Onu: i governi confermano la richiesta di un Trattato sulle armi

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"La maggioranza dei governi ha confermato di volere un Trattato Internazionale sul Commercio di Armamenti durante le sessioni del comitato sulle armi convenzionali dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che si sono concluse il 2 novembre scorso ed hanno condotto a proposte scritte che richiamano il rispetto degli standard internazionali sui diritti umani e le leggi umanitarie sui trasferimenti di armi". Lo riporta la Campagna internazionale Control Arms - e con essa la Rete Disarmo che la rilancia in Italia - plaude questa inedita e importante dimostrazione di supporto verso un forte Trattato Internazionale sul Commercio degli Armamenti (ATT nella sigla inglese) proveniente in maniera speciale da stati Africani.

"E' davvero straordinario vedere come così tanti Governi diano la loro adesione ad un controllo internazionale del commercio di armi che potenzialmente potrà salvare un incalcolabile numero di vite ogni anno" - ha affermato Anna Macdonald, responsabile della campagna per Oxfam International. "In particolare molti stati Africani, in cui si combattono i più cruenti conflitti della terra, hanno sottolineato la necessità di subordinare i trasferimenti di armi alle leggi internazionali sui diritti umani e ai percorsi di sviluppo sostenibile. Il commercio incontrollato di armi potenzia in conflitti e la povertà e comporta certamente gravi abusi dei diritti umani". La campagna Control Arms è stata lanciata internazionalmente da Amnesty International, IANSA (Rete Internazionale di Azione sulle armi leggere, di cui Rete Disarmo è partner italiano) e Oxfam International. Tra le azioni internazionali recenti di questa azione va ricordata la pubblicazione di un report sul costo della violenza armata per l'Africa e l'invito verso un Trattato rilasciato da un gruppo di leader militari di tutto il mondo.

Due documenti di analisi (*) , diffusi dall'Institute for Disarmament Research dell'Onu e da Amnesty International durante il dibattito alle Nazioni Unite, hanno indagato le indicazioni date dagli Stati al Segretario Generale trovando che la maggioranza dei Governi spinge per un forte rispetto dei diritti umani nel contesto delle decisioni sui trasferimenti di armi. Il grande impegno della maggioranza dei Governi si estende anche alla possibilità di direttive che vincolino al rispetto delle leggi internazionali umanitarie (come le Convenzioni e Protocolli di Ginevra) e per un divieto di armare i gruppi terroristi. Altri criteri citati da diversi Governi in vista della stesura del Trattato riguardano la limitazione o impossibilità di trasferimenti dove esiste un chiaro rischio di successivi dirottamenti, come avviene quando si violano gli embarghi internazionali, e se c'è il pericolo che le armi vengano usate per gravi crimini o possano avere impatto negativo sullo sviluppo sostenibile.

Il prossimo passo nello sviluppo di un Trattato Internazionale sul Commercio di Armamenti consisterà nel lavoro di un gruppo di esperti governativi (GGE) di 28 diversi stati (compresa l'Italia) tra i quali si possono annoverare i maggiori esportatori di armamenti e molte delle nazioni colpite da flussi irresponsabili di armi. In Febbraio il GGE comincerà ad inserire le indicazioni dei governi in una prima bozza di futuro Trattato e quindi presenterà il risultato del proprio lavoro nell'incontro, del prossimo Ottobre 2008, del Primo Comitato dell'Assemblea Generale ONU.

"Le persone comuni ed i cittadini dovrebbero essere grandemente incoraggiati che la maggior parte degli Stati desideri oggi controllare il flusso mondiale delle armi convenzionali che contribuisce in maniera pesante agli abusi dei diritti umani, ma un piccolo gruppo di Stati molto potenti (come USA, Cina, Russia ed India) rimangono sfortunatamente ancora scettici al riguardo" - commenta Brian Wood, Responsabile dell'ufficio 'Arms Control Research' di Amnesty International. "153 Stati hanno votato a favore del Trattato, oltre 100 hanno inviato indicazioni scritte e 70 hanno fatto richiesta di poter partecipare al gruppo di esperti che andrà a modellare il testo definitivo".

