R.d.Congo: le richieste della società civile al nuovo presidente

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Si attendono questa sera i risultati delle votazioni svoltesi lo scorso 30 luglio nella Repubblica Democratica del Congo per l'elezione del presidente e dei deputati al parlamento. Le istituzioni civili e religiose in questo mese hanno cercato di frenare e sminuire le informazioni preliminari e parziali già diffuse, per contenere disordini e i preannunciati scontri. La proclamazione ufficiale verrà pronunciata il prossimo 30 agosto.

Grande attesa vi è tra la popolazione che ha votato - per lo più per la prima volta - con grande senso civico, dimostrando maturità e preparazione. "Come volontari della società civile, in questi mesi ci siamo mobilitati in tutti i quartieri e nelle comunità di base delle nostre città per spiegare l'evoluzione del processo elettorale, come votare e l'importanza di questo momento per il nostro paese. In più, eravamo disponibili due mattine e una sera alla settimana presso la parrocchia di riferimento della zona" spiega Adelaide Bi Feza, vicepresidente della Commissione Giustizia e Pace di uno dei quartieri di Bukavu, nel Sud Kivu.

"Abbiamo iniziato la nostra attività volontaria lo scorso anno, per spiegare alla gente come fare per ricevere la carta elettorale e poter partecipare al referendum costituzionale dello scorso dicembre - continua Adelaide Bi Feza - Per molti il primo e unico documento di identità. Ogni mattina ci siamo recati nelle varie chiese per fermare la gente dopo le celebrazioni, mentre durante i riti "rubavamo" cinque minuti ogni giorno per spiegare un paio di articoli della costituzione. Dopo il referendum, abbiamo frequentato un corso di formazione per prepararci bene sulla legge elettorale, quindi abbiamo cominciato a girare per i quartieri e le comunità per spiegarla ai cittadini, insistendo molto sulle modalità di voto e sulla sua segretezza".

Adelaide Bi Feza fa parte di quella società civile congolese, ampia e organizzata (1500 associazioni e ong solo nel Sud Kivu), che ha organizzato centinaia e centinaia di incontri per diffondere la cultura del voto tra la popolazione. Come la maggior parte dei congolesi impegnati, è una volontaria che ha scelto di dedicarsi a questa causa per non lasciare nel dimenticatoio i suoi studi (una laurea in diritto privato e giudiziario ottenuta presso l'università cattolica di Bukavu). Per mantenere la sua famiglia (cinque figli dai 19 a 1 anno di età), svolge qualche lavoretto di segreteria presso un ufficio pubblico, mentre per aiutare le ragazze madri in difficoltà (molto numerose nel paese) ha aperto da poco un laboratorio di cucito, in cui offre lavoro e possibilità di riscatto.

"Nel Sud Kivu si sono avute atrocità, il cui solo ricordo fa tremare - conclude - La popolazione ha atteso queste elezioni con la speranza di ottenere dirigenti capaci di governare e di portare la pace. Desideriamo un capo di stato in grado di prendere in mano la situazione del paese, di pagare come si conviene tutti i cittadini che lavorano. Oggi i lavoratori statali non vengono retribuiti⅀ Un presidente che sia in grado di valorizzare la scolarizzazione, la sanità. Non sarà facile dopo tutto questo tempo, dopo tante lotte⅀ ma noi vorremmo abitare in un Congo tranquillo e finalmente in pace".

di Cinzia Agostini

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