“Il ministro della Difesa sia figura super partes, faccia tagli e riforme urgenti”

Stampa

“Il Ministro della Difesa del Governo che sta per nascere dovrà predisporre un Nuovo modello di difesa che risponda alla nostra politica estera e permetta un forte risparmio di denaro pubblico da destinare alla crescita del Paese; per questo deve essere una figura super partes, quindi sicuramente non un ex-generale”. E’ quanto chiedono con una dichiarazione congiunta la Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci! e la Tavola della Pace.

“Il Consiglio Supremo di Difesa – dichiara Massimo Paolicelli della Rete Italiana per il Disarmo – ha invitato più volte il Governo uscente a razionalizzare e riqualificare la spesa, tanto che nel 2009 è stata anche costituita una ‘Commissione di alta consulenza e studio per la ridefinizione complessiva del sistema di difesa e di sicurezza nazionale’ della quale però non si è saputo più nulla. Nel frattempo persistono sovrapposizioni e sprechi con la contraddizione che siamo il decimo Paese al mondo per spese militari ed il prossimo anno ci accingiamo a spendere in momento di crisi nera per il Paese oltre 23 miliardi di euro per avere poi Forze Armate sull’orlo dell’inefficienza”.

“La prima questione da affrontare – sostiene Giulio Marcon, coordinatore della campagna Sbilanciamoci! – è quella dell’acquisizione di nuovi sistemi d’arma. Siamo sicuri che il nostro Paese abbia bisogno di 131 cacciabombardieri d’attacco, 121 aerei da difesa, utilizzabili anche per l’attacco, 2 portaerei, centinaia di elicotteri e numerosi blindati e carri armati? Il primo gesto che ci aspettiamo dal nuovo Ministro è quello di rinunciare all’acquisto dei 131 cacciabombardieri F35, permettendo un risparmio di almeno 15 miliardi su 14 anni”.

“L’altro quesito da affrontare – afferma Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace – è quello riguardante l’effettiva utilità di oltre 180.000 soldati, con una presenza maggiore di comandanti rispetto ai comandati, ma con il paradosso di non riuscire poi ad inviare in missione all’estero più di 7.000 militari. E’ sempre più evidente che questo sistema è stato voluto per giustificare lo spropositato numero di graduati: oltre 500 generali ed un numero doppio rispetto al necessario di marescialli, senza contare le conseguenze dirette sull’armamento. Bisogna ridurre drasticamente il numero dei militari, permettendo agli esuberi di transitare, previa specifica formazione, in altre amministrazioni dello Stato”.

“E’ evidente – conclude Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo – che una cura dimagrante così pesante può essere prescritta solo da una figura che non abbia avuto un coinvolgimento diretto con la struttura interessata. Snellire il nostro strumento militare, non è solo necessario, ma è anche conveniente. Infatti come evidenziano ormai numerose ricerche a parità di fondi investiti, si potrebbero creare rispetto alla Difesa e al collegato comparto militare-industriale quasi il doppio dei posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili e il triplo nel settore dell’educazione”.

In questo momento di crisi e di sacrifici all'orizzonte per tutti (compito che pare il nuovo Governo andrà ad assumersi) le tre organizzazioni sottolineano come le richieste portate avanti congiuntamente sul tema della Difesa e delle scelte militari del nostro paese non dovrebbero stare a cuore solo di chi si impegna da tempo per un percorso di disarmo, ma di tutti i cittadini italiani a cui non si può far pagare - da soli - una crisi derivante anche dalle scelte sbilanciate (anche in campo di spese militari) degli ultimi anni. [GB]

 

Gratis. Questo articolo è gratis. Anche un tuo click di ringraziamento potrebbe essere gratis. Potremmo vincere un'ambulanza da donare gratis ad un'organizzazione in Kenya.Clicca qui: è gratis.

Ultime notizie

I sommersi!

08 Settembre 2025
Entro il 2100 il livello marino sulle coste italiane potrebbe aumentare di circa un metro. (Alessandro Graziadei)

Stretching Our Limits

06 Settembre 2025
Torna Stretching Our Limits, l’iniziativa di Fondazione Fontana a sostegno delle attività de L’Arche Kenya e del Saint Martin.

Il punto - Il balletto delle "alleanze fragili"

05 Settembre 2025
Nel balletto delle “alleanze fragili”, una partita fondamentale la sta giocando il genocidio a Gaza. (Raffaele Crocco)

Dossier/ Materie prime critiche (2)

03 Settembre 2025
L'estrazione dei minerali critici per la transizione energetica genera tensioni in tutto il mondo. (Rita Cantalino)

Una grammatica sociale

01 Settembre 2025
Questo mese nel podcast ALTRO MODO parliamo del progetto Strade Maestre, un esperimento formativo in cui il percorso scolastico si svolge in cammino. (Michele Simeone)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad