Finalmente approvata la Nature Restoration Law

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Foto: Unsplash.com

Il 17 giugno è stata finalmente approvata la Nature Restoration Law, la legge per il ripristino degli habitat degradati in Europa, dopo un iter tortuoso e sofferto che ha in parte indebolito l'efficacia del regolamento. Un risultato importante per garantire la resilienza degli ecosistemi ai cambiamenti climatici e affrontare le sfide del futuro. 

«Quando la posta in gioco è garantire una vita sana e felice alle generazioni future, è necessario prendere decisioni coraggiose. Ecco perché oggi ho votato a favore di questa legge». Scrive così su X la ministra dell’Ambiente austriaca Leonore Gewessler, il cui voto a favore della Nature Restauration Law, lo scorso 17 giugno al Consiglio ambiente dell’Unione Europea ha permesso l’approvazione del regolamento per il ripristino degli habitat degradati. Un voto arrivato a sorpresa che ha modificato le sorti dell’ambiente europea, oltre infuocare accese polemiche interne al paese, con tanto di richiesta di annullamento da parte del cancelliere austriaco. Il voto austriaco ha infatti fatto la differenza, consentendo di superare la soglia dei 15 paesi e del 65% dei voti a favore necessaria per l’approvazione di un nuovo regolamento da parte del Consiglio. Nella votazione dello scorso marzo infatti si era raggiunto il 64% dei voti a favore, e l’Austria era uno dei paesi che si era opposta alla ratificazione della Nature Restoration Law insieme a Italia, Ungheria, Polonia, Olanda, Finlandia e Svezia (che invece sono restati fermi nelle loro posizioni di contrasto al regolamento).

La Nature Restoration Law è uno dei pilastri portanti dello European Green Deal, ed è uno strumento innovativo e fondamentale per invertire la rotta dell’attuale crisi della biodiversità. L’innovazione del regolamento è il passaggio dalla tutela degli ambienti naturali europei di valore naturalistico al garantire una nuova funzionalità agli ecosistemi degradati. Nonostante l'UE sia all'avanguardia nella legislazione per la biodiversità (le vigenti  direttive proteggono oltre 460 specie di uccelli selvatici, 1.389 specie animali e vegetali e 233 tipi di habitat), solo il 27% delle specie tutelate ha uno stato di conservazione soddisfacente e l’81% degli habitat europei è degradato. La prima proposta risale a ben due anni fa, precisamente al 22 giugno 2022. La Nature Restoration Law è stata però fortemente osteggiata dalla destra europea, che ha presentato oltre 2.000 emendamenti e soprattutto ha strumentalizzato il regolamento portando a una campagna di disinformazione massiccia. Così una legge nata per ridare resilienza a habitat ormai degradati da agricoltura intensiva, urbanizzazione, sfruttamento eccessivo delle risorse e inquinamento di aria, acqua e suolo, si è trasformata nella campagna di disinformazione in un grave pericolo per l’economia e la sicurezza alimentare dell’UE. La proposta di legge è stata approvata all’Europarlamento il 12 luglio 2023, dopo una serie di votazioni in bilico e con la clausola di un riesamino del testo. Nell’autunno 2023 questo riesame è stato portato avanti con il trilogo europeo, una fase di negoziazione che coinvolge il Parlamento, il Consiglio e la Commissione europei. L'accordo è stato raggiunto a fine novembre 2023, con la ratifica della Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare dell’UE. Infine c’è stata l’adozione formale nella plenaria Parlamento Europeo che ha approvato il regolamento il 27 febbraio, con 329 voti a favore, 275 contrari e 24 astensioni. Quella che sembrava ormai una formalità, l’approvazione da parte del Consiglio, si è appunto rivelata un ulteriore scoglio, e il voto contrario di 7 stati UE ha portato a un ulteriore procrastinazione dell’iter di approvazione.

Se da un lato i partiti di destra hanno guidato una forte opposizione alla Nature Restoration Law ed espresso il malcontento del mondo agricolo, dall’altra c’è stata una forte spinta perché la legge venisse adottata da parte di associazioni ambientaliste: la petizione online ha superato un milione di firme, ed è solo una delle iniziative in tal senso che ha ricevuto tale riscontro. Anche il mondo scientifico si è schierato fortemente a favore dell’approvazione del regolamento e lo stesso hanno fatto decine di aziende, incluse alcune multinazionali, oltre ai ministri dell’ambiente di 11 stati dell’Unione.

Ma cosa prevede esattamente la Nature Restoration Law?

Uno degli obiettivi principali è quello di ripristinare almeno il 20% degli habitat degradati entro il 2030, per arrivare al 90% nel 2050. Fino al 2030 le attività si dovranno concentrare prevalentemente nelle aree protette a livello europeo, quelle che fanno parte della Rete Natura 2000, istituite sulla base della Direttiva Habitat. In particolare, gli stati membri devono ripristinare almeno il 30% delle torbiere drenate per il 2030 e il 50% entro il 2050. Nelle aree agricole sarà obbligatorio misurare tre diversi indicatori di biodiversità (abbondanza farfalle comuni, stock di carbonio organico nei terreni, percentuale di superficie agricola con elementi caratteristici del paesaggio a elevata diversità) e ottenere per gli anni futuri un miglioramento degli andamenti di almeno due di questi parametri. Altro parametro di cui si vuole invertire la tendenza attualmente negativa è il numero degli impollinatori. Per quanto riguarda i corsi d’acqua, l’obiettivo è quello di ripristinare almeno 25.000 km di fiumi a scorrimento libero entro il 2030, attraverso l’eliminazione delle tante barriere obsolete ancora presenti. I fiumi europei contengono oggi più di un milione di barriere artificiali, e versano in uno stato di degrado delle acque. La rimozione delle barriere esistenti garantirà una maggiore continuità nelle reti fluviali, fondamentali per migliorare lo stato delle acque dell'UE e rafforzare la biodiversità. Per quanto riguarda le città, non sarà consentito un consumo suolo che vada a discapito delle aree verdi, e si dovrà al contrario incrementare progressivamente tali aree e la copertura arborea. A proposito di alberi, la Nature Restoration Law punta a un aumento della biodiversità forestale, attraverso una gestione che mantenga una diversificazione delle età degli alberi e delle specie, nonché garantisca un aumento della diversità e abbondanza delle specie di uccelli boschivi. Oltre a questo, sarà obbligatoria la piantumazione di nuovi alberi (almeno tre miliardi entro il 2030 in tutto il territorio UE)...

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