Filippine: riso in 160 caratteri

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Che varietà di riso sono più consigliate per la prossima stagione? Come si usa questo nuovo fertilizzante? Potete darci dei suggerimenti sulla gestione dei nutrimenti del terreno? Vi chiediamo di inviare alla nostra cooperativa la vostra rivista e altre pubblicazioni sulle tecnologie agricole, qualche video, materiale fotografico e un kit diagnostico.

Sono alcune delle richieste che i risicoltori filippini digitano sul proprio telefono cellulare e inviano allo 09209111398, il numero del Farmers’ Text Centre, un centro informativo a distanza gestito dall’istituto governativo di ricerca sul riso PhilRice. Da lunedì a venerdì dalle 8 alle 17, una decina di “messaggiatori” (text agents), in contatto con vari esperti, cercano le risposte alle domande espresse dagli agricoltori di tutto il paese. Soprattutto di quelli che si trovano nelle zone più isolate, dove i cosiddetti agricultural technologists, tecnici stipendiati dallo Stato per disseminare sul territorio informazioni sulle tecnologie agricole disponibili, non arrivano. Di questi consiglieri itineranti ce ne sono circa 25 mila, un numero insufficiente per far fronte alle variegate esigenze degli oltre 2 milioni di risicoltori che vivono nelle 7 mila isole dell’arcipelago asiatico.

Alle prese con le sfide del cambiamento climatico e un territorio incline a terremoti, tifoni ed eruzioni vulcaniche, in balia del prezzo dettato dai grossisti ambulanti e limitati negli investimenti stagionali da una scarsa disponibilità economica, i piccoli produttori di riso, alimento base nella dieta di ogni filippino, si affidano al telefono. Agli operatori del Farmers’ Text Centre chiedono soprattutto informazioni sulle modalità d’uso delle tecnologie agricole e dei pesticidi, dove reperire manuali sulla risicoltura e come salvare un raccolto da un’improvvisa infestazione o da una tempesta tropicale.

Il progetto, finanziato dalla Open Academy for Philippine Agriculture, un partenariato tra istituzioni, università e organizzazioni di sviluppo, all’avanguardia nel campo dell’agricoltura digitale, si inserisce nella più ampia strategia governativa, che mira a incrementare la produzione di riso, fino a soddisfare il fabbisogno nazionale e non dover più ricorrere alle importazioni.

Inaugurato nel 2004 con un timido esordio di undici sms al mese, il centro oggi ne riceve in media più di 3 mila. Un risultato che va spiegato in parte con l’elevata diffusione della telefonia mobile e la popolarità degli sms tra i filippini, che ogni giorno inviano più di un miliardo di messaggi di testo. «Sebbene non tutti i piccoli agricoltori possiedano un telefono cellulare – spiega Jaime Manalo, esperto in ricerca scientifica di PhilRice - non è difficile per loro averne accesso perché possono prenderlo a prestito da un membro della famiglia o da un vicino. I telefoni cellulari nel mio paese sono una sorta di necessità».

Secondo Manalo, la ricetta del successo dei progetti di sviluppo, come il Farmers’ Text Centre, che utilizzano le nuove tecnologie per l’informazione e la comunicazione (ICT4D) sta nel mettere questi strumenti al servizio dei più poveri ed emarginati. Una categoria che nelle Filippine, con una popolazione totale di 93 milioni, di cui un terzo vive di agricoltura, conta 30 milioni di poveri e 13 milioni di persone denutrite.

Daniela Bandelli

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