Elezioni francesi: in piazza vince la sinistra

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Se la piazza decidesse del voto, la sinistra vincerebbe alla larga. Il candidato dell’UMP Sarkozy aveva chiamato a raccolta la “maggioranza silenziosa” in Place de la Concorde, il cuore della Parigi borghese. E messo al lavoro i suoi geometri talchè la piazza sembrasse piena anche se semivuota, con transenne ovunque, pavesi e bandierone che garrivano nel vento a nascondere la vista, un palco ipertrofico, e quant’altro. Però, essendo la geometria figlia della rivolta operaia (Simone Weil), il colpo d’occhio misurava tra venti e quaranta mila persone.

Detto in termini più precisi, la piazza misura 35.000 metri quadri, cioè piena circa 70.000 persone (2 a metro quadro), ma era per metà e oltre occupata da strutture fisse, mentre nessuno stava lungo gli Champs Elysées o nelle vie dintorno. Quindi fate voi il conto. Insomma c’erano i militanti, poco più poco meno. Inoltre il discorso e la scenografia evocavano la tristezza di un potere vuoto, che ha cercato di alimentare soltanto la paura: arriva la sinistra, sarà come la Grecia, arrivano gli immigrati sarà come le banlieue in rivolta, e il vecchio Claude Lelouche un tempo buon regista a balbettare.

Sarkozy è apparso un uomo solo sull’immenso palco quasi scomparendo, forse impaurito, annusando vento di sconfitta. Persino le citazioni stonano, quella di Hugo specialmente, poiché il grande Victor è uno dei preferiti di Mélenchon, il candidato del Front de Gauche! D’altra parte ormai siamo al punto in cui un noto editorialista scrive “la credibilità di Nicolas Sarkozy è quella di un perfetto mentitore, incapace di fare la minima addizione.” Riferendosi agli errori di bilancio presenti nel suo programma. E ieri Le Monde ha divulgato la notizia che nel suo entourage starebbero litigando assai, poiché soltanto un massiccio voto dei centristi per il presidente uscente potrebbe rimetterlo in gioco. Ma il nostro si è spostato troppo a destra, e fatica a rimettere la barra al centro, nonostante i ripetuti inviti ieri a mezza bocca, oggi sempre più larga, verso Bayrou il candidato del Modem, la democrazia cristiana transalpina all’incirca, affinché accetti di esser primo ministro in pectore, solo che in pectore di uno che barcolla e potrebbe perdere è come niente, quindi Bayrou rifiuta le avances, aspettando i risultati del primo turno.

Andando invece al meeting di Hollande sull’esplanade di Vincennes, Parigi, altra musica, quella dei Kassav, una band tutta nera e circa 80.000 persone: l’esplanade misurando 40.000 metri quadri tutta piena fitta di gente. Tra il pubblico Martine Aubry, molto sorridente, a dire la presenza della sinistra socialista, nonchè gli altri dirigenti, sparpagliati qua e là, sul palco con Hollande un folto gruppo di giovani, manco a dirlo multietnico e multiculturale. Un discorso tutto rivolto a una mobilitazione straordinaria, i socialisti stanno praticando il porta a porta massivamente, perché il risultato del primo turno sia il più alto possibile. Se Hollande arrivasse davanti a Sarkozy, e Mélenchon Front de Gauche davanti a Marine Le Pen FN, allora la strada per la vittoria socialista al secondo turno sarebbe in linea di principio e di matematica abbastanza agevole. Mélenchon, che ha imposto ai due candidati maggiori di scendere in piazza, cosa che mai almeno nella mia esperienza era accaduto durante una campagna elettorale per la carica di Presidente. Soltanto De Gaulle chiamò in piazza la “maggioranza silenziosa” dopo il maggio ’68, e vennero in mezzo milione lungo gli Champs Elysées. Non è solo che inseguono il candidato del Front de Gauche, è che nella situazione di crisi e tensione sociale, costellata di lotte parecchio dure, la democrazia puramente elettorale sembra non bastare più, la gente i cittadini vogliono sempre più contare e pesare in prima persona.

Dicevo di lotte dure: per esempio rimanendo a Marsiglia venerdì 13 Aprile due scuole erano occupate dai genitori contro la riduzione del numero di insegnanti, e in una, a Peynier, i genitori hanno “trattenuto” in ufficio la direttrice per un pomeriggio intiero, forma di lotta fino a ora praticata solo dagli operai. E proprio sulla spiaggia di Marsiglia Le Pradò, Mélenchon ha riunito sabato 14 circa 100.000 persone, sul bordo del mare con i windsurf che prendevano l’onda a vela spiegata. L’onda del Front de Gauche che tiene e cresce. Un’onda di cui torneremo a parlare, anche per discutere se è tutto oro quello che luccica.

Bruno Giorgini da E-Ilmensile

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