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Kenya: accordo apre spiragli di pace, domenica azioni ecumeniche
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Uno spiraglio di pace si è aperto ieri in Kenya con l'accordo concordato tra i rappresentanti del presidente Emilio Mwai Kibaki e del capo dell'opposizione Raila Odinga: lo ha annunciato Kofi Annan in qualità di mediatore dell'Unione Africana. L'accordo si fonda su tre punti a breve termine e lungo termine: "un'azione immediata per mettere fine alle violenze ripristinando i diritti e le libertà fondamentali", "misure per affrontare la crisi umanitaria" e il superamento dell'attuale crisi politica - riporta l'agenzia Misna. A sostenere la mediazione di Annan per una soluzione negoziata della crisi, è intervenuto ieri anche il Segretario Generale dell'Onu, Ban Ki-moon, giunto a Nairobi per una riunione con Odinga ed esponenti della società civile keniana, dopo aver incontrato ieri Kibaki ad Addis Abeba durante il vertice dell'Unione Africana in corso nella capitale etiopica.
Intanto ieri si sono celebrati nella cattedrale di Nakuru i funerali di padre Michael Kamau Ithondeka, il sacerdote cattolico ucciso il 26 gennaio. Durante l'omelia monsignor Peter Kairo, vescovo della diocesi di Nakuru, ha chiesto "ai politici eletti dai cittadini di lasciare da parte le loro differenze, di ammorbidire le loro posizioni e di risolvere rapidamente le divergenze per ristabilire pace e ordine nel paese. Soltanto venendosi incontro si potrà riconciliare i kenyani". "Unendomi ai vescovi nel sostenere gli sforzi dei mediatori internazionali chiedo alle due parti di dare a queste personalità la possibilità di essere arbitri nella crisi. Esorto il governo a cercare giustizia e verità per giungere alle radici dei problemi e prevenire ulteriori uccisioni, spostamenti di popolazione e distruzioni" - ha proseguito il presule condannando "con fermezza" le violenze "brutali" delle ultime settimane che, secondo le stime avrebbero provocato tra gli 800 e i 1000 morti e 300.000 sfollati, secondo un approssimativo nuovo conteggio diffuso proprio oggi dall'Onu.
Domenica 3 febbraio verranno distribuiti 100mila volantini in tutte le Chiese di tutte le confessioni nelle regioni del Nyandarwa e Laikipia per educare alla nonviolenza e al dialogo e verrà acquistata una pagina intera del giornale più importante del Kenya "The Nation" che esorta a "Non Uccidere". Nel pomeriggio di mercoledì 30 gennaio, a sessant'anni dalla morte del teorico della nonviolenza il "mahatma" Ghandi" tutte le autorità religiose della zona di Nyahururu sono convenute per un incontro ecumenico per invocare la pace. La città di Nyahururu ha una popolazione educata all'esercizio della nonviolenza: la scorsa settimana la gente s'è frapposta tra giovani disperati ed armati in cerca di vendetta ed il campo profughi dove sono convenute persone di diversa etnia. Prosegue intanto l'attività del Saint Martin di soccorso e accoglienza degli sfollati nella regione della Rift Valley.[GB]