G8: impegno di Prodi per Fondo Aids, attenti al WTO

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"Certamente la conferma dell'impegno preso dal presidente Prodi nella lotta all'Aids per il pagamento dei 260 milioni al Fondo Globale sono il primo importante segnale che proviene da questo vertice". Così Luca De Fraia, direttore della policy di ActionAid, presente come osservatore al Vertice G8, commenta le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Romano Prodi al termine dell'incontro avuto nel pomeriggio con le rockstar Bono Vox e Bob Geldof. "Esprimiamo inoltre soddisfazione per l'annuncio di ulteriori risorse di 400 milioni di dollari per la lotta all'Aids che dovrebbero essere inserite nella prossima Finanziaria", continua Luca De Fraia , "e apprezziamo anche le dichiarazione del viceministro Sentinelli che oggi ha sottolineato la necessità di destinare attraverso la prossima legge finanziaria 2 miliardi di euro per le iniziative di lotta alla povertà da parte del Ministero degli Affari Esteri".

"Rimangono ovviamente diversi aspetti che vanno chiariti, a partire dalla sostenibilità nel tempo di questi impegni finanziari e quindi della calendarizzazione degli esborsi", conclude il direttore della policy di ActionAid, "e per questo invitiamo il parlamento a sostenere questa proposta anche in sede di discussione della prossima manovra di bilancio". Dopo l'incontro della delegazione internazionale della Ong della Coalizione Italiana contro la Povertà (GCAP) col Presidente del Consiglio Romano Prodi avvenuto alla vigilia del G8, ActionAid Italia, sottolineava il rischio dell'Italia di 'presentarsi a mani vuote al Summit, in particolar modo per quello che riguarda il Fondo Globale per la lotta all'Aids, rinviando ogni impegno al prossimo Dpef e alla prossima manovra di bilancio. Anche ieri un comunicato di Action Aid UK segnalava la possibilità che alcuni paesi, inclusi Italia e Canada, stessero "ostacolando i progressi nei negoziati per l'Africa rimuovendo dal testo finale le poche cifre concrete presenti".

Intanto la Focsiv segnala che il G8 rischia di mettere in ombra l'urgente tema dello sviluppo dell'Africa. "E se sviluppo dell'Africa parliamo, il versante su cui si rischia di non fare nulla è quello del commercio internazionale". "Chiediamo al G8 - afferma Sergio Marelli, Direttore Generale di Volontari nel - mondo FOCSIV, attualmente a Heiligendam per il vertice - alla luce del nulla di fatto sui grandi temi in agenda di dare almeno un messaggio forte per la conclusione del negoziato OMC per ridare credibilità e forza al multilateralismo, unica strategia di negoziazione possibile se vogliamo evitare la deriva verso accordi bilaterali sbilanciati".

In un articolo uscito ieri sul The Guardian, lo stesso Mandelson, Commissario europeo per il commercio estero, ha fatto appello ai paesi del G8 per richiamare i loro negoziatori ad un approccio che ricerchi il compromesso piuttosto che irrigidire le posizioni. Mandelson esprime preoccupazione sul fatto che i negoziatori da soli riescano a dare la spinta finale al negoziato. "Sul negoziato del Doha Round è necessaria più che mai una spinta che venga dal mondo politico soprattutto in vista dell'incontro di questo mese tra Stati Uniti, Unione Europea, India e Brasile. Fallire adesso, ha ribadito nello stesso articolo anche Pascal Lamy, Direttore generale dell'Organizzazione Mondiale del commercio che si troverà a Heiligendam venerdì per partecipare all'outreach del G8, vorrebbe dire rimandare la conclusione del negoziato al 2009 o addirittura rischiare il suo completo fallimento" - nota la Focsiv.

Il fallimento di sei anni di negoziazioni metterebbe in discussione la capacità della comunità internazionale di affrontare le grandi sfide globali in un consesso multilaterale. "Dobbiamo salvaguardare il multilateralismo - dice Marelli - dobbiamo rimuovere le cause che ostacolano lo sviluppo dei paesi poveri, soprattutto africani, dove si concentra la percentuale maggiore di persone denutrite al mondo." Il G8 è criticato come foro legittimo di governance, ma riunendo le maggiori economie mondiali, ha la forza politica per dare un segnale forte e deve farlo. Ci auguriamo che l'arrivo di Pascal Lamy domani sia l'occasione per sollecitare gli 8 grandi a rimettere la conclusione del Round dello Sviluppo di Doha sulle loro agende politiche. [GB]

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