Contromafie: urge una legislazione unificata antimafia e un codice etico in politica

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Un testo unico della legislazione antimafia, un'Agenzia nazionale per la gestione dei beni sottratti alle mafie e un'Authority indipendente per contrastare il fenomeno del riciclaggio dei capitali di provenienza illecita. Sono alcune delle principali richieste presenti nel "Manifesto per un mondo liberato dalle mafie" (in .pdf) redatto a conclusione di Contromafie 2009" la seconda edizione degli 'Stati Generali dell'Antimafia' convocati da Libera nei giorni scorsi a Roma.

Tre giorni di confronto e di analisi con le tante associazioni della rete Libera fondata da don Luigi Ciotti. Il manifesto è frutto del lavoro di diciassette gruppi a cui hanno partecipato 100 relatori e oltre 2500 persone provenienti da tutt'Italia, dall'Europa e dai paesi sudamericani. Un manifesto che - come sintesi dei lavori - non contiene solo gli impegni che l'associazione intende assumersi per i prossimi tre anni, ma anche le richieste da avanzare alla politica: il manifesto sarà infatti consegnato al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato e alle Istituzioni europee.

Il manifesto chiede "al Governo, al Parlamento e alle forze politiche" di approvare un testo unico della legislazione antimafia e garantire una più efficace azione di contrasto; istituire un'Agenzia nazionale per la gestione dei beni sottratti alle mafie; istituire un'Authority indipendente contro la corruzione dotata di poteri ispettivi e di controllo; istituire un'Authority indipendente per contrastare il fenomeno del riciclaggio dei capitali di provenienza illecita; estendere a livello europeo la normativa che prevede l'utilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie; abolire tutte le discriminazioni a danno dei familiari di vittime innocenti; armonizzare le norme esistenti e garantire un effettivo riconoscimento, in sede civile, del danno biologico, di relazione e morale.

Non mancano gli inviti espliciti al mondo della politica al quale Libera chiede di "colpire i legami tra mafia e politica attraverso la revisione del reato di voto di scambio e della normativa sui comuni sciolti per mafia" e di "adottare un codice etico che impedisca la presenza nelle istituzioni di persone condannate o rinviate a giudizio per gravi reati". Sul piano educativo il manifesto di Libera chiede di "affermare la centralità della scuola, dell'università e delle altre agenzie formative, nella definizione di nuove politiche sociali; difendere, in ogni sede, il diritto all'informazione garantito dall'articolo 21 della Costituzione e infine di dedicare, con un provvedimento legislativo, la Giornata del 21 marzo di ogni anno alla memoria di tutte le vittime di mafia.

E proprio al mondo della politica è rivolto il monito di don Ciotti. "Oggi - ha detto il sacerdote - sono avvelenati i 'pozzi della politica'. Bisogna cambiare falda trovare acqua pulita, acqua nuova. Una politica che sia veramente per il bene comune". "Si sente un gran parlare in questi giorni di un papello che sarebbe la prova documentata di una trattativa tra mafia e Stato. Non vogliamo sottovalutare la gravità dei fatti su cui sono in corso le indagini, ma non esiste forse oggi un papello che è sotto gli occhi di tutti ed è fatto di scelte incoerenti come i provvedimenti che riducono l'efficacia dell'azioni di contrasto - vedi l'uso delle intercettazioni - o quando assistiamo al mancato scioglimento di amministrazioni comunali utilizzando scorciatoie che creano pericolosi precedenti, come nel caso del comune di Fondi, o il provvedimento dello scudo fiscale e il tentativo gravissimo di limitare l'autonomia della magistratura. Queste sono scelte incoerenti - ha concluso don Ciotti - che fanno esultare le mafie".

Gli Stati generali dell'Antimafia propongono anche una legge di iniziativa popolare per l'introduzione nel codice penale dei "delitti contro l'ambiente" e chiedono un'attenzione particolare da parte della televisione: la Rai dovrebbe "assicurare nei suoi palinsesti spazi di informazione e approfondimento sui grandi problemi sociali del Paese nel rispetto di quanto previsto dal contratto di servizio pubblico". Il manifesto non manca di ricordare -come richiesto dalle Nazioni Unite - di "istituire una Commissione nazionale per i Diritti Umani per garantirne il pieno ed effettivo rispetto a partire dai diritti dei migranti".

"Il reato di immigrazione clandestina è un mostro giuridico" - ha commentato don Ciotti. "Chi arriva - ha aggiunto - deve essere accolto e per lui bisogna costruire percorsi. La sicurezza è un diritto di tutti i cittadini, le paure devono essere colte, ma penso che si debba evitare il reato di clandestinità che non tiene conto delle persone".

Sabato scorso don Ciotti ha voluto testimoniare la sua solidarietà anche alle migliaia di persone che hanno manifestato ad Amantea. "Da Contromafie ad Amantea si sta costruendo insieme con corresponsabilità, l'unico ponte vero e necessario che il nostro paese ha bisogno basato sui pilastri di verità e giustizia. Al Governo di questo paese chiediamo di far salire a galla la nave dei veleni e con essa i responsabili che in questi anni hanno causato l'inquinamento fisico e morale di una terra meravigliosa come la Calabria" - ha detto il fondatore di Libera.

In apertura dei lavori don Ciotti aveva denunciato i "segnali preoccupanti provenienti da alcuni territori" e la "troppa neutralità" della Chiesa: "Va detto una volta per tutte che non esiste una mafia devota" - ha affermato. E aveva ricordato che "la lotta alla mafia non è solo repressione del crimine organizzato. Non si può lottare senza politiche sociali, opportunità per le persone deboli, interventi economici mirati, diffusione dei diritti. Essere duri con la mafia significa costruire una società meno diseguale". [GB]

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