Parlamento UE, è scontro sulla neutralità del web

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Arrivederci roaming…. Anzi no, addio… E precisamente dal 15 dicembre 2015. Il Parlamento europeo, infatti, ha dato il primo via libera al pacchetto sul mercato unico tlc che anticipa, rispetto al luglio 2016, la fine dei costi del roaming al 15 dicembre del prossimo anno.

Finalmente non ci dovremmo più porre il problema di quanto costerà chiamare o inviare un’email dal proprio cellulare all’estero: sarà semplicemente come farlo da casa, un grande passo avanti verso il consolidamento del mercato unico delle tlc, come ha detto la relatrice Pilar del Castillo (Ppe).

“Questo voto è una grande notizia”, ha commentato la commissaria Ue all’agenda digitale Neelie Kroes, che ha parlato di uno “spirito cooperativo” con l’Europarlamento per “assicurare un settore delle tlc dinamico, sano e competitivo”.

Con 30 voti favorevoli, 12 contrari e 14 astensioni, tra cui gli eurodeputati socialisti non soddisfatti dei provvedimenti sulla neutralità della rete, la Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia dell’Europarlamento ha avvicinato l’obiettivo, cioè quello di raggiungere un accordo con gli stati membri entro la fine del 2014, proprio sotto la presidenza italiana dell’Ue. Il voto finale dell’Aula di Strasburgo è fissato per il 3 aprile, la presidenza greca dell’Ue farà il punto della situazione al Consiglio Ue del 7 giugno, e sarà quindi la presidenza italiana a dover prendere in mano la situazione per cercare di chiudere entro fine anno.

Pacchetto mercato unico tlc: la fine del roaming

Se già grazie alla legislazione europea i consumatori hanno pagato sempre meno le chiamate in roaming e i messaggi all’estero (vedi grafico sotto), il testo approvato ora se tutto va bene dovrebbe eliminarli proprio i sovraccosti del roaming. Ma non sono solo fiori: se da un lato l’Europarlamento ne ha anticipato la fine al 15 dicembre 2015, dall’altro permette agli operatori di applicarli in alcuni casi eccezionali ed elimina il tetto ai prezzi delle chiamate internazionali.

Inoltre le società di tlc non potranno  bloccare o rallentare la connessione Internet a servizi o applicazioni concorrenti (leggasi Skype), ma potranno mantenere i propri servizi come video on demand purché non interferiscano con la velocità del collegamento degli altri consumatori.

Un colpo alla botte e un colpo al cerchio è il caso di dire…

Abbassamento tariffe roaming

Ma comunque, anche quando il roaming dovesse essere solo un brutto ricordo, per le società di telecomunicazioni non dovrebbe buttare male: a causa delle attuali politiche dei prezzi, stando ai calcoli della Commissione, si starebbero lasciando sfuggire un mercato di circa 300 milioni di utenti.

Pacchetto mercato unico tlc: la neutralità di Internet

Roaming a parte, il pacchetto per il mercato unico delle telecomunicazioni della Kroes prevede  anche una serie di norme specifiche per assicurare la neutralità della rete, che vanno a toccare le modalità di fornitura dei servizi specializzati offerti dalle società tlc.

L’emendamento passato degli scorsi giorni è quello di Pilar de Castillo Vera (spagnola, del Partito popolare europeo), mentre i sostenitori della neutralità della rete (tra cui Quadrature du Net) e vari attivisti preferivano quello di Catherine Trautmann (Gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici).

Entrambi gli emendamenti, come si legge sul  Corriere delle Comunicazioni, introducono un esplicito riferimento alla neutralità della rete ma con delle differenze.

L’emendamento approvato (Pilar de Castillo Vera) recita: “Il principio della neutralità della rete in un internet aperto significa che il traffico dovrebbe essere trattato ugualmente, senza discriminazioni, restrizioni o interferenze, indipendentemente da chi manda, da chi riceve, dal tipo, dai contenuti, dai servizi, dalle applicazioni, dai mezzi (su cui l’informazione viaggia)”.

Quello non passato (Catherine Trautmann) è apparentemente identico ma con la differenza (sostanziale secondo gli attivisti) che non contiene le parole in the open internet. Questo equivale a dire che la neutralità va garantita solo sulla normale internet pubblica. ”Tutte quelle imprese e organizzazioni che si affidano ai servizi specializzati, come il video-on-demand o la telemedicina – ha avvertito Luigi Gambardella, presidente dell’associazione delle telecom europee Etno - saranno toccate da queste norme con ripercussioni sul web nell’Ue. Regole stringenti come quelle avanzate oggi dal Parlamento europeo sono una minaccia all’Internet. È davvero quello che vogliamo?”.

Per la risposta non ci resta che aspettare il prossimo 3 aprile, giorno del voto finale dell’Aula di Strasburgo, e vedere che forma prenderà, a favore di chi e di che cosa, questo mercato unico delle telecomunicazioni.

Maria Letizia Fabbri

Fonte: pioniero.it

Questa pubblicazione è stata riprodotta con il contributo dell'Unione Europea, nel quadro dei programmi di comunicazione del Parlamento Europeo. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Unimondo.org e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vedi la pagina del progetto  BeEU - 8 Media outlets for 1 Parliament 

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