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Dossier – I portuali contro le guerre nel mondo. Nord Ovest Europa (3)
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Immagine da Unspalsh.com
Di Linda Maggiori
Anche nell’Europa occidentale, dal Mar Mediterraneo all’Atlantico, i porti sono crocevia di armi: dai porti francesi di Fos sur Mer (Marsiglia) a Le Havre, passando per i porti dei paesi baschi nell’Atlantico, Bilbao e San Sebastian, fino ad Anversa (Belgio), e poi risalendo fino al porto tedesco di Amburgo, e quello svedese di Goteborg, si susseguono proteste, blocchi e manifestazioni messe in atto dai lavoratori dei porti (compresi vigili del fuoco) in alleanza con i movimenti dei cittadini.
I portuali francesi, da Fos sur Mer a Le Havre
La Federazione Nazionale dei porti e banchine (Cgt) è il sindacato più grande di Francia, che sostiene attivamente anche le iniziative di blocco delle armi nella logistica a partire dai porti. Dall’epico blocco dei container diretto all’Arabia Saudita nel maggio 2019 al porto di Le Havre, fino al 4 giugno 2025 quando i portuali Cgt di Fos du Mer, (Marsiglia) hanno bloccato 19 pallet di componenti di mitragliatrici destinati all’azienda di armamenti Israel Military Industries (IMI) in Israele, mettendoli “sotto sequestro operaio”. “I portuali e i lavoratori del porto del Golfo di Fos non parteciperanno al genocidio in corso orchestrato dal governo israeliano” avevano dichiarato, rfutandosi di caricare i container. Oltre alle componenti per mitragliatrici, un altro carico fu fermato quel giorno, pieno di tubi di acciaio prodotti dalla società francese Aubert & Duval, utilizzati per armi di piccolo e grosso calibro, destinati anche questi alla Elbit System e pronti per essere imbarcato sulla Contship Era. I portuali di Fos-sur-Mer hanno identificato e isolato i colli, anche questi destinati alla Elbit Systems.
Come ha scoperto la rivista francese Disclose e dal media The Ditch, era almeno la terza spedizione di armi in pochi mesi: la prima spedizione era avvenuta il 3 aprile 2025: la nave Contship Era aveva caricato 26 pallet (circa 20 tonnellate) di materiali destinati a IMI, mentre la seconda spedizione era stata effettuata il 22 maggio e comprendeva due milioni di maglie (di tipo M9, usate per armi pesanti, e di tipo M27, compatibili con il Negev 5), entrambe usate dall’esercito israeliano contro i civili a Gaza. La rotta di queste navi prevede uno scalo a Genova e poi in genere a Salerno, infine ad Haifa. I pezzi in questione — chiamati "maglie" o "maillons" — sono prodotti a Marsiglia da Eurolinks, un'azienda francese. Servono a collegare i proiettili nelle armi automatiche. Israel Military Industries (IMI), filiale di Elbit Systems, è uno dei principali produttori di armamenti in Israele, il fornitore esclusivo delle Forze di Difesa Israeliane. Anche negli anni precedenti queste forniture erano avvenute e sempre con l’autorizzazione del governo francese. Ad ottobre 2023 Eurolinks aveva esportato 100.000 maglie prodotte nel proprio stabilimento di Marsiglia, a Imi, come rivelato da Disclosee Marsactu a marzo 2024.
I portuali di Amburgo e di Anversa
Nel 2019 Amburgo si era ribellata contro i traffici di armi caricati sulle navi Bahri, dirette all’Arabia Saudita, attuando vari blocchi. Il movimento “Ziviler Hafen” che raccoglie cittadini e portuali, ha come obiettivo fare di Amburgo un “porto libero dalle armi”. Da allora però le cose sono peggiorate, Amburgo è diventato un porto sempre più militarizzato e anche le proteste sono state duramente represse (in particolare quelle in sostegno alla Palestina). Il movimento ancora oggi continua a chiedere la fine di tutte le manovre militari e delle esercitazioni NATO nel porto di Amburgo, il rispetto del diritto internazionale, interrompere tutte le esportazioni di armi e convertire tutta la produzione di armi in attività socialmente significative, e invertire la rotta del riarmo. Pochi giorni fa (10 novembre 2025) attivisti hanno bloccato la linea ferroviaria che porta al porto di Amburgo per protestare contro la continua esportazione di armi da parte di Berlino verso l'occupazione israeliana.
In Belgio, nel mese di novembre 2024, i sindacati ACV-Transcom insieme alle federazioni dei trasporti e dei tecnici e quadri BTB e BBTK della confederazione sindacale socialista, indissero uno sciopero per fermare l’invio di armi e di munizioni destinate a Israele. Nell'estate del 2025 il tribunale di Bruxelles ha ordinato al governo fiammingo di bloccare ogni transito di equipaggiamento militare verso Israele dal porto belga di Anversa, uno dei più grandi d'Europa. Questo divieto è sorto dopo che era stato bloccato il transito di alcuni container con componenti militari destinati alla società di difesa israeliana Ashot...






