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8.000 persone per la liberazione dei prigionieri politici
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dai volontari dell'Operazione Colomba
Circa ottomila persone hanno partecipato alla manifestazione per la liberazione dei prigionieri politici palestinesi, tenutasi a Ramallah. Nessuna insegna di partiti, tantissimi familiari dei detenuti, gente comune e qualche decina di internazionali. Tutti presenti per rendere evidente quanta sofferenza porta con sé ogni famiglia. Infatti, quasi la totalità dei nuclei familiari denuncia almeno un caso di detenzione. Attualmente circa 5.400 palestinesi, alcuni dei quali minorenni, sono detenuti nelle carceri del Governo d'Israele.
Molti sono i casi di "detenzione amministrativa", una modalità di incarcerazione senza accusa specifica o processo a carico, fuori da ogni logica di stato di diritto. Dal 1967, anno d'inizio dell'occupazione militare di Gerusalemme Est-Cisgiordania-Striscia di Gaza, a oggi, si contano circa 650.000 casi di detenzione per resistenza all'occupazione o per attività in partiti politici. Questo significa che il 20% della popolazione totale dei Territori Occupati Palestinesi è stata almeno una volta in carcere, cifra che corrisponde al 40% della popolazione maschile.
Alla manifestazione di oggi, ogni famiglia ha portato con sé lungo le vie della città, un grande poster con la fotografia del familiare incarcerato. Giunti in un piazzale, le 1500 immagini raffiguranti tutti gli attuali incarcerati provenienti dal distretto di Ramallah e Gerusalemme, sono state affisse l'una affianco all'altra, evidenziando un Muro di sofferenza eretto in questi anni dall'occupazione militare dell'esercito israeliano. Questa manifestazione è stata per i familiari dei prigionieri un'importante momento per esprimere il dolore e lo scoraggiamento di fronte alla sproporzione tra la pena inflitta e la gravità del fatto commesso.
L'indifferenza rispetto alle richieste di solidarietà che la società civile palestinese lancia alla comunità internazionale in forma nonviolenta, alimenta la convinzione che solo forme di opposizione estreme possano richiamare l'attenzione su una violazione dei diritti che diventa ogni giorno più insostenibile. Alla manifestazione erano presenti anche i volontari dell'Operazione Colomba- Corpo Nonviolento di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Fonte: Operazione Colomba