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Commercio: 'no' dell'Africa all'Ue sugli accordi EPA
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Al summit Europa-Africa svoltosi a Lisbona l'8 e il 9 dicembre l'Unione Africana ha criticato l'ostinazione europea nei confronti degli EPA/APE (Accordi di Partenariato Economico) che dovranno sostituire entro il 31 dicembre 2007 il vecchio Trattato di Cotonou con i Paesi impoveriti dell'ACP (Africa-Caraibi-Pacifico). "Dei 47 Stati africani, membri ACP, solo 16 sinora hanno ceduto ai ricatti europei, Africa centrale ed occidentale (con l'esclusione della Costa d'Avorio) hanno rifiutato in toto le proposte UE" - scrive Roberto Meregalli di TradeWatch.
"Ma il Consiglio dei Ministri Europeo (Affari esteri) convocato il 10 dicembre, non ha dato ascolto all'Africa e ha raggiunto un accordo politico sulla bozza di regolamento che Mandelson (Commissario al Commercio estero) aveva proposto per offrire esenzione da dazi e da limiti di quote, alle esportazioni in Europa dei paesi ACP disposti ad accettare un accordo ad interim entro fine anno" - aggiunge Meregalli. "In sostanza il Consiglio non ha ufficialmente adottato il regolamento, lo farà il 20 dicembre prossimo, ma non ha fatto emendamenti per cui chi non si farà avanti perderà le facilitazioni sinora garantire dalle varie Convenzioni di Lomé e dall'Accordo di Cotonou del 2000. A questi paesi, nel 2008 saranno applicati i dazi definiti per tutti paesi in via di sviluppo (colossi compresi)".
"L'apertura dei mercati dei paesi ACP - aggiunge in una dettagliata analisi Mariano Iossa per mwinda.it - metterà gli agricoltori e gli operatori economici di questi paesi in diretta competizione con prodotti agricoli europei sovvenzionati, nonché con prodotti industriali e servizi altamente competitivi. Numerosi prodotti agro-alimentari provenienti dall'Unione Europea beneficiano di sovvenzioni dirette o indirette che li rendono particolarmente a buon mercato e ne favoriscono la sovrapproduzione". La posta in gioco è molto alta e va oltre gli accordi commerciali in sé: le relazioni di lungo termine tra la Ue e l'Africa, con tutte le loro implicazioni, anche a livello geopolitico globale. "La società civile internazionale denuncia l'ortodossia del libero commercio e la miopia dell'esecutivo europeo, mostrando che esistono alternative alla strada attualmente perseguita dall'Unione Europea, meno onerose per i paesi Acp e in linea con il loro livello di sviluppo. E tuttavia la Commissione non sembra gradire l'"intrusione" delle ong nel dibattito" - nota l'analista.
Una di queste "intrusioni" è stata quella del missionario p. Alex Zanotelli che in vista del Summit di Lisbona aveva scritto al presidente del Consiglio, Romano Prodi, sia per ringraziarlo "perché il governo italiano ha sollevato con forza in sede di Consiglio Europeo la necessità di rivedere l'approccio negoziale seguito dalla Commissione Europea per il Commercio con l'Estero".
"Tutto questo è per noi motivo di grande gioia - prosegue il missionario - poiché significa che quando la società civile si organizza in rete, a nord come a sud, si ottengono risultati notevoli. Oggi infatti la Commissione Europea per il Commercio, guidata dal laburista inglese P. Mandelson è sotto forte pressione da parte di vari governi europei e da parte di tanti stati africani. Ma Mandelson è deciso a continuare le trattative con i singoli Paesi, distruggendo così il principio di trattare con blocchi di stati. I ricatti da parte dei funzionari di Bruxelles nei confronti dei loro omologhi dei Paesi più impoveriti dell'Africa si susseguono in questi giorni nelle segrete stanze dove avvengono i negoziati. C'è in atto anche il ricatto di tagliare gli aiuti europei per coloro che non firmeranno in tempo come documentato ampiamente in testi confidenziali resi di dominio pubblico negli ultimi mesi. E così tanti stati africani si trovano costretti ad accettare un accordo capestro "ad interim" limitato soltanto al commercio dei beni con il rischio di vedere scomparire i termini preferenziali di accesso al mercato europeo di cui hanno goduto fino ad oggi. E il tempo stringe: Mandelson infatti vuol chiudere gli accordi entro il 31 dicembre! Tutto questo è una pura follia che sarà pagata cara dai popoli neri dell'Africa". Padre Zanotelli invitava infine Prodi ad adoperarsi "per evitare accordi capestro che significheranno tante morti per fame in un'Africa già strangolata".
"Se verranno firmati, gli Accordi di partenariato economico porteranno l'Africa sull'orlo del baratro" - aveva commentato senza mezzi termini il presidente del Roppa, Ndiogu Fall in un'intervista a Lettera22. E sul vertice di Lisbona il presente di Roppa ha aggiunto che "è una grande farsa". "L'Europa sostiene di voler stabilire una strategia agricola comune, ma in realtà vuole una cosa sola: la liberalizzazione dei mercati. Il commissario al commercio Peter Mandelson utilizza ogni mezzo in suo possesso per dividere gli africani, per spezzare il fronte comune che noi stiamo creando a partire da una sensibilizzazione dal basso. Questo vertice ha un unico obiettivo: distrarre le opinioni pubbliche europea ed africana dalle reali poste in gioco. Affermare di voler costruire una nuova partnership, imponendo al contempo degli accordi che porteranno l'Africa verso la catastrofe, è nulla più che una presa in giro".
Lo scorso settembre in diversi paesi è stata promossa da numerose associazioni una Giornata mondiale di mobilitazione contro gli Epa, lo "Stop Epa Day!". [GB]