Aids: conferenza a Bangkok, silenzio del governo italiano

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Sta per iniziare a Bangkok (Thailandia) la "XV Conferenza Internazionale sull'Aids" (11-16 luglio). I 20mila delegati sono riuniti per la prima volta in un paese del Sud-est asiatico dove vive un terzo della popolazione mondiale e si registrano oltre un quarto delle nuove infezioni da Hiv. Il tema della conferenza è "Accesso per tutti" e il movimento globale chiede libero accesso alle cure, all'istruzione e all'informazione soprattutto per i paesi più poveri dove vive il 90% dei circa 38 milioni di sieropositivi del mondo.

"La strada da seguire è quella tracciata alla XIII conferenza di Durban nel 2000 che portò alla nascita del movimento globale per l'accesso ai trattamenti, grande protagonista della vittoriosa battaglia del Sudafrica contro Big Pharma nel 2001 e che da allora non ha mai smesso di radicarsi ai quattro angoli del mondo, costruendo alleanze molto efficaci sia con il resto del movimento anti-liberista internazionale che, come all'ultimo vertice WTO di Cancun, con i governi dei maggiori Paesi del Sud del mondo" - sottolinea Vittorio Agnoletto in un editoriale di Lila-Cedius. E' di poche settimane fa la notizia che Brasile, India, Cina, Thailandia, Sudafrica, Russia, Nigeria e Uganda hanno deciso di lanciare una strategia comune per controbilanciare le posizioni dei paesi ricchi nel dibattito internazionale sui farmaci. "Una loro dichiarazione congiunta è attesa proprio in occasione della conferenza di Bangkok" - nota Agnoletto.

 

Sul sito Kaisernetwork.org in webcast la copertura completa delle conferenze e sommari delle giornate

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Per la prima volta nella tragica storia di questa malattia, è possibile ''cambiare il corso della storia'' e "salvare milioni di vite umane" afferma il recente Rapporto dell'Oms, l'Organizzazione mondiale della sanità. "Non ci sono più scuse: i malati di Aids vanno trattati ora" - ribadisce l'editoriale di Medici senza Frontiere, l'organizzazione da anni impegnata nella "Campagna per l'accesso ai farmaci essenziali.

A partire dal 1981, anno in cui è stato identificato il virus dell'Aids-Hiv, la malattia si è diffusa nel mondo a velocità elevatissime. Secondo il "Rapporto sull'epidemia mondiale dell'Aids 2004", presentato nei giorni scorsi a Londra dall'Unaids, il numero di sieropositivi nel mondo ha raggiunto i 38 milioni, nel 2003 sono state infettate 5 milioni di persone, 3 milioni sono decedute a causa del virus: dal 1981 sono oltre 20 milioni le vittime della malattia. L'epidemia si sta propagando rapidamente con preoccupanti aumenti in Cina, dove 10 milioni di persone potrebbero contrarre il virus entro il 2010, in Indonesia e Vietnam, mentre in India il numero stimato di sieropositivi ha già raggiunto i 5,1 milioni. Le spese mondiali in favore della lotta all'Aids sono passate dai 300 milioni del 1996 ai quasi 5 miliardi nel 2003, ma sono ancora pari alla metà dei bisogni per i Paesi in via di sviluppo fino al 2005.

In occasione della Conferenza Internazionale sono numerose le iniziative delle associazioni e delle Ong. La fondazione africana per la medicina e la ricerca Amref sarà presente con una nutrita delegazione per assicurare che non vengano dimenticati i bisogni dell'Africa dove vive l'80 per cento dei sieropositivi. ActionAid International presenta, oltre a cinque rapporti che analizzano gli ambiti di lavoro dell'organizzazione, "La Voce delle comunità" un documentario che raccoglie le difficoltà e le speranze delle persone sieropositive in Bangladesh, India, Kenya, Malawi, Nepal, Nigeria e Vietnam.

Spicca, in negativo, il silenzio del Ministero della Salute italiano. Sul sito del Ministero non appare alcuna notizia sulla Conferenza Internazionale di Bangkok, mentre vengono presentate le iniziative del Ministero nella lotta all'Aids in luoghi di villeggiatura e nelle località di maggiore richiamo per i giovani. Sono 120mila gli italiani malati o sieropositivi e ogni anno le nuove infezioni sono circa 3.500-4.000 (35% tra le donne e 20% tra gli stranieri): un rallentamento rispetto agli esordi della malattia (nel 1986 erano tra i 14.000 e i 18.000 i nuovi casi). [GB]

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