Ciao auto

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Verrebbe da dire: ciao auto. Per gli italiani l’automobile, simbolo negli anni ’60 del secolo scorso dell’emancipazione individuale e della ricchezza collettiva del Paese, sta diventando un problema. Anzi: a ragionare sulle statistiche, si sta trasformando in un sogno.

Aumenta, infatti, il numero di persone convinte di non potersela permettere, almeno nuova e cresce anche la convinzione che costi di acquisto e manutenzione siano cresciuti troppo. A spiegarlo, qualche settimana fa, è stato un rapporto dell'Osservatorio Internazionale Findomestic. Gente che di tendenze d’acquisto se ne intende. Bene: è emerso che più della metà degli italiani - il 52% - teme di non poter più acquistare un veicolo nuovo per mancanza di denaro in rapporto all’aumento dei prezzi. La stessa percentuale di persone, pensa che oggi è più difficile acquistare un’auto rispetto ai tempi passati, alla generazione dei loro genitori. Fate attenzione: questa medesima preoccupazione, nel Mondo si attesta attorno al 42%, cioè dieci punti percentuali in meno. Italiani impauriti, quindi. Lo conferma il fatto che per il 79% degli intervistati l’auto richiede importanti sacrifici economici. Per l'86% l’automobile ha visto i costi di utilizzo e manutenzione aumentare eccessivamente negli ultimi anni. 

Nella percezione condivisa, infine, anche i costi di utilizzo sono visti in rapido aumento: ne è convinto il 55% degli intervistati. A pesare, soprattutto, è il prezzo dei carburanti. 

Insomma, il sogno dell’auto è andato in crisi, ma la situazione complessiva della mobilità fa sì che l’automobile rimanga lo strumento fondamentale per gli spostamenti. Piani alternativi per la mobilità sostenibile paiono inesistenti, sia collettivamente, sia individualmente. Così, il 68% degli automobilisti italiani si dice comunque “non disposto” a rinunciare all’auto, anche perché il 45% non può farne a meno per gli spostamenti quotidiani: non ha alternative disponibili. Per quattro su dieci, poi, è indispensabile anche per viaggi e tempo libero.

A questo punto, le soluzioni adottate da molti italiani per continuare a usare l’auto sono, soprattutto, nel taglio dei costi. Sette persone su dieci dichiarano di aver adottato strategie specifiche: il 48% ha limitato gli spostamenti, un altro 48% confronta con maggiore attenzione i prezzi alla pompa e il 41% ammette di aver imparato a dosare il piede sull’acceleratore. Inoltre, il 30% ha ridotto le spese per l’assicurazione, mentre il 26% cerca prezzi migliori sul fronte della manutenzione. Infine, almeno sul fronte dell’acquisto, le statistiche dicono che chi vuole comperare si sta avvicinando soprattutto ai marchi che garantiscono il low cost di buona qualità. Un cambio di scenario importante che di fatto non cambia nulla: l’automobile resta in Italia al centro delle strategie sulla mobilità. Con buona pace delle politiche ambientali.

Raffaele Crocco

Sono nato a Verona nel 1960. Sono l’ideatore e direttore del progetto “Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo” e sono presidente dell’Associazione 46mo Parallelo che lo amministra. Sono caposervizio e conduttore della Tgr Rai, a Trento e collaboro con la rubrica Est Ovest di RadioUno. Sono diventato giornalista a tempo pieno nel 1988. Ho lavorato per quotidiani, televisioni, settimanali, radio siti web. Sono stato inviato in zona di guerra per Trieste Oggi, Il Gazzettino, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Liberazione. Ho raccontato le guerre nella ex Jugoslavia, in America Centrale, nel Vicino Oriente. Ho investigato le trame nere che legavano il secessionismo padano al neonazismo negli anni’90. Ho narrato di Tangentopoli, di Social Forum Mondiali, di G7 e G8. Ho fondato riviste: il mensile Maiz nel 1997, il quotidiano on line Peacereporter con Gino Strada nel 2003, l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, nel 2009. 

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