Georgia: l'Ue condanna Mosca, ma non per l'uso di cluster bombs

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Una condanna risoluta al riconoscimento unilaterale russo dell'indipendenza di Ossezia del Sud ed Abkhazia e la sospensione di tutte le riunioni previste con la Russia, finché Mosca non applicherà integralmente il piano di pace proposto dal presidente francese Sarkozy il 12 agosto scorso, ma lasciando aperta la porta del dialogo con Mosca. È il compromesso raggiunto ieri a Bruxelles dal vertice straordinario dei 27 paesi dell'Ue, convocato d'urgenza dal presidente di turno della Ue, Nicolas Sarkozy, per prendere posizione sulla crisi russo-georgiana. "Il compromesso alla fine raggiunto nasconde solo in parte la distanza esistente tra le diverse posizioni dei paesi europei, arrivati al summit con idee divergenti sulla linea da tenere nei confronti del gigante russo. E rischia di tradursi in un nulla di fatto, o quantomeno in un'ulteriore rinvio di qualsiasi decisione" - commenta Giovanna Marin di Lettera 22.

I capi di Stato e di governo dei 27 Paesi dell'Unione europea hanno comunque sgombrato definitivamente il campo dalla possibilità di sanzioni contro la Russia ma, allo stesso tempo, "hanno posto il Cremlino di fronte ad un bivio politico che sperano si risolva nel segno della comunicazione e del non-isolamento da parte di Mosca" - riporta da Bruxelles, Rosita Zilli per Osservatorio Caucaso. "Un vertice in un certo senso interlocutorio quindi, di attesa e di studio delle prossime mosse della controparte russa ma che non tralascia nel frattempo di dare tangibili segni di sostegno alla Georgia. Infatti, mentre le uniche decisioni di rilevanza immediata hanno riguardato il rinforzo alla missione Osce in Ossezia del Sud e l'invio di una missione esplorativa in loco volta a precisare le modalità di un impegno rafforzato dell'Ue sul terreno, Bruxelles non ha perso occasione per ribadire il suo forte sostegno alla ricostruzione del Paese, Ossezia del Sud ed Abkhazia incluse. I 27 hanno inoltre annunciato che assumeranno 'molto presto l'iniziativa di riunire una conferenza internazionale dei donatori per assistere la ricostruzione in Georgia" - nota Rosita Zilli.

Nessuna condanna invece per l'utilizzo da parte della Russia di cluster bombs documentato e denunciato da Human Rights Watch e dalla 'Campagna Internazionale per la messa al bando delle mine' (ICBL): le cluster bombs sarebbero state impiegate anche verso i convogli di profughi. Anche la la missione umanitaria di Libera ha accertato in "almeno 3 occasioni diverse l'utilizzo di bombe a frammentazione, addirittura nel centro della città di Gori". "Di fronte all'università di Gori vi sono i segni di uno degli ordigni che ha poi danneggiato l'area circostante. Identica cosa è successa nella piazza antistante il palazzo dell'amministrazione municipale. Infine un uomo ci ha mostrato il filmato di parte di un ordigno a frammentazione che ha sfondato il tetto di casa sua senza esplodere. L'ordigno è stato rimosso ma lui ha conservato il video" - riporta Michele Curto di Libera.

Intanto a Gori tutti i nuovi sfollati hanno raccontato all'Unhcr storie di intimidazioni e di percosse da parte dei miliziani nei villaggi della zona cuscinetto a nord di Gori. "Altre persone sono tornate a Gori perché non si sentivano al sicuro nei loro villaggi: hanno trovato le loro case danneggiate e saccheggiate ed il loro bestiame macellato. Hanno anche riferito di temere la presenza di mine" -riporta l'Unhcr. La missione di monitoraggio dell'Unhcr nei villaggi a nord di Gori, che ha avuto luogo mercoledì scorso, ha confermato che molte delle persone che sono tornate ai loro villaggi sono traumatizzate e spaventate. Nei giorni scorsi l'Unhcr ha chiesto a tutte le parti coinvolte nel conflitto in Ossezia del Sud di fare del loro meglio affinché "venga contenuto ogni nuovo focolaio di violenza", che potrebbe costringere nuovamente i civili a fuggire e aveva espresso "preoccupazione" riguardo alle notizie di nuovi movimenti forzati di popolazione causati da milizie armate impegnate in razzie a nord della città georgiana di Gori, vicino alla linea di confine con la regione autonomista dell'Ossezia del Sud. [GB]

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