Pacchetto sicurezza: dai missionari dure critiche e inviti alla disobbedienza civile

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Numerose le prese di posizione del mondo missionario italiano in seguito all'approvazione in via definitiva al Senato del "Pacchetto sicurezza" (il testo). Critiche che si aggiungono a quelle espresse da molte associazioni la scorsa settimana.

In una nota il massimo organo dei missionari italiani, la Conferenza degli istituti missionari italiani (Cimi), esprime "sconcerto per quanto riguarda i provvedimenti sul tema degli immigrati". "Il decreto 'Sicurezza' è stato approvato alla Camera e al Senato della nostra Repubblica con voto di fiducia, ma non certo in un clima di fiducia" - sottolinea la Cimi. La Conferenza dei missionari è "ben consapevole che ogni stato ha il diritto-dovere di regolare le migrazioni, in pieno rispetto dei diritti umani dei propri cittadini e anche di ogni persona al mondo, come richiede la Costituzione della repubblica". Ma ribadisce che "come missionari siamo testimoni delle tragiche situazioni in cui sono costretti a sopravvivere centinaia di milioni di persone e famiglie a causa dell'impoverimento forzato e dei numerosi conflitti, con responsabilità anche internazionali".

In questo contesto - afferma la nota della Cimi - "meraviglia che il cosiddetto "Pacchetto Sicurezza" sia stato votato e approvato senza neppure tener conto delle cause che sono all'origine e concomitanti del drammatico fenomeno migratorio". Il provvedimento "dichiarando colpevole di "reato" ogni immigrato clandestino, la legge colpisce le persone più deboli, lasciando impuniti quegli organismi (noti o clandestini) che sono coinvolti - in modo illegale e criminoso - nel reclutamento, trasporto e sfruttamento dei migranti" - denuncia la Cimi.

I missionari si dicono preoccupati anche per "le enfatiche dichiarazioni di certi legislatori, che abbiamo avuto modo di ascoltare sulle televisioni e leggere sulla stampa". "Il fenomeno migratorio e la sua regolamentazione devono essere, invece, affrontati con alto senso di responsabilità e grande equilibrio, sulla linea di quanto affermato anche recentemente dal presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei). In questo contesto, i missionari chiedono al nostro Governo di "impegnarsi al prossimo G8 per promuovere in modo prioritario l'attuazione di tutte le promesse - più volte fatte e mai realizzate, a livello europeo e internazionale - verso un maggiore impegno di economia solidale e di equo sviluppo a favore dei popoli più bisognosi".

Altrettando dura la nota dei missionari Scalabriniani, da sempre impegnati in diverse parti del mondo nel sostegno umano e spirituale ai migranti. "Si tratta di un pacchetto di misure che ignora, di fatto, i diritti umani, i trattati internazionali e la dignità della persona umana. Una legge che produrrà sofferenze e difficoltà agli immigrati che, già per il fatto di essere irregolari, si trovano in una situazione di precarietà. E con il reato di immigrazione irregolare si legittima, a livello istituzionale, una ormai diffusa e accettata criminalizzazione dei migranti: di tutti i migranti, non solo di quelli senza documenti" - riporta il comunicato degli Scalabriniani.

Alla nota si aggiunge un editoriale di padre Lorenzo Bosa nella quale il direttore della rivista ‘Scalabriani’ denuncia che "il Governo italiano, approvando il pacchetto sicurezza, ha inteso assumere il ruolo di "battistrada" in ambito europeo per "farla finita" con l'immigrazione clandestina. Con l'approvazione del "reato di clandestinità" e del "respingimento" dei diseredati e di tutta l'altra sequela di provvedimenti contenuti nel decreto ha inteso anche dare "una svolta storica". Padre Bosa sottolinea infine "la paura e il sospetto che certe norme anziché combattere la clandestinità la alimentino" e avverte "il rischio e il timore che persino la solidarietà, che intende essere anche la nostra, verso questi poveri cristi, diventi un reato".

Decisa e critica anche la presa di posizione di p. Alex Zanotelli che definisce il provvedimento "razzista e xenofobo". "Mi vergogno di essere italiano e di essere cristiano" - esordisce il missionario comboniano "Non avrei mai pensato che un paese come l'Italia avrebbe potuto varare una legge così razzista e xenofoba. Noi che siamo vissuti per secoli emigrando per cercare un tozzo di pane (sono 60 milioni gli italiani che vivono all'estero!), ora infliggiamo agli immigrati, peggiorandolo, lo stesso trattamento, che noi italiani abbiamo subito un po' ovunque nel mondo".

"Questa legge - prosegue Zanotelli - è stata votata sull'onda lunga di un razzismo e di una xenofobia crescenti di cui la Lega è la migliore espressione. Il cuore della legge è che il clandestino è ora un criminale. Vorrei ricordare che criminali non sono gli immigrati clandestini ma quelle strutture economico-finanziarie che obbligano le persone a emigrare. Papa Giovanni XXIII° nella Pacem in Terris ci ricorda che emigrare è un diritto". "Vorrei far notare - continua il missionario - che la nostra Costituzione è stata scritta in buona parte da esuli politici, rientrati in patria dopo l'esilio a causa del fascismo. Per ben due volte la Costituzione italiana parla di diritto d'asilo che il Parlamento non ha mai trasformato in legge".

Padre Alex invita pertanto ad "avere il coraggio della disobbedienza civile". "È l'invito che aveva fatto il cardinale R. Mahoney di Los Angeles (California), quando nel 2006 si dibatteva, negli Stati Uniti, una legge analoga che definiva il clandestino come criminale. Nell'omelia del Mercoledì delle Ceneri nella sua cattedrale, il cardinale di Los Angeles disse che, se quella legge fosse stata approvata, avrebbe chiesto ai suoi preti e a tutto il personale diocesano la disobbedienza civile. Penso che i vescovi italiani dovrebbero fare oggi altrettanto". [GB]

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