Stop alla complicità europea con Sharon

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L'approvazione ufficiale da parte del presidente Bush dei piani israeliani per Gaza e Cisgiordania è il colpo definitivo ad ogni possibilità di soluzione negoziata in Medio Oriente. Bush ha avallato non solo la costruzione del Muro dell'Apartheid, ma anche l'annessione ad Israele della maggior parte della Cisgiordania, compresa Gerusalemme, il che rende ridicola ogni affermazione in merito alla realizzazione di uno Stato palestinese. Si tratta, a suo modo, di una svolta storica, in quanto fino ad oggi nessuna amministrazione statunitense - per quanto legata a doppio filo ad Israele - aveva mai dichiarato apertamente di considerare carta straccia le Risoluzioni dell'ONU che condannano l'occupazione israeliana della Palestina e riconoscono il diritto al ritorno dei profughi palestinesi cacciati con la forza dalle loro terre dalla pulizia etnica israeliana.

La sola prospettiva aperta dalle scelte dell'amministrazione Bush è quella dell'annientamento del popolo palestinese. Non è difficile immaginare che queste scelte porteranno inevitabilmente ad un'ulteriore escalation di violenza da parte del governo Sharon, che ha dimostrato ancora una volta di essere il vero padrone delle chiavi della Casa Bianca, visto che tutti gli osservatori concordano sul fatto che il presidente Bush deve sottostare alle condizioni della potentissima lobby ebraica negli Stati Uniti.

In questo scenario, il ruolo dell'Europa si conferma fondamentale, non fosse altro per il fatto di essere il primo partner commerciale di Israele. Esattamente due anni fa il Parlamento Europeo si è pronunciato per la sospensione dell'accordo commerciale fra Israele e l'Unione Europea, ma i governi si sono ben guardati dal prendere provvedimenti conseguenti e tuttora Israele non ha subito nessuna sanzione, nonostante l'evidenza delle violazioni delle clausole dello stesso accordo sui diritti umani.

All'inizio di maggio, i ministri europei si riuniranno a Dublino per rinnovare il trattato commerciale con Israele; è necessario che i popoli facciano sentire la loro voce di condanna del colonialismo israeliano e dei suoi complici internazionali. Non sono più sufficienti le parole: occorre che Israele venga isolato dalla comunità internazionale, come è avvenuto per il Sudafrica razzista fino alla caduta del regime dell'apartheid.

Dobbiamo chiedere con forza che tutti i Paesi dell'Unione Europea sospendano ogni rapporto commerciale con Israele fino a quando i militari e i coloni non si siano ritirati da tutti i territori occupati nel 1967, vale a dire l'intera Striscia di Gaza, l'intera Cisgiordania e Gerusalemme est. L'impegno alla sospensione dei rapporti commerciali con lo stato israeliano dovrà essere anche una discriminante da porre a tutti i candidati alle prossime elezioni europee.

Mentre rinnoviamo l'invito a tutti i cittadini europei a boicottare l'economia di guerra israeliana, chiamiamo alla mobilitazione per la sospensione del Trattato di associazione fra Israele e Unione Europea, manifestando il 3 maggio presso tutte le sedi in Italia della Repubblica di Irlanda, che detiene la Presidenza di turno dell'Unione Europea. A Roma, l'appuntamento è in Largo del Nazareno, dalle 16.00 in poi, di fronte alla sede dell'Ambasciata irlandese.

Fonte: Forum Palestina

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