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#Brexit... Non tutto è perduto!
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Credo che le conseguenze negative del voto inglese siano soprattutto simboliche. Vince la chiusura, il “sovranismo” che finisce sempre nel nazionalismo e nella xenofobia. E questo segnale aiuterà tantissimo le posizioni più oltranziste in Francia, Olanda, Danimarca, … Anche in Germania. Ovunque. Forse altri Paesi si staccheranno, ma una certa idea di Europa è sicuramente finita.
Ci vorranno anni per ricominciare. In questo tempo si procederà a negoziati molto complessi che richiederanno grandi energie, distolte da quelle che dovrebbero essere impiegate per risolvere i problemi veri. I trattati europei sono complicatissimi, burocratici, farraginosi…
La storia va comunque in un’altra direzione. I Paesi europei sono uniti esclusivamente sotto l’ombrello della Nato, a guida americana. Addio difesa europea, addio politica estera europea. Ma ci sono mai state? La globalizzazione non si ferma, l’Europa sarà sempre più marginale. Potrebbe autodistruggersi ancora una volta: indipendenza “nazionale”, confini, barriere economiche, dispute di vario tipo, conflitti latenti, conflitti cruenti. Lo abbiamo già visto. D’altra parte le comunicazioni e le nuove tecnologie impediscono questa chiusura. La tensione sociale è comunque garantita.
Lo spazio globale resta sempre quello. Il mondo è sempre più interdipendente. Chi crede di invertire la rotta si illude e condanna se stesso e il proprio Paese è la marginalità. Tuttavia la democrazia, come l’abbiamo conosciuta, non risponde più a questo cambio di interpretazione dello spazio. Tutti i luoghi sono ormai interconnessi; è fuori tempo chiudersi nel proprio fortino. Si può fare, ma alla lunga provocherà solo danni.
Non si poteva andare avanti così escludendo sempre i cittadini dalle decisioni. Il futuro è drammaticamente incerto, ma forse soltanto un nuovo inizio (ma chissà quando giungerà) ci potrà salvare. Occorre un nuovo modello di democrazia, conscio dell’interdipendenza del mondo. A livello di informazione e di formazione, nel nostro piccolo, cercheremo di andare sempre in questa direzione. Quella giusta.
Piergiorgio Cattani

Nato a Trento il 24 maggio 1976. Laureato in Lettere Moderne (1999) e poi in Filosofia e linguaggi della modernità (2005) presso l’Università degli studi di Trento, lavora come giornalista e libero professionista. Scrive su quotidiani e riviste locali e nazionali. Ha iniziato a collaborare con Fondazione Fontana Onlus nel 2010. Dal 2013 al 2020 è stato il direttore del portale Unimondo, un progetto editoriale di Fondazione Fontana. Attivo nel mondo del volontariato, della politica e della cultura è stato presidente di "Futura" e dell’ “Associazione Oscar Romero”. Ha scritto numerosi saggi su tematiche filosofiche, religiose, etiche e politiche ed è autore di libri inerenti ai suoi molti campi di interesse. Ci ha lasciati l'8 novembre 2020.