A tutti i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU viene assegnato di diritto un posto in gruppi di esperti di questo tipo, ma gli Stati Uniti non hanno ancora deciso se accettare questo ruolo e partecipare ai lavori del GGE. Gli Stati Uniti sono stati gli unici a votare contro la risoluzione per il Trattato adottata dall'Assemblea Generale dell'ONU nello scorso Dicembre, quando 153 governi hanno deciso di intraprendere questo importante percorso.

Anche nelle risoluzioni adottate il 2 Novembre gli Stati Uniti hanno espresso un voto contrario, in particolare sulla Risoluzione ONU che indice un Incontro Biennale fra Stati dedicato alla prevenzione dei traffici illeciti di armi leggere e da tenersi il prossimo Luglio. La Risoluzione, che invita inoltre i governi a prendere forti provvedimenti contro gli intermediari di armamenti, è passata con 165 voti a favore ed 1 contrario.

"Questo documento dimostra la schiacciante volontà da parte degli stati membri delle Nazioni Unite di ridurre il flagello globale delle armi leggere che ogni giorno uccidono nel mondo circa 1000 persone. Ci aspettiamo che l'incontro di Luglio sia realmente efficace e costruttivo" afferma Rebecca Peters, direttrice di IANSA.

Anche la Campagna italiana e le organizzazioni che la compongono accolgono favorevolmente i risultati ottenuti in sede internazionale, sottolineando soprattutto che i temi scelti per l'Incontro Biennale di luglio sono gli stessi che la Campagna Control Arms, e più in generale il lavoro di Rete Disarmo, stanno portando avanti anche in ambito nazionale. Un maggior controllo sul commercio di armi leggere (di cui il nostro paese è il secondo esportatore mondiale) e ad una legislazione ferrea sugli intermediari ("broker") e i trafficanti di armi sono da alcuni anni obiettivi tra i principali del lavoro delle organizzazioni del disarmo in Italia.

Infine, la Campagna Control Arms auspica che la presenza del Governo Italiano nel Gruppo di Esperti intergovernativo che dovrà stendere la prima bozza di Trattato porti ad un contributo di alto livello all'elaborazione di questo importante documento. Confidiamo, e in questo senso sono andate diverse assicurazioni del Ministero degli Esteri e dell'esecutivo, che l'Italia si faccia portatrice nei vari consessi mondiali delle istanze di controllo e sicurezza che sono state alla base della grande mobilitazione popolare su Control Arms, che anche nel nostro paese ha visto decine di migliaia di persone "mettere la faccia" contro il flagello del commercio indiscriminato di armi.

(*) NOTA
I due documenti sono consultabili in inglese a questi siti.
- UN Institute for Disarmament Research, "Analysis of States' Views on an Arms Trade Treaty"
- Amnesty International and NGO partners, "Global Arms Trade Treaty: What States Want"

I fatti salienti:

1) Nel dicembre del 2006, 153 stati hanno votato in favore della risoluzione sull'ATT all'Assemblea Generale ONU; 24 stati si sono astenuti e i soli Stati Uniti hanno votato contro.

2) Oltre 100 stati hanno inviato propri commenti sull'ATT al Segretario Generale ONU: un enorme livello di risposte (usualmente sono solo 10-15 ad inviare commenti) che testimonia il grande supporto esistente per il Trattato

3) Il prossimo passo nello sviluppo di un Trattato Internazionale sul Commercio di Armamenti sarà che, nel corso del 2008, un Gruppo di Esperti Governativi (GGE) selezionato dal Segretario Generale si incontrerà per impostare concretamente il Trattato. Gli stati scelti sono: Algeria, Argentina, Australia, Brasile, Cina, Colombia, Costa Rica, Cuba, Egitto, Finlandia, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India, Indonesia, Italia, Kenya, Messico, Nigeria, Pakistan, Romania, Russia, Sud Africa, Spagna, Statu Uniti, Svizzera, Ucraina

4) Un Trattato Internazionale sul Commercio di Armi dovrebbe impedire i trasferimenti di armamento nel caso che questi siano usati - o potrebbero essere usati - per violare le leggi internazionali sui diritti umani

5) Oltre un milione di persone di 160 diversi stati hanno aderito alla Fotopetizione da un milione di volti" lanciata internazionalmente dalla campagna Control Arms per dimostrare con la propria faccia il supporto verso l'ATT.

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