Cooperazione invece delle armi: la proposta delle Acli sulla manovra

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“Il governo era partito bene unendo la delega alla cooperazione che già esisteva nell’ambito del ministero degli Esteri alla delega nuova per l’integrazione. Come ministro aveva scelto Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, una persona con una storia importante, che fa sperare in un impegno politico strategico. Nella manovra presentata in parlamento, però, si guarda solo all’Italia. Manca un ragionamento aperto al mondo. La cooperazione è la grande assente. Bisogna farla tornare, la politica se ne deve rendere conto”. Lo afferma il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, in un'intervista rilasciata all'agenzia missionaria internazionale Misna.

I tagli previsti dalla manovra economica non riguardano le spese militari: “Era lì che bisognava tagliare - spiega Olivero -. In un momento così drammatico per l’Italia si dovevano, tanto per fare un esempio, cancellare le spese miliardarie per i nuovicacciabombardieri F-35 già messe in bilancio. Bisognava almeno rinviare gli acquisti a una stagione meno difficile, sempre qualora fossero ritenuti necessari per la pace”.

Il presidente delle Acli chiede un rilancio della cooperazione internazionale: “Spero che si cominci al più presto a pensare alla cooperazione come a un altro modo di fare politica di pace. Bisogna ridurre le spese militari avviando allo stesso tempo un percorso virtuoso di cooperazione, che faccia giocare all’Italia un ruolo attivo per la giustizia tra i popoli. La credibilità dell’Italia in materia di cooperazione, per altro, è superiore a quella di cui gode in ambito militare.

Dobbiamo fare tesoro della nostra presenza diffusa nel sistema di mediazione e dialogo tra i popoli. Penso alla rete dei missionari italiani nel mondo, alla solidarietà dimostrata tante volte dai nostri concittadini. A livello internazionale l’Italia è ben vista per questo suo modo di costruire le relazioni. Il nuovo ministro Riccardi può concretizzare queste idee e farle abbracciare dal governo nel suo complesso”.

Anche sulla questione integrazione, “il governo è chiamato a definire una prospettiva di gestione dei flussi migratori intelligente. È un compito difficile, ma noi non ci arrendiamo. Le rivolte del Nord Africa ci insegnano che non possiamo guardare ai popoli della sponda sud del Mediterraneo senza farci carico dei loro problemi. Cooperazione e gestione dei flussi migratori devono essere intese come una politica unitaria, che ha l’obiettivo di far tornare il Mediterraneo una grande area di sviluppo.

Solo così l’Italia può riposizionarsi al centro dell’Europa. Le migrazioni possono essere uno strumento prezioso per lo sviluppo di un popolo. Lo sappiamo dagli anni ’50, quando il lavoro dei nostri emigranti favorì l’affermazione dell’Italia in Europa. Questo governo ha la possibilità di far cambiare gli occhiali con i quali guardiamo al mondo. Mi ha colpito quando Riccardi ha detto di aver due compiti: l’integrazione dei cittadini stranieri con gli italiani, ma anche quella degli italiani con i cittadini stranieri’”.

Andrea Olivero (presidente nazionale delle Acli)
Intervista rilasciata all'agenzia missionaria internazionale Misna

Fonte: Acli

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