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Italia: taglio alla cooperazione e welfare equo
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Il mondo della cooperazione internazionale grida alla fine dell'aiuto allo sviluppo se verrà confermato dal governo italiano il taglio ai 250 milioni di euro per i fondi stanziati per il 2004. Secondo fonti dell'associazione ONG italiane non smentite, il decreto del Ministro Tremonti azzererà i fondi stanziati per il corrente anno a favore della Cooperazione Internazionale. In particolare si bloccheranno molte iniziative ed accordi già intrapresi tra cui il fondo globale per la lotta all'Aids, la tubercolosi e la malaria e l'impegno sulla lotta alla polio. A questo si aggiunge il taglio dei progetti di ricostruzione in Afghanistan e in Iraq, di emergenza in Darfur (Sudan) e tutte le iniziative a favore dell'Africa Sub sahariana.
"Un ulteriore colpo alla credibilità del nostro Paese - hanno affermato il Forum del Terzo Settore e l'Associazione delle ONG italiane - trattandosi di impegni assunti in ambito internazionale e a favore dei Paesi più in difficoltà". Da ricordare che per la cooperazione internazionale l'ultima Finanziaria aveva stanziato per il 2004 circa 530 milioni di euro. Siamo nella seconda metà dell'anno e metà di queti soldi sono già stati impegnati, Se il Decreto TagliaSpese effettuerà un taglio di 250 milioni di euro, la Cooperazione Internazionale sarà praticamente azzerata. "Il provvedimento del Ministro Tremonti ha lo scopo di regolare i conti pubblici sulla pelle dei poveri del mondo per far si che il governo si presenti al vertice Ecofin del 5 luglio dimostrando che il nostro Paese è nelle condizioni di tenere sotto controllo il rapporto deificit/pil. Questo decreto mette a rischio la sopravvivenza delle ONG che vantano 30 milioni di euro di crediti per progetti già approvati dal Ministero" - ha denunciato Sergio Marelli, presidente dell'Associazione ong italiane. ActionAid International definisce il taglio annunciato dal governo italiano una manovra che allontana ancora di più l'Italia dall'Europa. Con il taglio previsto l'Italia verrebbe meno agli impegni sottoscritti verso i paesi del sud del mondo al Consiglio Europeo di Barcellona del 2002 quando si era impegnata a investire almeno lo 0,33% del Pil nella cooperazione, a partire dal 2006.
Sempre in tema di programmazione economica parlando di stato sociale e welfare a Capodarco di Fermo verrà presentata da don Vinicio Albanesi la propria proposta per un welfare più equo durante la festa nazionale della Comunità di Capodarco. Secondo Albanesi la riforma del welfare, nonostante la Legge 328, è ferma: non solo per mancanza di risorse, ma per il prevalere, nello schema della convivenza sociale, della tutela nuda della salute. "La realtà sta dimostrando che la popolazione vulnerabile in una società evoluta è enormemente aumentata, senza risparmiare direttamente o indirettamente nessuno" ha dichiarato a Redattore Sociale don Vinicio Albanesi che ha precisato come "nessun disagio può essere dimenticato in quanto altrimenti si creano disuguaglianze e discriminazioni; è necessario che a livello centrale possono essere dati criteri generali di orientamento, lasciando ai singoli territori la gestione delle risposte in modo di attivare una serie di risorse altrimenti mancanti o sovrabbondanti". [AT]
Altre fonti: Redattore Sociale, Forum del Terzo Settore , Focsiv, Vita