Onu: la Bossi-Fini incita alla discriminazione

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La legge Bossi-Fini "incita alla discriminazione e alla criminalizzazione" ed è frutto di una politica del governo Berlusconi che ha teso a "strumentalizzare il fenomeno dell'immigrazione" e a "identificare l'immigrato come una minaccia alla nazione": così si è espresso Doudou Diene, 'special rapporteur' delle Nazioni Unite su razzismo, xenofobia e intolleranza alla conclusione di una visita in Italia per "avere un quadro preciso della situazione italiana su queste questioni". Il funzionario riconosce al nuovo esecutivo guidato da Romano Prodi la "volontà politica di un cambiamento rispetto a quanto successo fino ad ora" e nel corso del colloquio con la Ministra per i Diritti e le Pari Opportunità, Barbara Pollastrini, ha espresso il suo apprezzamento per la nuova denominazione del Ministero, per le sue iniziative ed il lavoro svolto dall'Unar, l'Ufficio Antidiscriminazioni Razziali del Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità, prendendo atto dei progressi politici compiuti in Italia in materia di lotta alle discriminazioni da quando si è insidiato il nuovo governo.

Secondo l'inviato dell'Onu in Italia "non sembra esserci una situazione grave di razzismo", ma si osservano "profonde tendenze alla xenophobia" e ha quindi puntato l'indice contro le "strumentalizzazioni politiche" del nodo-immigrazione alimentate dal Governo della Casa delle Libertà: "una retorica" - ha sottolineato - "entrata di forza in alcuni partiti" che hanno governato l'Italia e che ora pare essere rovesciata dalla propensione del nuovo governo a tutelare la dignità degli immigrati. Così se la legge Bossi-Fini ha avuto "conseguenze estremamente negative" perché "ispirata dalla filosofia dello scontro di civiltà" che vede l'immigrato come "una minaccia alla comunità nazionale", il funzionario Onu - invitato in Italia dal governo per monitorare la situazione - riconosce nel disegno di legge che accorcia i tempi per ottenere la cittadinanza proposto da Giuliano Amato una "bella novità " che andrà sostenuta fino in fondo quando passerà al vaglio del Parlamento. "Se nell'Ottocento ci fosse stata la Bossi-Fini, oggi non ci sarebbero le comunità italiane in America e in Australia" - ha tenuto a precisare, "ma molti gli italiani sembrano avere dimenticato questo importante pezzo della loro storia nazionale".

Per il Rapporteur senegalese "in Italia, in fatto di accoglienza, c'è ancora molta strada da fare" e il funzionario ha chiesto di "agire più nel profondo" e costruire una "società italiana multietnica, equa e democratica" che non tratti "la diversità solo dal punto di vista della legalità, ma da quello della cultura". Il Governo dovrebbe pertanto agire in modo "più efficace contro la discriminazione" adottando un "preciso programma nazionale". L'Italia, che è Paese mediterraneo ed europeo, dovrebbe avere maggiore apertura verso l'identità mediterranea per trasformare i fenomeni di antirazzismo. "Nella relazione, che presenterò il 6 novembre prossimo a New York - ha annunciato Diène - vi saranno non solo osservazioni ma anche raccomandazioni all'Italia".

Nei dieci giorni di permanenza, l'esperto Onu ha visitato i Cpt di Lampedusa, Ragusa e Cassibile dove ha riscontrato "l'abbondanza di poliziotti e l'assenza di operatori umanitari" e ha ricordato che la presenza delle organizzazioni umanitarie nazionali ed internazionali dovrebbe essere "permanente" perche' troppo spesso la polizia utilizza "la violenza e maltratta gli immigrati". "Quando sono arrivato al centro di Lampedusa" - ha raccontato - "era tutto in ordine e pulito, e quello che mi è rimasto più impresso è stata l'abbondanza di poliziotti e l'assenza di operatori umanitari".

Il funzionario Onu ha incontrato numerosi rappresentanti di governo, sindacati, agenzie e organizzazioni per i diritti umani, comunità religiose per avere "una visione d'insieme del fenomeno visto da questo Paese" e ha riferito le sue prime valutazioni alla stampa in un incontro alla Fao coordinato dalla portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), Laura Boldrini. Il rapporto finale, che conterrà valutazioni e alcune raccomandazioni per il governo italiano, sarà inviato a metà novembre all'esecutivo italiano per eventuali commenti per poi essere presentato a marzo in sede di Nazioni Unite. Gli 'special rapporteur' sono esperti indipendenti e imparziali che devono dare conto al Consiglio delle nazioni Unite per i Diritti Umani e all'Assemblea generale Onu. [GB]

Altra fonte: Migra, Osservatorio trentino sulla discriminazione degli immigrati nel lavoro.

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