CTM Altromercato: assemblea tra novità, paure e temi scottanti

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Domani e dopodomani, 17 e 18 novembre si terrà ad Assisi l'Assemblea del Consorzio CTM Altromercato. Molte le novità, i temi scottanti e qualche paura. Sembra, infatti, chiudersi un'epoca che ha visto crescere la più importante realtà del commercio equo italiano in condizioni di "quasi" duopolio nei primi anni e poi con concorrenti sempre più agguerriti ed 'equo furbi'. Le multinazionali dell'alimentare ma anche dell'artigianato appena annusato il business di una crescita a due cifre non hanno tardato a farsi il proprio marchio equo o riconoscere il proprio micro appezzamento, rispetto alla produzione totale, come garante dei diritti dei lavoratori e dell'ambiente.

A tal fine CTM s'è adoperata affinché sorgano a livello regionale alcune leggi a tutela del commercio equo e solidale. Umbria, Toscana e, recentemente, Liguria hanno proprie leggi per garantire i consumatori, tutelare le organizzazioni e promuovere i prodotti in attesa della legge nazionale presentata da diverse sigle: AGICES, Assobotteghe, Transfair e firmata dall'Associazione interparlamentare Equa e Solidale.

CTM è un bene prezioso. Garanzia per migliaia di produttori del Sud del mondo oltre che per centinaia di lavoratori che hanno scelto di lavorare in questo settore. È un luogo di proposta politica ed impegno che coinvolge migliaia di volontari sparsi in tutt'Italia e non solo nelle oltre 350 botteghe del mondo. Far ricadere le difficoltà del comes sulle "multinazionali" sarebbe piuttosto riduttivo. È il momento dell'assunzione di responsabilità.

All'Assemblea la posta in gioco non è indifferente. Dopo anni di crescita, talvolta frenetica, s'è notato nell'ultimo biennio un rallentamento con un passivo da 300.000 euro in un bilancio da 40 milioni di euro. Il "buco" può sembrare solo un campanello d'allarme se visto in relazione al bilancio complessivo ma in realtà si tratta di un'emorragia ben più estesa. Se si paragona il bilancio odierno con il precedente si nota un "gap" da oltre un milione di euro. Quest'anno, infatti, non vi saranno ristorni a favore delle botteghe del mondo ed i convenuti all'Assemblea lo sanno. Rispondono a loro volta ad altri associati.

Il dato preoccupa i firmatari del documento "per un consorzio capace di futuro" e quindi le prime botteghe firmatarie di Bologna, Bolzano, Chioggia, Cuneo, Giaveno, Lainate, Torino, Treviso, Trento, Vicenza. Forse la causa è stata l'assenza per alcuni anni di una "direzione generale" sopperita da un amministratore delegato. Forse è stata la distrazione verso il commercio "etico" che include i prodotti di molte cooperative sociali italiane. Forse è una bassa resa al lavoro dello staff di CTM ma di certo il nuovo Consiglio di Amministrazione dovrà prevedere dei tagli non indifferenti per sanare il bilancio. Anche questa è "etica" e non tutti nel terzo settore vogliono comprenderlo.

Ma se non ci fermiamo al fotogramma dell'ultimo anno ma guardiamo tutto il film dell'ultimo ventennio vediamo che il Consorzio deve molto al presidente uscente Giorgio dal Fiume. Assieme al vicepresidente Stefano Magnoni sono sempre riusciti a far conciliare in Italia diverse anime, esigenze, dimensioni all'interno di uno stesso gruppo oggi presente a livello europeo. Non si sono mai risparmiati nel coltivare in tutte le associate il "senso di appartenenza" a CTM. Non sarà facile trovare la statura per subentravi anche se appare all'ultima ora tra i neo candidati anche Rudi Dalvai che figura assieme a Heini Grandi e Antonio Vaccaro tra i fondatori del Consorzio stesso.

Gli amministratori dovranno dare risposte puntuali a "temi scottanti" come l'adesione del Consorzio CTM a Banca Prossima, la neo costituenda Banca del Gruppo IntesaSanPaolo dedicata alle imprese sociali, prima concorrente di Banca Popolare Etica. La decisione del gruppo Intesa-San Paolo di uscire, seppur gradualmente, dall'operatività legata all'export di armi ha ritrovato un riscontro positivo nel Consorzio. O, almeno, in parte di esso. Ma sull'argomento vi sarà da battagliare.

Si tratta di scegliere un nuovo CdA, un nuovo presidente. Il "Sistema Italia" ha bisogno di un Consorzio capace di futuro.

Fabio Pipinato

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