BNL: 30 milioni con Telethon, 445 col commercio d'armi

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"Positiva e lodevole l'iniziativa di Telethon a favore della ricerca. Molto meno positivo il fatto che i soldi raccolti confluiscano su un conto della Banca Nazionale del Lavoro (BNL) che nell'ultimo quinquennio si attesta come la terza 'banca armata' d'Italia". Così Giorgio Beretta, della Campagna di pressione alle 'banche armate' commenta la maratona per la raccolta fondi per la ricerca promossa da Telethon."Sarebbe ora che i promotori di Telethon chiedessero alla BNL di chiarire le operazioni che la banca svolge in appoggio al commercio delle armi. Si tratta di un giro d'affari di ben 445,6 milioni di euro nell'ultimo quinquennio con paesi in conflitto come Israele, nazioni altamente indebitate come Argentina, Messico, India, Pakistan, Bangladesh e Filippine e paesi dove le organizzazioni internazionali riportano reiterate violazioni dei diritti umani come Egitto, Malaysia e Brunei" - continua Beretta. "Solo negli ultimi due anni, la BNL segnala 5,82 milioni di euro di 'importi accessori' per questo tipo di servizi di cui una consistente parte è rappresentata dai 'compensi di intermediazione' intascati dalla banca" - sottolinea Beretta.

In effetti i dati della Relazione della Presidenza del Consiglio parlano chiaro. Con 61,9 milioni di euro nel 2000, 104,6 milioni nel 2001, 137,8 milioni nel 2002, 69,7 milioni nel 2003 e 71,6 milioni di euro di nel 2004, la BNL è al terzo posto tra le banche italiane per "importi autorizzati" al commercio di armi italiane. Tra destinatari di armi con cui BNL ha svolto operazioni appaiono, solo nel 2004, diversi paesi in conflitto come Israele (tra l'altro con 70,9 miliardi di dollari di debito è l'11 debitore mondiale tra i PVS). Paesi altamente indebitati come Argentina (con 166,2 miliardi di dollari di debito, terzo debitore mondiale tra i PVS), Messico (140 miliardi di dollari, sesto debitore mondiale), India (113,5 miliardi di dollari nono debitore mondiale), Filippine (62 miliardi di dollari, 12mo debitore mondiale) Pakistan (36,3 miliardi, 19mo debitore), Bangladesh (18,7 miliardi, 35mo debitore). Paesi dove le organizzazioni internazionali riportano reiterate violazioni dei diritti umani come l'Egitto (dove Amnesty International e Human Right Watch segnalano "torture, processi iniqui e restrizioni delle libertà civili"; la Malaysia: (con 49 miliardi di debito è il 16mo debitore mondiale e HRW riporta detenzioni arbitrarie e limitazioni dei diritti civili; il Sultanato dei Brunei dove Amnesty segnala che "la legge sulla sicurezza interna (ISA), consente la detenzione senza processo", "i sospetti criminali sono condannati alla fustigazione" che si applica anche ai "reati connessi all'immigrazione" e, in base allo stato di emergenza proclamato nel 1962, le garanzie costituzionali a tutela delle libertà fondamentali sono rimaste sospese.

"Alla luce di questi dati stupisce ancor di più la 'autocertificazione' da parte di BNL di un 'fondo etico' che - come riporta il sito internet della banca - 'sceglie solo titoli di aziende, paesi ed enti rispettosi dell'ambiente, della salute, della dignità umana e devolve a Telethon metà delle commissioni, a cui il risparmiatore aggiunge una quota solo se vuole'"- nota Beretta. "La ragione finora fornita dalla banca per l'attività svolta in appoggio al commercio delle armi è che si tratterebbe di operazioni 'legali e autorizzate'" - continua Beretta. "Non potrebbe essere altrimenti, visto che la legge 185/90 richiede queste autorizzazioni. Ma crediamo sia venuto il momento che la banca chiarisca ai cittadini il tipo di operazioni che svolge in favore del commercio delle armi, i sistemi d'arma per i quali la banca autorizza pagamenti dai paesi esteri per le ditte produttrici nazionali ed il valore dei compensi di intermediazione che la banca ne ricava" - conclude Beretta.

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