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Dossier/ Contaminazione dell’acqua: mamme arrabbiate nel mondo
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Foto: Atlanteguerre.it
Avete mai visto una mamma incazzata? Non intendo una mamma nervosa o irritata o arrabbiata. Parlo proprio di una mamma incazzata. Così incazzata che quando la guardi con la coda dell’occhio vedi i fulmini uscirle dagli occhi e il fumo dalle orecchie. Mia madre, quando facevo qualcosa che proprio non andava bene, si trasformava in un’atleta: campionessa olimpica di lancio della ciabatta ad altezza ginocchia. E non parliamo di pantofole di spugna. Parliamo di calzature in sughero duro, durissimo. Io scappavo verso la mia stanza da letto, ma prima di arrivare alla porta, venivo colpito e atterrato come un birillo. Robe da Telefono Azzurro. Ecco… poi le mamme però sono le stesse che sono pronte a tutto per salvartela la vita. Immaginate tante mamme incazzate, unite, in Italia, in Europa, in America, nel mondo: donne pronte a combattere con tutte le armi a propria disposizione per difendere i propri figli, la salute dei figli, l’ambiente nel quale hanno costruito una famiglia, una vita. Sono le «mamme No Pfas».
Le cattive acque in cui nuotano gli Stati Uniti: il cinema che raccontà la verità attraverso i nuovi super eroi
Negli Stati Uniti il problema della contaminazione è raccontato nel libro «Exposure» di Robert Bilott, l’avvocato che da più di 20 anni si batte contro i giganti della chimica, a cominciare dalla società DuPont, che produceva i Pfas soprattutto per fare teflon, l’impermeabilizzante per pentole famoso nel mondo. La sua storia, la sua vita di supereroe civile – fra scartoffie, denunce e controdenunce – è raccontata nel film Dark Waters (Cattive Acque) di Todd Haynes. Parliamo di un film con un cast stellare, da Anne Hathaway, Tim Robbins e Mark Ruffalo, che recita la parte del protagonista, Bilott.
Mark Ruffalo, attore hollywoodiano impegnato nella difesa di ambiente e salute, di Dark Waters è anche produttore. Insomma ci ha messo anche i soldi. Lui, che nella saga Avengers impersona Hulk, in questa pellicola è eroico in un altro modo: combatte nelle aule giudiziarie (nel 2017 negli Stati Uniti si è arrivati a 3500 cause individuali e la compagnia DuPont ha finito per patteggiare 670,7 milioni di dollari). In Dark Waters Ruffalo (Bilott) non si strappa i vestiti e non diventa verde. Nessuno diventa verde, ma nel film, come nella realtà, ci si ammala e si muore a causa dei Pfas.
La filmografia statunitense è uno dei migliori veicoli di informazione. Ricordate il film Erin Brockovich? Il film di Steven Soderbergh – con Julia Roberts che interpreta il ruolo dell’attivista statunitense, nota per la sua battaglia sulla contaminazione da cromo esavalente, condotta con Ed Masry contro la Pacific Gas & Electric – è del 2000. Sono passati 21 anni e i problemi ambientali (legati allo strapotere delle multinazionali) negli Usa, come nel resto del mondo, sono ben lontani dall’essere risolti. Oggi Erin Brockovich – protagonista di una delle più grandi cause in materia ambientale nella storia degli Stati Uniti (333 milioni di dollari ai più di 600 residenti di Hinkley, California) – è presidente della Brockovich Research & Consulting e fonte di ispirazione per migliaia di donne nel mondo, impegnate nella difesa della salute collettiva, a cominciare da quella dei bambini...