Italia: bloccare il decreto 'Grande Fratello'

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Da una parte le forti critiche espresse dal Garante per la privacy Stefano Rodotà, dall'altra le proteste degli utenti on-line. Così la commissione giustizia della Camera è stata obbligata a modificare, seppur parzialmente, un contestato provvedimento che prevedeva la 'data retention', lo stoccaggio cioè di informazioni sugli utenti del traffico telefonico ed internet.

Per Rodotà la conservazione dei dati di traffico telefonico ed internet così come concepita dal decreto rappresenta un rischio per "le libertà costituzionali di comunicazione, associazione e manifestazione del pensiero".

La Commissione ha ritoccato il decreto sostituendo la generica terminologia "dati relativi al traffico" con la più specifica "dati relativi al traffico telefonico o alla corrispondenza in via telematica". Secondo Mauro Paissan, anch'egli membro dell'Autorità di garanzia sulla privacy, la nuova formulazione è migliore ma "è rimasta la conservazione dei dati sull'e-mail, che non esiste in nessun paese al mondo". Per questo, l'AIIP (Associazione italiana internet providers) ed AssoProvider chiedono che la Camera, coerentemente con il voto del 14 gennaio ed il parere della Commissione Affari Costituzionali, elimini in sede di conversione del Decreto Legge 345/03, ogni riferimento ai dati telematici.

Si annuncia quindi ulteriore dibattito in aula dove, secondo quanto espresso da Punto Informatico, testata giornalistica che dal 1996 si occupa della comunicazione in rete, potranno pesare, oltre alle numerose osservazioni già portate in Commissione, una sempre più diffusa opposizione in rete a quello che viene percepito come un decreto pericoloso e la petizione sottoscritta da 8.000 utenti consegnata nei giorni scorsi ai Presidenti di Camera e Senato.

Questi ultimi hanno ascoltato le ragioni degli utenti ed hanno promesso, nel giro di breve tempo, una risposta ufficiale. La mozione di protesta è stata inoltre depositata al Parlamento, in modo che rimanga agli atti e il dibattito parlamentare sia obbligato a tenerne conto.

Il 21 gennaio scorso Quinto Stato, infatti, ha consegnato ai Presidenti di Camera e Senato le oltre 8.000 firme raccolte per protestare contro il decreto denominato 'Grande Fratello': si tratta di un importante precedente perché per la prima volta una protesta partita dalla rete entra ufficialmente nelle stanze del potere e trova ascolto da parte delle più alte cariche dello stato. [DS]

Fonti: Quinto Stato, Punto Informatico, Il Secolo della Rete, Alcei, Assoprovider, Aiip.

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