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Italia: Legambiente contesta la 'svolta nucleare' dell'Enea
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"Basta con i soldi dei cittadini destinati al nucleare voluto dal governo Berlusconi. I pochi soldi pubblici per la ricerca italiana in campo energetico vengano investiti solo in efficienza e rinnovabili, promuovendo l'unica innovazione tecnologica in grado di far traguardare al nostro Paese l'obiettivo europeo di riduzione del 30% delle emissioni di CO2 entro il 2020". Lo chiede Legambiente che oggi ha organizzato un sit-in davanti alla sede dell'Enea (Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente) per la presentazione del "Rapporto Energia e Ambiente 2007" alla presenza di alcuni ministri del Governo tra i quali quello dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola.
"Non raccontiamo favole agli italiani - dichiara Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente. Il nucleare che vuole il ministro Scajola è una tecnologia di terza generazione che, anche nella versione 'evoluta', non ha risolto i soliti problemi di produzione e smaltimento delle scorie, sicurezza e approvvigionamento di uranio. Sarebbe una vera follia investire oggi immense somme di denaro pubblico su una tecnologia che nasce già vecchia. Il nucleare di quarta generazione infatti è ancora nella fase di sperimentazione e nella migliore delle ipotesi vedrà la luce nel 2030". Secondo Legambiente il nucleare non serve inoltre a recuperare i ritardi rispetto agli accordi internazionali sulla riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera.
"E poi - ha aggiunto Ciafani - finiamola con la storia che il nucleare serve all'Italia per ridurre la bolletta energetica e la dipendenza del Paese dall'estero. Stiamo parlando di una tecnologia che nel mondo è in declino proprio per i costi eccessivi dovuti allo smaltimento delle scorie e allo smantellamento delle centrali, come sostenuto da autorevoli istituti di ricerca internazionali come il Mit di Boston o lo stesso Dipartimento dell'energia statunitense. Il Governo abbia il coraggio di dire la verità agli italiani: sta candidando l'Italia a promuovere un programma arretrato e insicuro di centrali di terza generazione, sulla cui tenuta economica dovrà garantire comunque lo Stato". "La strada da seguire è molto più semplice e più desiderabile - conclude Ciafani. E' quella fondata soprattutto sull'efficienza energetica e sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, una soluzione più immediata, sostenibile e addirittura più economica".
Anche Wwf Italia pur sottolineando che il rapporto dell'Enea "contiene molti aspetti positivi e condivisibili", di fatto "decide di sostenere la scelta del rientro nel nucleare voluta dall'attuale Governo". Tra gli aspetti condivisibili Wwf Italia segnala "la forte enfasi data alla necessità di perseguire importanti obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra e la tracciabilità di scenari concreti per poter arrivare agli obiettivi richiesti dall'Unione Europea e dagli accordi internazionali". "Peccato poi - riporta il comunicato di Wwf Italia - che nel rapporto si decida in qualche modo di sostenere la scelta del rientro nel nucleare voluta dall'attuale Governo, un sostegno che non sembra limitarsi alla ricerca sulla IV generazione o sulla fusione. Di fatto questo orientamento sposa la tesi di partire subito con le tecnologie oggi esistenti, una decisione che sembra peraltro contrastare con i pensieri espressi dall'Enea negli ultimi anni: più volte si era affermato che investire sulle attuali tecnologie non avrebbe avuto senso poiché quando gli impianti sarebbero entrati in funzione sarebbero risultati già obsoleti".
"Nel merito del rapporto inoltre - sottolinea sempre Wwf Italia - dispiace dover rilevare come nel trattare di energia nucleare siano riportate una serie di dati non corretti: ad esempio, si sovrastimano le reali riserve di uranio anche rispetto ai dati già ottimistici della IEA, e si sottostimano pesantemente i costi reali dell'energia nucleare, la ragione vera per cui nei paesi con mercati realmente liberalizzati gli impianti nucleari non si costruiscono più da decenni, come gli Stati Uniti ci insegnano. Secondo analisti molto accreditati l'energia nucleare è oggi la più costosa e con i capitali di rischio più elevati. "Infine - conclude Wwf Italia- il nucleare e le fonti rinnovabili sono spesso in competizione tra loro anche nell'assegnazione dei fondi per ricerca e sviluppo. Puntare massicciamente sul nucleare, seguendo le intenzioni del nostro Governo, significa andare a scapito di soluzioni più economiche e sicure, immediatamente alla nostra portata, quali l'efficienza energetica e le fonti rinnovabili".
Anche Greenpeace Italia evidenzia una serie di punti problematici del Rapporto dell'Enea. "Solo lo scorso aprile Enea ha presentato scenari energetici nei quali il nucleare non compariva: oltre alla volontà del governo è successo qualcosa? Il nucleare è diventato improvvisamente competitivo?"- chiede Giuseppe Onufrio di Greenpeace Italia nel sottolineare che "a leggere bene le stime Enea non si direbbe". Se i costi di investimento attribuiti al nucleare da Enea appaiono più ragionevoli di quanto propagandato da Enel - si tratta di un costo totale dell'ordine dei 4 miliardi di euro per 1.000 MW (anche se stime recenti sono oltre i 5) contro l'1,7-2 propagandato da Enel - con un investimento che non supera i 2 miliardi Enel sostiene che il nucleare produce elettricità competitiva rispetto al costo tendenziale del gas: ma se si assume un costo doppio delle centrali questo non è più così vero. Infine Greenpeace rileva come "l'orizzonte di esauribilità della risorsa uranio sia stato 'artificialmente allungato' da 70 anni a 86: un altro miracolo". [GB]