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Iraq: rapimenti, no alla strumentalizzazione politica
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Il rapimento dei 4 operatori umanitari di Un Ponte Per e di Intersos avvenuto ieri a Baghdad ad opera di un gruppo armato non ancora bene identificato, impone la massima collaborazione da parte di tutti. Intersos, insieme a Un Ponte Per, si appella anzitutto alle forze politiche italiane affinché si eviti ogni forma di strumentalizzazione politica di questa drammatica vicenda. Intersos chiede inoltre che non si perda mai di vista il fatto che le persone rapite sono quattro: Simona Torretta, Simona Pari, Mahnaz Bassam, Ra'ad Ali Abdul. Va sottolineato il fatto che gli operatori e le operatrici locali sono la nostra spina dorsale: ci sostengono, ci aiutano, ci guidano, assumono responsabilità spesso molto pesanti.
L'appello di Intersos viene rivolto infine a tutte le comunità islamiche presenti in Italia - anche quelle che non erano state invitate ad aderire al recente manifesto - affinché chiedano la liberazione dei quattro rapiti e compiano ogni sforzo per coinvolgere in questa richiesta tutte le comunità islamiche all'estero con cui sono in contatto. Intanto l'Unione delle Comunità ed Organizzazioni Islamiche in Italia ha lanciato un messaggio ai sequestratori: "Chiunque voi siate e qualunque siano le motivazioni che vi hanno spinto a questo gesto, lasciate andare Simona Pari e Simona Torretta subito e senza condizioni, non lasciate che altra angoscia si assommi all' angoscia, testimoniate coscienza di un debito di riconoscenza nei confronti di coloro che hanno condiviso la sofferenza del popolo iracheno negli anni dell'embargo, che sono rimasti nel paese quando dal cielo piovevano le bombe, che non l'hanno abbandonato neanche in questi mesi orribili di confusione e violenza".
Il Centro Studi Difesa Civile si unisce all'appello per chiedere la loro immediata liberazione e si mette a disposizione per sostenere le iniziative che gli amici del Ponte decideranno di attivare. "Esigiamo che il governo italiano attivi nella massima trasparenza tutti i canali possibili e praticabili per la loro liberazione" ha concluso il messaggio del CSDC. Intanto l'Arci fa sapere con una nota che il movimento pacifista tutto è colpito direttamente. "Al governo italiano chiediamo di prendere -con serietà e determinazione- tutte le iniziative utili per la salvezza dei quattro sequestrati. Al popolo della pace facciamo appello perché prosegua l'impegno di sempre, rilanciando con energia la propria iniziativa. Non ci rassegniamo a vivere in un mondo impossibile. Alla guerra e la barbarie c'è una sola alternativa: un progetto politico fondato sulla pace, sulla giustizia, sui diritti umani".
Numerose le manifestazioni di solidarietà in tutta Italia: stasera a Roma sit-in alle 19 in piazza Vittorio e alle 19.30 davanti a Palazzo Chigi. A Napoli manifestazione alle 19 in Piazza del Gesù. A Milano, presidio indetto per domani a partire dalle 17.30 in piazza San Babila da Cgil, Cisl e Uil.
E la Tavola della pace propone a tutte le associazioni, istituzioni e agli enti locali di incontrarsi domani giovedì 9 settembre alle ore 16,30 presso la Casa dell'Associazionismo, in Via della Viola 1 a Perugia.
Intanto la maggioranza delle Organizzazioni non governative internazionali intende lasciare l'Iraq dopo il rapimento ieri a Baghdad delle due volontarie italiane Simona Pari e Simona Torretta, insieme a due operatori umanitari iracheni. Lo ha detto oggi il coordinatore delle attività delle Ong, Jean-Dominique Bunel, per il quale alcuni "operatori umanitari stranieri sono già partiti stamattina". Quanto alle Ong italiane, dopo una riunione cui hanno partecipato Focsiv, Intersos, Acli, Movimondo e Focolari, hanno deciso per il momento di restare. ''E' certo - ha spiegato ai giornalisti Sergio Marelli, il presidente della Focsiv, l'organismo che riunisce le Ong italiane - che occorre garantire la sicurezza degli altri nostri volontari rimasti in Iraq ma valutiamo che anche in questa situazione dobbiamo continuare la nostra missione a favore sia delle vittime del terrorismo che di quelle della guerra''. [AT/GB]
Altre fonti: Centro Studi Difesa Civile, Rainews 24, La Repubblica