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Montenegro: prima vittoria delle Ong per il Tara
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Il 14 dicembre il parlamento del Montenegro ha approvato la Dichiarazione per la difesa del fiume Tara proposta dal gruppo di organizzazioni non governative nel mese di agosto e sottoscritta da oltre 10.000 persone - riporta Osservatorio sui Balcani. Con la dichiarazione si impedisce la realizzazione di costruzioni che danneggerebbero il canyon del fiume Tara, considerato dall'Unesco "Patrimonio mondiale da difendere". La dichiarazione è stata votata dalla maggioranza dei deputati di opposizione, dal partito di governo SDP e dai partiti albanesi. Contrari i parlamentari del partito guida di governo DPS. Assenti il DSS, NS e il Partito liberale perché boicottano il lavoro del parlamento.
"E' la prima grande vittoria del settore non governativo sul territorio dell'attuale Unione statale. E, probabilmente, uno dei rari motivi di raggiungimento di una posizione unanime tra i versanti divisi del Montenegro" - riconosce il quotidiano Danas. Va notato, infatti, che la Dichiarazione ha rappresentato una forte coesione di organismi spesso in contrasto tra loro: la Chiesa ortodossa serba e quella montenegrina, l'Accademia delle scienze e della arti del Montenegro e l'Accademia di Duklja, oltre alla coesione della maggioranza dei partiti di opposizione. Tuttavia - aggiunge il quotidiano di Belgrado - mentre in Montenegro attorno a questa questione si sono uniti molti "verdi", la Serbia ha taciuto, come se il Tara fosse su un altro pianeta.
Le associazioni per la difesa del Tara salutano con favore la decisione, ma annunciano una nuova raccolta di firme per la promulgazione di una legge in difesa del fiume e del suo canyon. La dichiarazione infatti non ha valore di legge, ma obbliga politicamente e moralmente il governo a non impegnarsi nella realizzazione della centrale idroelettrica Buk Bijela in Bosnia Erzegovina in una zona che l'Unesco ha dichiarato "Patrimonio mondiale da difendere".
Va ricordato che per il progetto della diga, Montenegro e Bosnia Erzegovina hanno perso il sostegno della Banca Mondiale. La costruzione della centrale idroelettrica di Buk-Bijela sul fiume Drina nasce da un accordo tra la Republika Srpska e il Montenegro con l'impegno economico e tecnico di tre consorzi: la britannica EFT di Vuk Hamovic, quasi un monopolista dell'energia elettrica del Sud Est Europa, associato alla locale "Hidrogradnja", alla a slovena "Vijadukt" e alla croata "Montmontaza". [GB]