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Filippo Pozzato corre la sua olimpiade in Kenya
Sport
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Dove s’è cacciato Pippo Pozzato, escluso dal Coni per i giochi olimpici di Londra? In Kenya. Giusto. (l’avete letto nel titolo...non vale). E, più precisamente, a Nyahururu. Per ritrovar se stesso. Per rinascere.
Il ciclista su strada e pistard italiano già vincitore della Milano Sanremo 2006 e di due tappe del Tour de France oltre ad un secondo posto al Giro d’Italia approda all’equatore dopo il noto alpinista trentino e nostro testimonial Sergio Martini. Quest’ultimo ha già fatto un paio di volte tutti gli 8.000 al mondo; così, come per noi fare una ferrata.
Nyahururu non è solo una ridente località del Kenya famosa per le sua cascate (Nya – acqua che fanno rumore – hururu) ma, a proposito di sport, ha una delle piste di atletica più alte d’Africa ove sfrecciano i campionissimi kenyoti ed ove la nazionale tedesca si allenò prima di questa ed altre olimpiadi.
Pozzato, dopo l’amara esclusione, è, nonostante tutto, al top delle forma fisica. È felicissimo di essere all’equatore perché ha l’occasione di passeggiare tra le foreste, habitat naturale di elefanti e babbuini ove i fan di Unimondo stanno piantando una foresta che conta già 33.333 alberi a compensazione. Che significa? Parte dell’anidride carbonica che noi produciamo quassù in Italia viene compensata con la piantumazione di nuovi alberi all’equatore come da “accordi di Kyoto”. Monumenti utili un domani a frenare l’avanzata del deserto rafforzando il sogno di Wangari Maathai, già premio nobel per la pace: una cintura verde.
Un vecchio adagio: “ma son sempre gli alberi più grandi ad essere abbattuti” ma Pippo non si abbatte affatto. E corre per il Saint Martin; una delle più importanti organizzazioni kenyote basate sulla comunità dirette dal nostro presidente don Gabriele Pipinato. Essa ha come motto: “solo attraverso la comunità locale”.
Laggiù il noto ciclista è un vero e proprio testimonial e sta ritrovando le stesse motivazioni che lo portarono più volte in vetta al podio. Egli ha incontrato innanzitutto le persone con disabilità che si trovano presso una casa famiglia denominata Effathà (pdf). La casa segue la filosofia di Jean Vanier, un ex ufficiale di Marina che acquistò una piccola casa per ospitare tre adulti disabili.
Poi i “ragazzi di strada” che fuggono da fame e botte per crearsi, in strada, una microcomunità che vive spesso d’espedienti. Scaltri, furbi ed affamati. Il contraltare di molti ragazzi nei nord del mondo costretti a subirsi 4 ore di TV giorno ingoiando fast food e che la domenica hanno come alternativa la frequentazione di centri commerciali. C’è veramente da chiedersi, qui, chi sia il vero povero.
Il noto ciclista è entrato in punta di piedi presso la casa “Thalita Kum” per l’accoglienza di bambini con Hiv Aids con poche speranze di vita ove il male ha avuto la meglio. Ebbene, poco le mura da noi costruite e molto la comunità li fa rinascere o, meglio, resistere. Almeno per il tempo che gli resta. Trattasi di una risurrezione quotidiana. I ragazzi malati sperimentano ogni giorno la fatica della salita ripida e lo scalatore Pippo che si mangia le irte al 15% con scatti da paura è loro di conforto. Pazzesco come i bimbi in Kenya sappiano tutto del campione nostrano.
Infine Pippo ha condiviso il lavoro con il team per la Nonviolenza attiva ed i Diritti Umani che stanno operando alacremente per prevenire il conflitto alle prossime elezioni del 4 marzo 2013. Eh, si; non esiste solo la guerra preventiva. Anche i “costruttori di ponti, saltatori di muri ed esploratori di frontiera” (per dirla con Langer) sono all’opera da tempo.
Scrive don Marco Pozza: “lo sport è un dio davvero strano. Oggi ti bacia e t’illumina, domani t’allontana e ti offusca. E dalla gloria più luminosa sprofondi nell’anonimato più fastidioso”. Pippo non ha potuto partecipare alle olimpiadi di Londra. Il Coni gli ha contestato una sostanza dopante. Non si è arreso! Ha deciso di correre all’ombra delle acacie. Cascate rumorose. Pastori Samburu. Fenicotteri rosa. Lì non molla, rinasce. Pippo va fortissimo! L’oro è il sole al tramonto. Il podio il monte Kenya.