Italia: le associazioni chiedono il ritiro delle forze militari dall'Iraq

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Il governo italiano ha disposto il lutto nazionale per martedi, giorno del funerale delle vittime dell'attentato di Nassirya. Ai funerali è atteso il Presidente Ciampi che anticiperà il rientro in Italia. Continuano intanto le prese di posizione delle associazioni che, nell'esprimere cordoglio ai famigliari delle vittime, chiedono l'immediato ritiro delle forze militari italiane dall'Iraq.

La "Rete di Lilliput" e il Coordinamento della campagna "Pace da tutti i Balconi!" hanno inviato un comunicato congiunto nel quale rilanciano l'iniziativa di esporre al balcone la bandiera arcobaleno della Pace e chiedono l'immediato ritiro delle forze militari italiane dall'Iraq. "Siamo convinti che la pace si può ottenere solo attraverso un fermo ripudio della guerra e percorsi di nonviolenza attiva", si legge nel comunicato. "Negli scorsi mesi la bandiera è stata per milioni di italiani il simbolo della volontà di non partecipare ad un conflitto che avrebbe solo comportato morte e distruzione". "Come vediamo tristemente in questi momenti, la guerra non è finita e purtroppo ora conta anche delle vittime italiane. Ciò rende ancor più urgente il sostegno all'appello affinché nasca l'Europa militarmente neutrale, per la pace dentro e fuori i propri confini".

Circa la presenza dei militari italiani in Iraq, il comunicato sottolinea che "se gran parte dell'attività svolta dai militari è di carattere umanitario ciò non basta ad accreditare la loro presenza come una 'missione umanitaria' per la quale è invece richiesto un preciso consenso della comunità internazionale". "La mancanza di questo consenso ha configurato la missione del contingente militare italiano come intervento di occupazione e la rende illegittima" - conclude il comunicato che chiede l'immediato ritiro delle forze militari italiane dall'Iraq.

Anche l'associazione Assopace ha inviato un comunicato nel quale il portavoce nazionale Gianni Rocco sottolinea la contrarietà dell'associazione all'intervento militare in Iraq. "Ora, dopo i morti a Nassirya", - nota il comunicato - "condividendo il dolore per le vittime e comunicando ai loro famigliari tutta la nostra solidarietà ed il nostro cordoglio, continuiamo a chiedere che il Parlamento imponga al Governo il ritiro immediato dei soldati italiani dall'Iraq, che l'Iraq ritorni agli iracheni ed al loro diritto ad autodeterminarsi, che intervenga l'Onu, con una risoluzione ben più coraggiosa della 1511 di qualche settimana fa, che l'Italia intervenga sì, ma sul piano umanitario e dell'aiuto allo sviluppo con le sue Ong, con le sue associazioni e con quella parte della società civile che, da sempre, si oppone a guerre "giuste", "umanitarie" e "preventive".

L'Associazione "Beati i Costruttori di Pace" esprime "cordoglio, solidarietà e grande riconoscenza a tutti i giovani del contingente italiano e agli iracheni uccisi con loro a Nassiriya, in Iraq". L'Associazione sottolinea pero' che "non possiamo esprimere la nostra solidarietà politica alla scelta fatta dal Governo italiano". (...) "Il servilismo delle scelte di Governo ha portato i nostri carabinieri e soldati alle dipendenze della forza occupante statunitense e ha posto un limite invalicabile. Come forza di occupazione la loro è rimasta una missione di guerra. Per questo richiamiamo tutte le forze politiche italiane a costruire con gli altri Paesi europei un'altra modalità di presenza internazionale ONU, con il rientro delle forze di occupazione e governando la transizione con un chiaro riconoscimento della sovranità del popolo iracheno" - conclude il comunicato.

La sezione italiana di Pax Christi - movimento internazionale per la pace - esprime "vicinanza con la preghiera solidale ai parenti delle vittime di un attentato terroristico che, come ogni atto di violenza, non può ricevere mai nessun tipo di attenuante, di giustificazione e tanto meno di approvazione". "Le povere vite che aggiungono i loro nomi alle troppe vittime che questa guerra ha già mietuto, dimostrano dolorosamente ancora una volta che la violenza produce soltanto una violenza più efferata anche quando ci viene presentata come la via inevitabile per la soluzione delle crisi internazionali" - nota il comunicato rilasciato ieri.

Nella giornata di ieri anche altre associazioni tra cui "Un ponte per..." e "Terre ses hommes" avevano chiesto il ritiro immediato dei militari italiani in Iraq. [GB]

Altre fonti: Pax Christi Italia

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