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Sanremo: Schwarzenegger e la voglia di 'giustizia' del Festival
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La voglia di "fare notizia" rischia di far fare una nuova pessima figura al Festival di Sanremo. Dopo aver invitato tra gli ospiti dello scorso anno il pugile Mike Tyson per un cachet di 300mila euro, quest'anno dovrebbe essere la volta del governatore della California, Arnold Schwarzenegger. L'ex attore nelle scorse settimane non ha accolto la domanda di grazia dalla condanna capitale di Clarence Ray Allen, un indiano Choctow condannato a morte in un processo fortemente dominato dal pregiudizio razziale, e nel dicembre scorso aveva deciso di non concederla a Stanley Tookie Williams suscitando la riprovazione delle associazioni mondiali per l'abolizione della pena di morte.
Ed è possibile che nei giorni precedenti il Festival Schwarzenegger autorizzi un'ulteriore esecuzione prevista il 21 febbraio. Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International ha scritto oggi al direttore artistico del Festival di Sanremo, Giorgio Panariello e al direttore di Rai Uno, Fabrizio Del Noce, esprimendo al riguardo "disappunto" in relazione all'annunciata presenza di Schwarzenegger. "Amnesty International non intende prendere parte a iniziative volte a contrastare o, peggio, impedire la presenza di un ospite al Festival di Sanremo. Tuttavia, l'organizzazione rivolge un forte appello a Giorgio Panariello affinché "tenga conto della forte contrarietà dell'opinione pubblica italiana nei confronti della pena di morte e dell'impegno delle istituzioni del nostro paese per la sua abolizione in ogni parte del mondo".
Amnesty International auspica inoltre che "non vada persa l'occasione per esprimere una ferma condanna nei confronti della pena capitale e che sia garantita l'opportunità di un contraddittorio, qualora il governatore Schwarzenegger usi il palcoscenico di Sanremo per dichiarare il proprio favore nei confronti della pena di morte". Pobbiati conclude la lettera chiedendo a Panariello di farsi portavoce di queste preoccupazioni nelle modalità che riterrà più efficaci, "ivi compreso l'invito a un rappresentante di Amnesty International durante la presenza sul palco del governatore Schwarzenegger".
Il direttore di Rai Uno, Fabrizio Del Noce ha annunciato che quello di quest'anno sarà "un festival rassicurante", mentre Panariello ha detto di volere fare "il festival dei sogni, quello che io sognavo da bambino". Con Schwarzenegger c'è poco di tranquillizzante e, più che sogni, si annunciano incubi. Ma vien da domandarsi se, dati i prossimi appuntamenti elettorali, l'invito a Schwarzenegger non sia invece proprio il frutto di una regia ben orchestrata: un ulteriore modo, dopo l'approvazione della nuova legge sulla 'legittima difesa', per far cassa di voti raccattando le striscianti volontà forcaiole di chi sogna il "modello americano" di giustizia e di società. Che Schwarzenegger arrivi a Sanremo o che rimanga in California una cosa è certa: l'annuncio ha già innescato le polemiche e chi intende fare incetta di consensi non mancherà di cogliere l'occasione. [GB]