Vicenza: preoccupante clima politico, Prodi si apra al dialogo

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Alla vigilia della manifestazione di Vicenza contro l'insediamento della base Usaf al "Dal Molin", la Tavola della Pace ha emanato un comunicato per dire "basta con la demonizzazione di chi si impegna per la pace", con le accuse ideologiche di antiamericanismo e con le minacce e le intimidazioni". "Chi vuole la pace deve praticare il dialogo e il confronto" - affermano i portavoce della Tavola che chiedono a Governo e Parlamento di aprirsi "al confronto e al dialogo con le organizzazioni e gli enti locali che tutti i giorni s'impegnano concretamente a promuovere la pace e i diritti umani".

"La base americana di Vicenza non è il campo di gioco dello scontro tra la 'sinistra radicale' e quella riformista" - notano i portavoce della Tavola della Pace. "Essa chiama in causa un bene e un obiettivo come la pace tanto prezioso quanto minacciato. Per questo molti cittadini e organizzazioni, al di là delle diversissime appartenenze politiche, sociali e religiose, sentono il dovere di esprimere democraticamente e pacificamente le proprie preoccupazioni". "C'è una politica di pace da costruire in un mondo attraversato da tensioni complesse e profonde. Ci sono numerose emergenze che attendono insistentemente di essere affrontate con coraggio e lungimiranza. Neanche il migliore dei governi possibili potrà farcela senza il sostegno e il contributo attivo dei propri cittadini".

Nei giorni scorsi la Tavola della Pace aveva presentato un documento nel quale sollecitava "un dibattito aperto senza pregiudizi e ideologismi" sulla questione dell'ampliamento della base Usaf di Vicenza. La Tavola della Pace annuncia inoltre che il 26 febbraio sarà a Padova per partecipare alla manifestazione unitaria contro il terrorismo indetta da Cgil, Cisl, Uil alla quale assicura la piena adesione.

Anche Pax Christi segnala che "il clima politico alla viglia della manifestazione di Vicenza è preoccupante". "Ancora una volta i giorni che realizzano una esperienza di partecipazione, di democrazia, di espressione libera e responsabile di una scelta di pace e disarmo diventano occasione per il rilancio di logiche violente" - riporta una nota di don Fabio Corazzina, coordinatore nazionale di Pax Christi. "Si dissotterrano gli spettri della contrapposizione sociale violenta, del terrorismo, degli arsenali sovversivi, dell'antiamericanismo viscerale, dimenticando, e credo volutamente, la vera questione che a Vicenza si vuole porre: come fermeremo il "sistema di guerra" che sta divorando ogni dimensione umana (sociale, culturale, religiosa, politica, educativa, spirituale, partecipativa), piegandola ai suoi particolari interessi?" - nota don Corazzina.

Pax Christi sottolinea che "a Vicenza ci saremo, in tanti, di appartenenze diverse, non solo per dire 'no' all'allargamento della Base Dal Molin e per dire 'no' alla criminale corsa al riarmo di questi anni", ma "sopratutto per dire tanti sì a scelte e prospettive che ci stanno a cuore". "Sì al disarmo, quindi sì alla inutilità, pericolosità e sconfitta politica di un territorio sempre più militarizzato" e alla "affidabilità di una prassi comunitaria che maturi, condivida e scelga la corresponsabilità sulle scelte che interessano il bene comune". "Sì alla scelta nonviolenta che coinvolga sia l'azione nelle comunità locali che le scelte di politica estera e di sicurezza, sia le relazioni personali che i rapporti istituzionali".

Don Corazzina evidenzia inoltre il "sì a un popolo della pace che chiede ascolto, che esprime, non solo in piazza ma in innumerevoli luoghi di elaborazione, di scelta, di servizio, la volontà di partecipare attivamente responsabilmente". In riferimentro al programma elettorale dell'Unione che impegna la coalizione a "arrivare ad una ridefinizione delle servitù militari che gravano sui nostri territori", don Corazzina chiede "il rispetto dei patti elettorali" e "luoghi di confronto democratico".

Il coordinatore di Pax Christi conclude con l'auspicio che "domani, nessuno cerchi visibilità o ragione attraverso gesti violenti o inutili provocazioni, ma tutti, compresi gli strumenti di comunicazione e informazione, con umile, concreta e progettuale determinazione, ci si renda capaci e consapevoli di operare scelte non dettate dall'interesse e dal potere, ma da una sincera ricerca del bene comune in vista di un mondo pacificato e riconciliato. Nessuno, può accettare che il cammino di liberazione abbia il volto della violenza". [GB]

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