A 79 anni da Hiroshima e Nagasaki continua l’azione per un mondo senza armi nucleari

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Immagine: X.com

Senzatomica e Rete Italiana Pace e Disarmo rinnovano l’impegno per il disarmo, le iniziative in tutta Italia. 

Questa settimana ricorrono 79 anni dai devastanti attacchi atomici statunitensi contro Hiroshima e Nagasaki, che hanno ucciso più di 210.000 persone, tra cui circa 38.000 neonati e bambini. Il 6 e il 9 agosto del 1945 hanno segnato un “prima” e un “dopo” nella storia dell’Umanità, che da qual momento ha avuto la consapevolezza di aver prodotto un arma capace di portare una minaccia esistenziale per tutte le donne e per tutti gli uomini.

Ancora una volta la mobilitazione “Italia, ripensaci” promossa da Senzatomica e Rete Pace Disarmo intende utilizzare questa occasione per onorare la memoria delle vittime e riaffermare un convinto impegno a garantire che simili tragedie non si ripetano mai più.

Le iniziative di Padova, Parma, Brescia, Verona, Cervia e tanti altri luoghi faranno riecheggiare la scelta di centinaia di città italiane che hanno approvato negli ultimi anni mozioni e risoluzioni a sostegno di “Italia, ripensaci” e dei quasi 100 Comuni che hanno aderito all’Appello delle Città promosso dalla International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN, premio Nobel per la pace 2017).

Proprio dalle città, i veri obiettivi delle armi nucleari che sono strutturalmente criminali in quanto colpiscono i civili (in particolare i bambini, come dimostra il Report appena pubblicato da ICAN), si alza forte la voce per scelte concrete di disarmo nucleare. Una voce che continueremo a rilanciare con il lavoro collettivo globale della società civile impegnata per il disarmo nucleare, a protezione della vita di tutte le persone.

Nessun ordigno è stato utilizzato dal 1945, ma gli oltre 2.000 test compiuti da allora hanno contribuito a rafforzare il pericolo. E oggi viviamo nella situazione di più alto rischio di utilizzo di armi nucleari della storia recente, esacerbato dall’acuirsi delle tensioni internazionali dovute ai conflitti in Ucraina e a Gaza, dall’aumento delle minacce nucleari, da nuovi accordi di condivisione del nucleare e da una spesa nucleare in costante crescita...

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