora esser catturato a differenza del suo vecchio capo militare Thomas Lubanga complice di violenze efferate – da poco condannato dal Tribunale dell’Aia. Il primo condannato per le violenze del biennio 2002-2003 ed il reclutamento di moltissimi bambini soldato sotto i 15 anni costretti a combattere ed a uccidere. Sentenza: Ergastolo. Assieme finisce dietro le sbarre anche l’ex capo ribelle Germain Katanga definito anche Simba. Classe 1978. Comandante in capo delle “Force de résistance patriotique en Ituri (FRPI)”. Tra il 2002 ed il 2003 più di 8.000 persone morirono e mezzo milione sfollate causa la guerra in Ituri contro soprattutto la popolazione civile. Fu catturato in Hotel a Kinshasha dopo che le sue milizie attaccarono i caschi blu della MONUC causando 15 vittime tra gli stessi. Anche il suo stretto collaboratore Mathieu Ngudjolo, classe 1970, è imputato per crimini contro l’umanità nella foresta dell’Ituri.

Il generale Laurent Nkunda, su cui pende un mandato di arresto internazionale, si trova al sicuro in Rwanda ove gode di alte protezioni. Già comandante presso il Fronte Patriottico Rwandese (FPR), gode della fama di esser il maggior protettore dell’etnia tutsi nell’est del Congo. Human Rights Watch afferma che le sue truppe sono implicate in molti stupri, torture ed uccisioni arbitrali.

Tra i ricercati “eccellenti” v’è il famoso Joseph Kony, leader dei ribelli dell’Esercito di resistenza del Signore (LRA) e braccato dal 2005 per aver trasformato in soldati e/o schiavi sessuali almeno 70mila bambini. Kony si nasconderebbe tra le foreste del Congo nordorientale e la Repubblica Centrafricana: persino i soldati Usa sono impegnati a cercarlo. Un video choc, da molti contestato, ha fatto il giro del mondo suscitando un dibattito mai prima conosciuto e Kony è diventato famoso per le sue efferatezze.

Ci allontaniamo finalmente dalla regione dei Grandi Laghi e troviamo che nel novembre 2011 è stato consegnato alla cittadina olandese l’ex presidente della Costa d’Avorio Laurent Gbagbo, 67 anni, imputato del massacro di 3 mila oppositori politici. Gli sono contestati quattro capi dimputazione per crimini contro lumanità: “omicidio, stupri e altre violenze sessuali, atti di persecuzione ed altre azioni disumane”, di cui detiene la “responsabilità penale individuale in quanto coautore indiretto”. Il procuratore capo della Corte, Luis Moreno-Ocampo, aveva inoltre garantito che Gbagbo non sarebbe stato l’unico a dover rispondere dei suoi reati alla giustizia internazionale: “giustizia sarà fatta per le vittime ivoriane di crimini commessi su larga scala”. E così fu. Anche alcuni dei suoi più stretti collaboratori sono stati recentemente arrestati e condannati anche se a pene di gran lunga più brevi.

Resta libero e saldamente al suo posto, invece, il presidente sudanese Omar al Bashir, formalmente ricercato “per genocidio”. Con nonchalance s’è presentato ad inizio di quest’anno a Tripoli e ricevuto con tutti gli onori dal capo del Consiglio nazionale transitorio libico Mustafa Abdel Jalil e da una sfilza di dignitari del governo provvisorio. al-Bashir è quel signore sulla cui testa proprio il procuratore Moreno Ocampo ha messo due ordini di cattura, uno nel 2009 per crimini contro l’umanità e crimini di guerra, uno nel 2010 addirittura per genocidio. Due mandati che “obbligano” tutti i paesi firmatari dello Statuto di Roma della Cpi ad arrestare l’imputato - nella fattispecie al Bashir - nel caso ne abbiano la possibilità. Gheddafi non firmò la Convenzione e secondo il “diritto internazionale” nulla è dovuto. Prendiamo atto. Con la stessa nonchalance il genocidario ha fatto domanda al Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu di farvi parte. Il Sudan è uno dei 5 Stati africani aventi diritto. Imbarazzo mondiale.

Lo scorso giugno, infine, è stato condannato l’ex presidente della Liberia Charles Taylor. 50 anni di carcere. Una corte speciale internazionale lo ha riconosciuto colpevole per gravi crimini di guerra – fra cui stupri, omicidi e saccheggi commessi tra il 1996 ed il 2002. Trattasi di una sentenza storica in quanto è la prima volta che un Presidente viene condannato. Taylor ha utilizzato i famosi “diamanti di sangue” per finanziare la guerra in Sierra Leone. Secondo P. Caglioni “Giustizia andrebbe fatta anche in un’altra direzione. Penso alle compagnie straniere che hanno immesso i diamanti sul mercato internazionale, grazie all’intermediazione di Taylor. Senza la connivenza di queste società, la guerra in Sierra Leone non ci sarebbe stata”.

Fabio Pipinato

inviato di Unimondo nella regione dei Grandi Laghi.

Articoli precedenti del reportage:

Grandi Laghi: quando i gorilla sono profughi

Repubblica Democratica del Congo. Voglia di Pace

Anch’io a Bukavu

Goma. Pronti alla battaglia finale

Kivu. Stupri di massa e business umanitario

Lettera aperta a Paul Kagame

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