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La nonviolenza in carovana da Perugia a New Delhi
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Sabato 11 settembre a Bologna sosterà la "Carovana della pace Perugia-New Delhi". Il passaggio nel capoluogo emiliano previsto per le 18.00 verrà accolto in P.zza Nettuno dal nodo locale della Rete di Lilliput e dalle Donne in Nero che saranno presenti con banchetti informativi e striscioni. Gli organizzatori hanno chiesto a Gabriele Bassoli di presentare il progetto.
Il progetto "da Capitini a Gandhi, una strada per la non violenza" nasce un anno fa dalla collaborazione fra il Gruppo Teatrale ALIA e i Comuni di Perugia e Bologna. Ponendosi l'intento di rianimare il culto della non-violenza, attraverso una serie di iniziative, che si svilupperanno sulla rotta fra Perugia e New Delhi (India), che verrà percorsa in pullman da 14 artisti, nel periodo compreso fra l'11 Settembre e il 22 Ottobre. La prima data sarà a Bologna, proprio nell'anniversario dell'attentato alle Torri Gemelle, a partire dalle 18:00, in Piazza Nettuno, dove ALIA presenterà un evento di notevole interesse, un intreccio di teatro di strada, filosofia, dramma, riflessione e comicità grottesca. La Carovana presenta anche una mostra itinerante, con opere pittoriche e installazioni, sul tema della non violenza, che giungerà fino a New Delhi per essere regalata al Museo Mondiale della Non Violenza presso la Fondazione Gandhi, la cui Presidentessa, Sonia Gandhi, si è mostrata da subito interessata allo sviluppo del progetto.
Gabriele Bassoli, membro del Gruppo ALIA, spiega con quest'intervista, quali sono le aspettative nei confronti di un viaggio così lungo verso l'India:
Quale messaggio volete lanciare con la vostra carovana della non violenza?
La Carovana ALIA in due mesi attraverserà l'Est Europa, la Turchia, l'Iran, il Pakistan fino all'India con lo scopo di instaurare dialoghi, contatti e proporre approfondimenti con popoli così lontani, sul tema universale della non violenza. Convocheremo vere e proprie assemblee popolari, discuteremo di diritti civili, di rifiuto alla guerra, di tortura, di collettivismo e alfabetizzazione?..in realtà non pretendiamo di lanciare alcun messaggio, piuttosto, tenteremo di lasciare tracce della filosofia di Aldo Capitini, fondata sull'apertura al prossimo, attraverso l'attenzione agli altri come singoli individui, attraverso l'interesse per la libertà e la fantasia altrui, e il rifiuto della menzogna e il desiderio dello sviluppo di tutti ( che è la non violenza in sé). Giocando alla non-violenza con i bambini delle comunità comunicheremo anche coi loro genitori, abbiamo l'illusione di emancipare le loro coscienze e far si che si pongano nuove domande, esigendo delle risposte da sé stessi.
Come pensate di comunicare "la non-violenza", per esempio, a bambini iraniani? Forse l'unica forma possibile è proprio il teatro?
Interagendo con loro, teatralmente, sulla storia di un gruppo di soldati che impazziscono. Inviati al fronte, al confine col deserto, per combattere nemici invisibili, e non potendo scappare in alcun luogo, cuciono toppe colorate sulle grigie uniformi e, invece di sparare fuoco lo cominciano a sputare, piuttosto di combattere con la spada, cominciano a ingoiarla, costruiscono marionette per dar loro ordini e trasformano le armi in strumenti musicali e imparano a suonarli come fiati e cornamuse e diventando inconsapevolmente dei clown.
Il rifiuto della guerra, vista come madre infanticida, è lo psicodramma dei clown contro le stragi di innocenti, contro la sottrazione di enormi mezzi allo sviluppo civile, contro l'involuzione dell'educazione democratica e aperta, contro il soffocamento di ogni proposta di miglioramento, contro la fame, la morte, la fine?
Quindi pensate di creare un ponte fra la società civile pacifista italiana, di cui vi sentite messaggeri, e quella dei popoli che vi ospiteranno? Tutto questo solo col teatro? Non vi sembra un'utopia da clown, quasi una fiaba?
Certamente la dimensione artistica non è il fine ultimo ma solo un mezzo, useremo le dinamiche comunicative, del teatro e della musica, per instaurare un rapporto socievole e amichevole con le popolazioni locali, poiché secondo Aldo Capitini "la festa è la piena realizzazione della compresenza e dell'omnicrazia, unendo i singoli in una collettività". Lo nostre culture solo lontane solo in ottica politica, poiché concettualmente secondo Aldo Capitini "fa sempre comodo costruire due blocchi politico-militari, per poi separarli culturalmente, cosicché siamo portati inconsciamente a scegliere il male minore, che coincide sempre col nostro maggior vantaggio". Oltre l'ipocrisia e l'indurimento dei due blocchi, al di là del terrorismo e la forza della violenza espansionistica neoliberista senza scrupolo , "oggi, è certamente evidente che ci sono popoli, società civili e apparati istituzionali che cercano di vincere la paura del confronto e curiosamente si affacciano oltre il proprio confine, e ribellandosi comprendono il valore della dimensione collettiva dell'Uno-Tutti" identificandosi al di là del proprio bene, al di là del male altrui.
Questa tendenza, secondo Capitini "guarisce la politica dalla fretta e dalla sua impazienza, poiché la violenza, la frode, anche se strumenti di un processo con un obiettivo puro, finiscono per far perdere il fine reale, per il bene del singolo, a scapito della giustizia collettiva". Per finire, Gabriele, percorrerete 8000 km attraverso l'Europa e l'Asia del Sud, poi tutto si concluderà a New-Delhi ?
In realtà, il potenziale è davvero più' ampio, ad esempio, veicoleremo anche presidi sanitari, cassette del pronto soccorso, attrezzi da lavoro, impianti idraulici donati dai Vigili del Fuoco, che contribuiranno alla ricostruzione di Bam (Iran) colpito da un terremoto di quinto grado della scala Richter il 30 Dicembre 2003. Bam è solo una delle 21 città in cui ci fermeremo, per proporre le nostre riflessioni in chiave teatrale, alcune altre saranno Sofia, Istanbul, Ankara, Teheran, Jaipur, Karachi fino a New Delhi, dove termineremo il progetto consegnando le opere d'arte, di cui siamo custodi, nelle mani di Sonia Gandhi, come simbolo di unione pacifista integrale fra Italia e India. Stiamo già pensando al futuro, stringendo rapporti con organizzazioni importanti, affinché questa Carovana in gestazione, diventi un evento visibile e fruibile da tutti coloro lo desidereranno, magari a cadenza biennale, per creare, simbolicamente, una alleanza di opposizione non violenta all'inciviltà che pare immortale, e alla disumanità di chi sfrutta la guerra, chiamandola democrazia, per garantirsi poltrone e profitti.